sabato 23 luglio 2011

La Guardia Rivoluzionaria iraniana nega di avere abbattuto velivoli Usa su Qom: ma qual'é la verità?



Pochi giorni orsono si era diffusa la notizia, riportata dai maggiori outlet mediatici mediorientali e internazionali, che un drone UAV da ricognizione americano era stato intercettato e abbattuto dalle forze di difesa aerea del Corpo della Guardia Rivoluzionaria dell'Iran nel cielo sopra la città di Qom. Le prime analisi dell'incidente parlavano di un tentativo americano di registrare layout e attività attorno al sito nucleare di Fordoh, una delle installazioni regolarmente dichiarate dall'Iran come facenti parte del suo programma di sviluppo dell'energia atomica per uso civile.

Adesso, direttamente dall'ufficio stampa dell'IRGC, arriva una irrituale smentita, secondo la quale "la diffusione di erronee ipotesi su scontri aerei nei cieli sopra Qom si é generata a causa dell'abbattimento di un drone iraniano nell'ambito di normali preparativi per un'esercitazione aeronautica che dovrà tenersi nelle prossime settimane"; che dire, bastava che ci aggiungessero anche un 'pallone sonda' e tutto il copione della 'smentita dell'establisment' sarebbe stato rispettato.

In realtà, il comunicato stampa arriva troppo dopo l'incidente per poter essere del tutto credibile. Certo, l'Iran é in effetti uno dei più grandi costruttori di droni senza pilota della regione e dopo la fine delle esercitazioni missilistiche di qualche settimana fa ne erano state annunciate di nuove, che avrebbero coinvolto le forze aeree e di difesa aerea, ma, quel che sembra più probabile é che il drone abbattuto fosse effettivamente americano ma che, in una vera e propria dimostrazione di responsabilità e amore per la stabilità, le autorità iraniane abbiano preferito 'disinnescare' l'attenzione sull'incidente in modo da evitare a Washington un grave imbarazzo e quietare animi che altrimenti si sarebbero facilmente potuti incendiare.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Manifestanti giordani denunciano il sostegno americano alla corrotta monarchia locale!


Una imponente marcia con migliaia di partecipanti ha attraversato Amman nella giornata di ieri, subito dopo le preghiere del venerdì, in protesta contro i tentativi americani di sostenere e puntellare la monarchia del reuccio Abdallah contro le sempre più intense spinte per la riforma e la democratizzazione del paese; nelle ultime giornata da Washington erano arrivati messaggi di sostegno per Abdallah e il suo governo, che ne esaltavano la 'moderazione' e lo definivano 'leale e buon alleato degli Usa'.

"Non vogliamo le ingerenze di Washington e non prendiamo ordini dalla Casa Bianca" ha dichiarato l'attivista Mohannad Safyin ai microfoni dell'Associated Press "Questo é il nostro movimento, la nostra protesta, statene fuori, Obama, Miss Clinton, per anni i vostri predecessori hanno sostenuto ogni forma di tiranno arabo contro la volontà dei popoli: Saleh, Mubarak, Ben Ali e tanti altri, tutti si sono macchiati del sangue dei loro popoli, come Re Hussein nel 1970".

I manifestanti hanno chiesto le dimissioni immediate del Primo Ministro Marouf al-Bakhit e una seria e accurata indagine sugli attacchi ai giornalisti e ai reporter condotti durante un recente sit-in ad Amman. Recentemente il reuccio Abdallah ha 'promesso' che in futuro nominerà soltanto Primi Ministri sostenuti da una maggioranza parlamentare anziché scelti arbitrariamente da lui, come usuale costume; infatti nel reame dell'ottimo alleato dei 'democratici' Stati Uniti il Parlamento eletto, ma lo si definirebbe meglio chiamandolo 'Duma', non può opporsi alla nomina reale del Premier.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Fratellanza Musulmana: "Apriamo definitivamente il varco di Rafah per porre termine all'assedio di Gaza!"


La Fratellanza Musulmana egiziana ha lanciato un appello al nuovo Ministro degli Esteri del Cairo di assumersi la piena responsabilità riguardo alla critica situazione umanitaria a Gaza e di trarne le conclusioni con l'immediata e definitiva apertura del varco di confine di Rafah, attualmente transitabile soltanto da viaggiatori e non da merci e rifornimenti. Il gruppo, uno dei motori della rivoluzione egiziana che ha cacciato Mubarak a inizio anno, ha raccomandato al Primo Ministro Sharaf di interessarsi personalmente affinché anche gli altri paesi arabi e musulmani sostengano sempre più la lotta del popolo palestinese.

