sabato 12 gennaio 2013

Ministro della Difesa libanese loda il ruolo della Repubblica Islamica negli affari regionali!

Nel corso di un incontro tenutosi recentemente con il massimo rappresentante diplomatico iraniano in Libano (l'ambasciatore Ghazanfar Roknabadi) il Ministro della Difesa del Governo Mikati, Fayez Ghosn, ha sottolineato quanto il Libano apprezzi l'impegno profuso da Teheran per disinnescare una volta per tutte l'insorgenza terrorista straniera in Siria.

Ghosn ha spiegato come da oltre un anno la massima preoccupazione dell'Armee Libanaise sia quella di mantenere al minimo le attività di gruppi e milizie filo-terroriste in territorio nazionale ed evitare l'infiltrazione di elementi mercenari attraverso il confine siriano, purtroppo in ciò impedita dall'azione irresponsabile di certi partiti e certe fazioni interne.

Roknabadi, da parte sua, ha reiterato la prontezza della Repubblica Islamica a condividere con Beirut il suo know-how militare e a diventare uno dei principali partner del Paese dei Cedri per le questioni di sicurezza.
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Najaf, Bassora, Bagdad! Tutto l'Irak si mobilita per sostenere il Premier Nouri al-Maliki!

Un venerdì e un sabato di colossali manifestazioni si sono incaricati di informare le cancellerie e i servizi segreti delle potenze imperialiste che se pensavano di potere estendere la loro strategia destabilizzatrice dalla Siria (dove é in uno stato di riflusso probabilmente terminale) all'Irak nel tentativo di indebolire l'asse della Resistenza Teheran-Bagdad-Damasco-Beirut ancora una volta hanno fatto i conti senza l'oste.

Da diverse settimane si sono moltiplicate le frizioni tra il Governo di Bagdad guidato dal Premier Al-Maliki e l'enclave semi-autonoma curda da una parte e gruppi sunniti (più o meno compromessi col regime saddamita o con gli estremisti wahabiti -quando non con entrambe!-) della Provincia di Anbar dall'altra, ma nonostante questo la stragrande maggioranza degli Irakeni sta con Al-Maliki e col suo Governo e lo ha dimostrato con enormi raduni di folla in tutte le città principali: Najaf, Bassora e Bagdad, anche poche ore fa.
In particolare i dimostranti pro-governativi chiedono che non vengano abolite le stringenti norme anti-baath che proibiscono a chiunque facesse parte a qualunque titolo del passato regime di Saddam Hussein di proporsi o ricoprire una carica pubblica o amministrativa.
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Roknabadi dichiara: abbiamo le prove che nostri diplomatici siano da oltre trent'anni prigionieri di Tel Aviv!

Trent'anni di prigionia in mano al regime ebraico di occupazione: questo il fato di Ahmad Motevaselian, Seyyed Mohsen Mousavi, Taqi Rastegar Moqaddam e Kazem Akhavan, inviati diplomatici di Teheran in Libano, risucchiati dal gorgo della Guerra Civile Libanese il 4 luglio 1982 quando furono sequestrati da una milizia fascista maronita, sotto il comando del noto criminale di guerra Samir Geagea e prontamente "ceduti" alle forze armate sioniste, che in quel periodo occupavano il Paese dei Cedri.
Questa la ricostruzione fatta dall'attuale ambasciatore della Repubblica Islamica a Beirut, Ghazanfar Roknabadi, nel corso di un appello pubblico col quale ha invitato le organizzazioni internazionali, in specie la Croce Rossa, di rinnovare gli sforzi per accertare la loro esistenza in vita e organizzare la loro liberazione o in altro caso almeno la restituzione delle spoglie. Yorg Montani, Capo del Comitato della Croce Rossa in Libano, ha assicurato la propria collaborazione.
Nel corso degli anni il criminale Geagea ha dato versioni differenti e contrastanti dell'avvenimento, dapprima sostenendo di avere consegnato gli iraniani ai suoi 'padrini' e protettori sionisti, in seguito rinnegando quanto detto e sostenendo invece di averne visto i corpi, vittime di un'esecuzione sommaria di cui non ha indicato gli autori. Dopo la sua vittoria contro il tentativo di invasione sionista dell'estate 2006 il movimento di Resistenza sciita Hezbollah aveva provato a includere la liberazione dei quattro diplomatici iraniani nelle condizioni per il ritiro delle truppe di Tel Aviv, ma senza successo.
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Picco negativo di reclutamenti nell'esercito sionista: il 2013 sarà un anno nero per la leva a Tel Aviv!