Il documento, tuttavia, ammonisce di non aspettarsi chissà quali risultati dalla richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina che verrà richiesta il prossimo settembre visto che, come già sperimentato in passato, le Nazioni Unite, egemonizzate dall'influenza americana e occidentale, nonché dalla lobby internazionale filosionista, hanno sempre applicato "due pesi e due misure" nei confronti delle istanze e delle denunce a favore dei Palestinesi.

"Quelllo che serve veramente", spiegano in rappresentanti dell'Ikhwan, "é innanzitutto una salda riconciliazione del fronte politico interno palestinese, attualmente bloccata per la timidezza e l'ostinazione della fazione Fatah, e quindi una intensa campagna di sostegno araba e musulmana nei confronti della Palestina".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 22 luglio 2011

Dirigente di Hezbollah ammonisce Tel Aviv: "Oggi la Resistenza é ancora meglio equipaggiata e preparata per infliggervi nuove, cocenti sconfitte!!"


Il 24 luglio 2006 cominciava la Battaglia di Bint Jbeil, uno degli snodi-chiave dell'invasione sionista nel Sud del Libano, che mise alla prova lo strapotere bellico e tecnologico (foraggiato coi soldi degli 'aiuti al terzo mondo' americani e con le 'compensazioni per l'olocausto' tedesche) e la totale mancanza di scrupoli etici e morali delle truppe del regime ebraico, contro la determinazione, il coraggio, lo spirito di sacrificio dei combattenti di Hezbollah e delle altre formazioni armate libanesi e palestinesi che presero le armi per difendere il Paese dei Cedri (visto che le forze armate nazionali, vincolate dal debole governo Hariri, asservito a Washington e Tel Aviv non seppero e non vollero tener fede al loro mandato di difesa della sovranità nazionale).

La lotta fu lunga ed estenuante e durò fino all'11 agosto. Dopo la prima settimana di scontri, giudicando di aver rallentato a sufficienza l'avanzata sionista e di avere inflitto danni notevoli agli attaccanti il comando di Hezbollah ordinò ai suoi uomini di ritirarsi, ma loro rifiutarono, invocando una migliore conoscenza della situazione sul terreno e valutando di poter ancora tenere inchiodate nel villaggio considerevoli forze israeliane. Fedele al dettame della decentralizzazione delle decisioni tattiche, gli alti gradi della Resistenza acconsentirono e, allo scoccare del 'cessate il fuoco', il villaggio era ancora contestato, con centinaia di soldati sionisti impegnati nel tentativo di 'bonificare' un'area che rimaneva letale come lo era alla data del 24 luglio.

Oggi, nello stesso villaggio che fu teatro di una resistenza tanto eroica, capace di rinverdire tra le colline del Libano l'epica di Stalingrado, di Cassino, di Bastogne, il capo del Consiglio Esecutivo di Hezbollah, Hashem Safyieddin ha indicato con chiarezza le minacce militari, spionistiche e politiche che vengono manovrate e posizionate contro i partiti della Resistenza e ha rassicurato l'uditorio sulla capacità e sulla determinazione di Hezbollah e dei suoi alleati di affrontarle e sconfiggerle in maniera anche più plateale e definitiva di quanto non sia accaduto nel 2000 e nel 2006.

Safyieddin, riferendo ai continui e pervicaci tentativi americani e francesi di deragliare il processo di formazione del Governo Mikati, salito comunque al potere nonostante tutti gli sforzi di sabotaggio, ha spiegato che "Già dalle sue prime mosse il nuovo Esecutivo promette di soddisfare i propri impegni e le proprie promesse; questo é un grave colpo agli interessi di coloro che fin dal primo momento si sono schierati contro Mikati e i suoi alleati e che hanno cercato persino di istigare i sentimenti più settari e distruttivi di certe parti dell'opinione pubblica, mostrando di preferire un ritorno alla guerra civile piuttosto che un Libano unito, autonomo e indipendente".

Oggi le armi e gli equipaggiamenti catturati dai combattenti di Hezbollah agli invasori sionisti sono conservate nel museo di Mleeta, al centro del quale lo scafo di un carro armato Merkava IV é stato collocato come la carcassa di un colossale pachiderma ferito, il cannone da 120 millimetri piegato e annodato dagli sforzi e dai sacrifici dei martiri libanesi, i cui nomi sono eternati sulle lapidi che circondano il behemoth d'acciaio, come a volerlo tenere in scacco per tutta l'eternità grazie al potere della memoria e dell'omaggio pagato dai visitatori ai combattenti caduti nella guerra del 2006.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Zahar entusiasta per la prossima visita di Recep Erdogan nella Striscia di Gaza!


Mahmoud Al-Zahar, leader storico di Hamas, ha accolto con estremo ottimismo e soddisfazione le notizie della prossima visita nella Striscia di Gaza da parte del Primo Ministro turco Recep Erdogan, Zahar, parlando con gli emissari di un'agenzia stampa palestinese ha dichiarato la sua personale e continua gratitudine per gli sforzi compiuti dal Governo e dalle ONG turche per alleviare la crisi umanitaria che perdura nell'enclave assediata a causa delle disumane politiche sioniste, aggiungendo che la solidarietà del popolo turco si esprime in molte altre maniere, materiali e ideali, ed é sinceramente apprezzata dai suoi compatrioti.

Zahar ha indicato che la Turchia può giocare un importante ruolo non soltanto nella questione palestinese, ma nell'intero Medio Oriente, costituendo, con le sue istituzioni democratiche, con il suo sviluppo economico, con la propria indipendenza geopolitica un vero e proprio modello che non verrà trascurato come fonte di ispirazione di quei paesi che, grazie alla mobilitazione popolare contro regimi autocratici e asserviti all'imperialismo, si statto avviando verso un futuro di libertà e autonomia.

Egiziano da parte di madre, Zahar si é augurato in special modo che Il Cairo e Ankara stringano relazioni sempre più salde nel prossimo futuro mentre, tornando a parlare della Palestina, ha sottolineato come le relazioni presenti, per quanto sincere e amichevoli, debbano venire ispessite e approfondite, con un coinvolgimento della Turchia nel processo di riconciliazione del fronte politico palestinese, attualmente in stallo per la pervicace ostinazione della fazione Fatah a tenere imbottigliate in un vicolo cieco le trattative per la formazione di un Governo di unità nazionale.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Via libera alla visita del Primo Ministro Erdogan alla Striscia di Gaza, si terrà la settimana prossima!


La Giunta militare di Transizione egiziana ha acconsentito a che, dopo aver terminato la propria visita al Cairo, il Primo Ministro turco Recep Erdogan, recentemente riconfermato al potere da un vero e proprio plebiscito che ha consegnato al Partito AK la maggioranza assoluta per la terza volta in dodici anni, possa attraversare la penisola del Sinai col suo seguito ed entrare nell'enclave palestinese di Gaza attraverso il varco di confine di Rafah.

Erdogan aveva pubblicamente annunciato di voler raggiungere la Striscia "il prima possibile" e, dovendo nei prossimi giorni recarsi in visita ufficiale in Egitto, non pochi erano stati coloro che avevano previsto un suo successivo spostamento verso Gaza, visto che l'Egitto controlla l'unico accesso 'libero' al territorio costiero altrimenti strettamente assediato dalle forze sioniste.

Erdogan in questo modo tiene fede alla parola data a una delegazione egiziana che aveva visitato la Turchia poco prima delle elezioni, cui aveva promesso che, se fosse risultato di nuovo vittorioso, avrebbe immediatamente visitato l'Egitto per spronare la sua classe dirigente a continuare sulla strada della solidarietà con Gaza e della rescissione di tutti i legami col regime sionista, quindi avrebbe visitato Gaza stessa.

L'osservatore politico e giornalista egiziano Ibrahim Darrawy, direttore del Centro Studi Palestinesi, ha annunciato che la visita a Gaza e l'incontro già annunciato col Primo Ministro Ismail Hanyieh costituiranno un forte colpo vibrato contro Mahmoud Abbas, il quale, dopo aver firmato ad aprile il Protocollo di Riconciliazione con Hamas lo ha poi a tutti gli effetti sabotato insistendo ostinatamente sulla nomina di Salam Fayyad a Primo Ministro, facendo arenare ogni trattativa.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

I delegati iraniani visitano il Sud del Libano, incontrano i vertici di Hezbollah!


"Fratellanza, sostegno, aiuto e solidarietà", questi i cardini della salda intesa tra Teheran e Beirut, ripetuti e rimarcati lungo tutte le tappe dell'itinerario della delegazione iraniana guidata da Mohammad Reza Bahonar (sotto), Vicepresidente del Parlamento della Repubblica Islamica e accompagnata dall'ambasciatore Ghazanfar Roknabadi (foto sopra), impegnata in questi giorni in una visita del Paese dei Cedri.

Nella giornata di ieri la comitiva si é recata in 'pellegrinaggio' alle località del Sud del Libano maggiormente provate negli anni della lotta contro l'occupazione e le aggressioni di Israele, di cui proprio in questi giorni si festaggia il quinto anniversario dell'ultima in ordine di tempo.

La delegazione si é fermata dapprima nella località biblica di Cana, dove ha visitato i luoghi dei massacri perpetrati da Israele nel 1996 e nel 2006, quindi a Maroun al-Ras, dove é stata ricevuta da rappresentanti dei partiti politici sciiti Hezbollah e Amal, prima di spostarsi a Khiam, dove durante l'occupazione israeliana sorgeva una prigione tristemente famosa per le torture che vi venivano inflitte ai prigionieri: una Via Tasso con la stella a sei punte.
La strage di Qana del 2006.
La prigione é stata ora affiancata da un museo della vittoria dove sono esposti veicoli ed equipaggiamenti israeliani catturati nella guerra del 2006. I visitatori iraniani hanno poi passato in rassegna i progetti di edilizia popolare e religiosa sponsorizzati da Teheran. Infine, la delegazione ha incontrato il Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, discutendo a lungo con lui della situazione politica interna e regionale ed evidenziando le possibilità di espansione e approfondimento dei legami tra Libano e Iran.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

In Egitto si decidono le regole elettorali ma la popolazione non smette di manifestare contro Tantawi e gli altri generali filo-usa!


La Giunta militare di Transizione, dopo aver incendiato gli animi della folla con le sue timidezze nel condurre seri processi contro gli uomini di Mubarak e rimandando di due mesi la data delle elezioni, prova a placare la rabbia popolare annunciando il sistema elettorale che sarà in vigore a novembre, annunciando che la data precisa delle consultazioni verrà annunciata dopo il 28 settembre. Una nuova gaffe però Tantawi e camerati la compiono anticipando che non saranno invitati osservatori internazionali a giudicare la regolarità delle operazioni di voto e spoglio; organizzazioni egiziane per la democrazia hanno già annunciato che vigileranno e denunceranno ogni mero sospetto di abuso e broglio.

Metà dei seggi verranno assegnati secondo il sistema maggioritario uninominale, col candidato più votato in un dato collegio che verrà automaticamente mandato in Parlamento; il restante cinquanta per cento invece sarà assegnato secondo il proporzionale, grazie ai voti espressi su una seconda scheda che sarà uguale in tutto il paese e i cui risultati verranno confrontati con le liste nazionali dei vari partiti. Il sistema "cinquanta e cinquanta" dovrebbe garantire maggioranze solide senza tralasciare di rappresentare anche formazioni di minoranza.

I confini dei collegi elettorali devono però essere ancora tracciati, un'operazione molto delicata che sarà certamente osservata molto attentamente dai rappresentanti dei partiti politici. In una notizia correlata, ha finalmente prestato giuramento il nuovo Governo Sharaf, risultato dal profondo rimpasto reso necessario dal malcontento popolare per un esecutivo ad interim troppo permeato di figure legate al vecchio regime; tuttavia, nemmeno la sostiuzione di dodici ministri ha soddisfatto le folle di manifestanti che chiedono prima di tutto le dimissioni dello stesso Sharaf e di Tantawi.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 21 luglio 2011

Le Brigate Qassam onorano il martire Mohammed Rezq Juneid, caduto lottando contro lo strangolamento di Gaza!


Mohammed Rezq Juneid, di appena 25 anni, é morto nel crollo del tunnel di approvvigionamento che, insieme ai suoi camerati delle Brigate Ezzedin al-Qassam, stava scavando nella località di Rafah, per garantire un costante afflusso di cibo, medicinali, carburante e altre provviste alla popolazione civile martoriata dall'assedio sionista che dura ormai da quattro anni.

Riporta il sito-web delle Brigate Qassam: "Nato nel campo profughi di Jabalyia, Juneid conosceva bene le sofferenze del popolo palestinese ed era determinato ad alleviarle tramite i suoi sforzi con le Brigate della Resistenza, la sua vita é giunta al termine dopo un brillante percorso di Jihad, duro lavoro e sacrificio. Il suo esempio sprona molti altri giovani palestinesi a intraprendere lo stesso cammino, con umiltà e dedizione".

Il tunnel a cui Juneid stava lavorando doveva sostituire quelli presi di mira dalla codarda aviazione israeliana nei raid dei giorni scorsi; la consapevolezza dell'urgenza e dell'estremo bisogno di rifornimenti che attanaglia la popolazione di Gaza ha spinto il giovane e i suoi compagni a lavorare senza eccessivi riguardi alla loro stessa sicurezza; in definitiva, quindi, si può ritenere il regime ebraico come diretto responsabile morale anche di questa morte.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Gli ammiragli yankee preparano la ritirata dal Bahrein: "Le manifestazioni mettono in pericolo le nostre basi nell'isola"


In Bahrein la popolazione continua imperterrita a scendere in piazza contro la tirannia della corrotta dinastia Al-Khalifa, schiatta di sunniti messi al potere su una popolazione a stragrande maggioranza sciita dai diktat dell'imperialismo britannico, che voleva una monarchia debole e traballante costretta ad attaccarsi a Londra per rimanere al potere. Nonostante l'invasione da parte delle truppe Saudite e di Dubai, nonostante le stragi, le devastazioni, gli arresti e le torture ogni giorno migliaia e migliaia di cittadini continuano a manifestare a Manama, a Diraz, a Nuwaidrat, a Sitra e nelle altre località dell'Isola delle Perle.
Che ci frega delle dimostrazioni (vere) in Bahrein, dobbiamo inventarci quelle finte in Siria, per far piacere a Israele!
Naturalmente nessuna notizia di questa mobilitazione coraggiosa e commovente arriva in Occidente, dove i padroni del vapore mediatico sono impegnati a propagare menzogne sulla Siria, parlando di fantomatici 'oppositori' e travestendo in questa guisa i morti nelle fila di poliziotti e militari, uccisi dagli infiltrati e dagli agenti provocatori agli ordini di Washington, Parigi e Tel Aviv. Le notizie sulle manifestazioni in Bahrein vengono seguite attentamente da un pubblico enormemente più ristretto di quello a cui vengono ammannite le panzane occidentaliste, ma estremamente più cinico e potente: sono infatti generali e ammiragli del Pentagono che nelle loro sale di comando ipertecnologiche si stanno lambiccando il cervello decidendo se sia il caso di far rapidamente "traslocare" le squadriglie di veivoli stanziati nella base aerea di Shayk Isa e le unità della Quinta Flotta attraccate nel porto di Manama.

Che i rappresentanti del più devastante e prepotente imperialismo militare che la Storia ricordi si sentano minacciati dalle dimostrazioni dei cittadini del Bahrein deve dare la misura di quanto esse siano colossali e determinate, l'abbandono della strategica isoletta nel Golfo Persico sarebbe devastante per Washington che dovrebbe scegliere se spostarsi in Arabia Saudita o negli EAU (con il rischio di far scoppiare violente manifestazioni anche lì) o abbandonare, forse per sempre, uno specchio d'acqua tramite il quale transita la maggior parte del greggio destinato ai consumi occidentali.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

L'Iran abbatte un drone americano sopra la città sacra di Qom!


Il Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana ha annunciato di avere abbattuto un drone-spia statunitense che incrociava ad alta quota sopra la regione di Qom; la notizia, confermata dal membro del Comitato parlamentare per la Sicurezza Nazionale e la Politica Estera Ali Aqazadeh Dafsari é stata ripresa anche dal sito-web javanoline.ir, secondo il quale l'UAV stava cercando di raccogliere informazioni sull'impianto nucleare di Fordoh.

Dafsari (foto) ha lodato la prontezza della reazione dell'IRGC, facendo notare come le Guardie Rivoluzionarie siano ormai 'abituate' a contastare le ricognizioni americane; poche settimane fa l'Iran aveva concesso a un team di tecnici e specialisti russi di analizzare la carcassa di un altro UAV a stelle e strisce, abbattuto invece sopra il Golfo Persico.

Il portavoce del Ministero degli Esteri Ramin Mehmanparast ha dichiarato che la Repubblica Islamica sta installando nei suoi impianti nucleari una nuova generazione di centrifughe per la separazione degli isotopi di uranio. L'Iran, al contrario di Israele, é un firmatario del Trattato di Nonproliferazione Nucleare e permette agli esperti dell'IAEA di condurre periodiche ispezioni alle sue strutture nucleari civili. Gli incaricati dell'Ente per l'Energia Atomica Internazionale non hanno mai rilevato segni di un programma nucleare militare.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nasrallah alle famiglie dei caduti del 2006: "Come abbiamo sconfitto Israele così sconfiggeremo l'ipocrita tribunale filosionista!"



Il Segretario Generale di Hezbollah, durante un messaggio rivolto ai familiari dei caduti e dei martiri della vittoriosa guerra contro Israele, di cui ricorre in queste giornate estive il quinto anniversario, ha dichiarato che, esattamente come diciotto anni di occupazione, dozzine di bombardamenti e proditori attacchi militari, fino all'invasione del 2006, non sono mai riusciti a minare o indebolire la sete e l'ansia di Resistenza del popolo libanese, così anche il maldestro e codardo attacco portato dal "Tribunale speciale per il Libano" é destinato a concludersi con un buco nell'acqua e la più amara delusione per le aspettative di sionisti israeliani e imperialisti americani.

"Hezbollah sopravviverà senza scosse a questa cospirazione internazionale, emergendo rafforzata dall'esperienza, come sempre é accaduto in passato e come continuerà ad accadere in futuro", ha dichiarato Nasrallah, "Esattamente come é riuscita a sventare le speranze dell'occupazione sionista nel 2006, che si appoggiavano sulle flotte di jet, sugli squadroni di carri armati, sulle batterie di artiglieria di quello che si vanta di essere la migliore forza armata della regione, le speranze attuali, che riposano su una manciata di 'giudici' ipocriti e corrotti, comprati col denaro di Washington e Tel Aviv, saranno smentite e rese vane dalla nostra determinazione".

"Bellemare, Fransen, Cassese, perché dovrebbero avere paura di voi i combattenti che non hanno avuto paura dei generali Askenazi, Alutz, Adan, Shkedi? Cosa avete voi in più di loro?". Dopo aver liquidato la 'minaccia' del Tribunale speciale Nasrallah ha anche toccato temi di politica interna libanese, affermando che sosterrà il dialogo con ogni forza politica si dimostri sinceramente interessata a portare avanti gli interessi nazionali su base organica e si asterrà da ogni politica settaria o divisiva.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 20 luglio 2011

Incontro costruttivo tra Najib Mikati e delegazione iraniana: "Il Libano é pronto a collaborare a fondo con Teheran!"


Nel corso di un recente meeting tenutosi a Beirut tra il neo Presidente del Consiglio libanese Najib Mikati e una delegazione arrivata da Teheran e accompagnata dal locale ambasciato Ghazanfar Roknabadi entrambe le parti si sono dette "fiduciose e ottimiste" sulle prospettive politiche del prossimo futuro e "più che pronte" non soltanto a dare corso a tutti i protocolli di accordo finora siglati tra il Paese dei Cedri e la Repubblica Islamica, ma anche a firmare nuovi accordi e trattati, in maniera da cementare ancora di più i saldi legami che uniscono i due paesi.

"Siamo pronti a collaborare con l'Iran in tutti i campi" ha detto Mikati ai microfoni dell'Agenzia ufficiale di Stampa IRNA, subito dopo aver dialogato col Vicepresidente della Camera iranian Mohammad-Reza Bahonar. Mikati, capo di una nuova maggioranza parlamentare che ha visto i Drusi del PSP di Jumblatt unirsi ai Maroniti dell'LMP, agli Sciiti di Amal ed Hezbollah, ha insistito affinché il comitato bilaterale Irano-Libanese continui le sue attività, implementando i ventisei accordi stipulati finora e studiandone di nuovi.

Bahonar, congratulandosi con Mikati per la maniera sicura e conciliante con cui ha affrontato i tentativi di potenze esterne di destabilizzare il paese con accuse speciose e infondate ha specialmente mostrato apprezzamento per la sua grande popolarità presso i musulmani sunniti definendola "un baluardo" contro ogni complotto settario volto a mettere le diverse componenti della società libanese le une contro le altre. Mikati, da parte sua, ha espresso grande ammirazione per i traguardi industriali e tecnologici raggiunti dalla Repubblica Iraniana nonostante l'ostilità di paesi che, ipocritamente, si ammantano dei panni di 'difensori dei diritti' solo quando ciò non intralcia i loro affari con monarchi assoluti, dittatori e regimi razzisti dove si pratica la persecuzione etnica, esprimendo quindi la certezza che la collaborazione con l'Iran sarà essenziale affinché il Libano riesca a sviluppare la sua nascente industria estrattiva, basata sui depositi di gas offshore nelle acque del Mediterraneo.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Erdogan: "Visiterò la Striscia di Gaza il prima possibile!"


Recep Erdogan, Primo Ministro della Turchia, recentemente confermato al potere con un Governo 'monocolore' dopo la vittoria riportata con maggioranza assoluta alle elezioni di giugno ha espresso la propria intenzione di visitare "quanto prima" la Striscia di Gaza, per riaffermare la dedizione del proprio esecutivo e del proprio paese alla causa dell'aiuto nei confronti dei cittadini palestinesi provati e angariati dal perdurante assedio sionista, che ha trasformato l'intera enclave costiera in un vero e proprio ghetto a cielo aperto.

Secondo quanto riportato dall'Agenzia France Presse "Il Ministero degli Esteri (guidato da Ahmet Davutoglu, strettissimo collaboratore di Erdogan e autore delle linee-guide che dovrebbero rendere la Turchia uno stato 'chiave' degli scenari politici e diplomatici mediorientali e centroasiatici nei prossimi vent'anni) sta analizzando le varie opzioni, é mio forte desiderio visitare Gaza e sono intenzionato a farlo il prima possibile, forse subito dopo la programmata visita di Stato in Egitto".
Una delle 'tabelle della fame' con cui gli Eichmann sionisti mantengono serrato il cappio della carestia sulla popolazione di Gaza.
Erdogan ha rinnovato la richiesta a Israele affinché "abolisca il prima possibile l'inumano e illegale strangolamento economico di Gaza, in particolare permettendo l'ingresso nella Striscia dei materiali di costruzione necessari a sanare le ferite infrastrutturali e abitative ancora aperte a due anni dal termine della disumana aggressione militare di "Piombo Fuso", che ha fatto oltre 1500 morti tra la popolazione civile, lasciando inoltre migliaia di senzatetto. In una notizia correlata Ozdem Sanberk, membro turco del pannello di inchiesta ONU sui fatti della "Mavi Marmara" ha dichiarato le scuse ufficiali del regime israeliano e il pagamento di pieni risarcimenti alle famiglie di tutte le vittime dell'avventurismo militare sionista sono l'unica via per mettere la parola "fine" alla crisi diplomatica tra i due paesi, che hanno interrotto le loro relazioni all'indomani della strage di attivisti umanitari compiuta a sangue freddo dai commando navali di Tel Aviv.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Cresce la minaccia atomica sionista! L'apprendista stregona Angela Merkel regala sommergibile nucleare al Regime dell'Apartheid


Secondo quanto riportato dall'edizione onlione del quotidiano sionista Yedioth Aharonoth la Germania di Madama Merkel, incapace di stilare una politica coerente di difesa dell'area Euro dagli attacchi degli speculatori finanziari internazionali, in rotta completa a ogni successiva tornata elettorale, ha pensato bene di incrementare il potenziale offensivo non convenzionale di Tel Aviv, acconsentendo a cedere al Regime ebraico un nuovo sommergibile in grado di montare e lanciare armamenti nucleari, che lo Stato ebraico possiede in gran quantità al di fuori di ogni monitoraggio e controllo della comunità internazionale.

Il Ministro tedesco della Guerra, Thomas de Maizier, la scorsa settimana aveva già "rassicurato" il Primo Ministro di Estrema Destra Benji Netanyahu sulla volontà di Berlino di facilitare la proliferazione nucleare in senso filosionista, mettendo in mano agli Stranamore di Tel Aviv un nuovo vascello in grado di colpire in ogni momento con testate atomiche qualunque bersaglio dalle profondità del mare. Israele, é bene ricordarlo, ha minacciato in passato di usare armi atomiche contro l'Europa.

E' evidente che, per contrastare la crescente minaccia alla pace e alla stabilità della regione, i paesi confinanti e circonvicini a Israele dovranno giocoforza investire negli armamenti e negli equipaggiamenti antisom: sottomarini hunter-killer, elicotteri e aeromobili da pattugliamento, reti sonar e di rilevamento precoce.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Lega Araba per bocca di Nabil Arabi condanna senza appello la pirateria navale israeliana!

"Condanno con forza questo vero e proprio atto di pirateria in alto mare, condotto dalle forze militari israeliane con la consueta sicumera, derivante dal sostegno, aperto o indiretto, di stati che si dicono difensori del Diritto e della legalità solo e soltanto quando questo fa comodo ai loro interessi di parte"; é stato con queste nette e inequivocabili parole che il neo Segretario della Lega Araba Nabil al-Arabi ha commentato, a una troupe dell'emittente iraniana di lingua inglese PressTV il blocco in acque internazionali dello yacht di solidarietà "Dignité", avvenuto a opera di unità militari israeliane.

"La comunità internazionale, incarnata dal Consiglio di Sicurezza ONU, dovrebbe prendere misure rapide e decisive contro questo atto illegale", ha quindi aggiunto Arabi, notando come da "Dignité" non fosse carica di altro che cibo, farmaci ed attrezzature medicali; ovviamente, é proprio per questo che Tel Aviv l'ha bloccata, atterrita dall'idea che anche un piccolo quanto di conforto potesse raggiungere l'inferno di Gaza, strangolata dallo shylockiano assedio sionista.

La nave si era sottratta al colpo di mano con cui il Governo greco, capitolando ai ricatti della lobby filosionista internazionale, ha venduto la propria dignità per il biblico (é proprio il caso di dirlo) "piatto di lenticchie", accettando di subordinare la propria sovranità nazionale ai desideri di uno stato-canaglia, estendendo l'occupazione israeliana in territorio ellenico.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Sesto attacco a obiettivi civili in otto giorni! Israele distrugge una scuola nella Striscia di Gaza!


Per la sesta volta in otto giorni l'aviazione militare sionista si é resa colpevole di un'aggressione ingiustificata contro obiettivi civili nell'enclave costiera palestinese già sottoposta a inenarrabili sofferenze a causa del disumano assedio mantenuto contro di essa da oltre quattro anni, che ha portato la popolazione sull'orlo della catastrofe umanitaria. Secondo quanto riportato dall'Agenzia France Presse e dal Palestine Information Center gli apparecchi di Tel Aviv hanno lanciato razzi e bombe contro una scuola nel quartiere di Shujaia, ad Est di Gaza City.

L'edificio scolastico é stato gravemente danneggiato; soltanto domenica un altro piratesco attacco israeliano, condotto con carri armati aveva lasciato sul terreno sette vittime, tra cui quattro bambini. Ormai Israele, sicuro dell'impunità garantitagli dalla complicità ipocrita e vigliacca degli Usa e degli altri governi occidentali, non cerca nemmeno di giustificare i suoi raid contro Gaza, limitandosi a fare fuoco a volontà contro strutture civili e popolazione indifesa.

L'ultima serie di bombardamenti sionisti ha causato danni umani e materiali molto estesi, inoltre, con la penuria di mezzi medici e farmaceutici garantita dallo strangolamento economico, é pressoché sicuro che molti dei feriti moriranno per mancanza di cure adeguate.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 19 luglio 2011

Sayyari: "Le acque dell'Atlantico saranno solcate dalle navi della Repubblica Islamica!"


"La presenza delle navi dell'IRIN, nel Mediterraneo, nel Mar Rosso, nell'Oceano Indiano e anche nell'Oceano Atlantico é diventata, più che un obiettivo, una necessita per la nostra agenda di sviluppo e potenziamento", con queste parole misurate ma inesorabili il Contrammiraglio Habibollah Sayyari, Capo di SM della Marina della Repubblica Iraniana fa piazza pulita di ambiguità e timidezze e dichiara che, coerentemente col ruolo sempre più netto di potenza regionale che Teheran persegue ormai da un decennio, la proiezione della forza navale ben al di là delle ormai familiari ma anguste acque del Golfo Persico e del Golfo di Aden, non può più essere procrastinata.

Il comandante iraniano ha spiegato ai microfoni dell'Agenzia FARS come la flottiglia che verrà impiegata sulle rotte atlantiche sarà specialmente selezionata ed equipaggiata, ad esempio coi recentissimi missili da crociera a lungo raggio modello "Noor". Soltanto in febbraio i vascelli "Kharg" e "Alvand" solcavano, per la prima volta nella loro vita sotto il vessillo dell'IRIN, la soglia del Canale di Suez, approfittando dell'improvviso miglioramento dei rapporti tra Il Cairo e Teheran seguiti alla cacciata del tiranno Mubarak.

Ormai il pattugliamento dell'Oceano Indiano a protezione dei traffici internazionali é materia di routine per equipaggi e comandanti iraniani, che negli ultimi mesi si sono distinti nella loro opera di contrasto alla pirateria somala. L'IRIN ha anche distaccato naviglio sommergibile nel Mar Rosso, raffinando le proprie tecniche di raccolta dati e navigazione silenziosa.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.