Il quotidiano sionista 'Yedioth Ahronoth' ha rivelato in un articolo pubblicato ieri che nel 2013 le forze armate del regime ebraico raggiungeranno il più basso livello di "turnout" alla chiamata alle armi da quando, circa vent'anni fa, l'esercito di occupazione della Palestina ha subito un drastico ridimensionamento numerico (a causa di spese via via insostenibili).
Suicidi, problemi psicologici, obiezione di coscienza, precedenti criminali, false certificazioni mediche e il rampante diffondersi dell'uso di droghe nelle classi d'età richiamande, contribuiscono a sfoltire ulteriormente il novero delle potenziali reclute, dando un bel po' di problemi a quartiermastri sionazisti, vista la necessità di mantenere alta la vigilanza anche su confini una volta considerati 'sicuri' come quelli col Libano o l'Egitto.
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venerdì 11 gennaio 2013

Di fronte alle coste siriane la più grande esercitazione navale mai tenuta da una flotta russa!

Il Ministero della Difesa russo ha annunciato in una nota stampa rilasciata oggi che forze congiunte delle Flotte Baltica e di quella del Mar Nero, riunitesi nelle ultime settimane nel Mediterraneo Orientale, si impegneranno in una ampia e complessa serie di esercitazioni che comprenderanno la simulazione di attività antisom, antinave, antiaeree di cooperazione con forze costiere.

Il titolare del dicastero, Sergei Shoigu, ha rimarcato che le esercitazioni in programma sono sicuramente le più imponenti mai tentate da qualunque task force russa al di fuori delle acque territoriali, ma non ha dato una finestra temporale esatta per l'inizio del programma di manovre. La costante presenza di unità da guerra di Mosca nel Mediterraneo Orientale, appoggiate alla base navale di Tartous, é universalmente riconosciuto come un potente segno del supporto di Putin e Medvedev al Governo di Bashir Assad.
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La 'generosità avvelenata' del Qatar verso Gaza: l'Emiro Al-Thani promette clinica cardiologica al ghetto assediato...a che prezzo?

La 'Mezzaluna Rossa Qatariota', in collaborazione con la Mezzaluna Rossa palestinese, ha annunciato il lancio di un progetto mirato a equipaggiare un'unità di chirurgia cardiaca presso l'Ospedale Shifa di Gaza con l'hardware più sofisticato possibile, per un costo complessivo di 2 milioni e 600mila dollari. Alla spesa, oltre al Governo del Qatar, dovrebbe partecipare anche quello della Repubblica Indonesiana.

Non dubitiamo dell'utilità della donazione, non questioniamo l'abilità dei clinici palestinesi (la Striscia di Gaza in proporzione 'sforna' molti più medici che Israele), né dei motivi nobili e umanitari degli Indonesiani, ma, omericamente, "temiamo i Qatarioti anche se recan doni". Ci farebbe molto piacere vedere pazienti cardiaci del ghetto di Gaza trattati in loco e non costretti a mettersi in viaggio verso l'Egitto, ma ci domandiamo se la 'generosità' di Doha (al contrario di quella di Beirut, Damasco e Teheran, che finora si é sempre mostrata disinteressata) non si porti dietro lacciuoli e addentellati.

Ogni anno, nell'enclave costiera palestinese si crea la necessità di effettuale 5000 cateterizzazioni cardiache e circa 900 interventi chirurgici a cuore aperto.
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Il Libanese George Ibrahim Abdallah verrà presto liberato dalle prigioni francesi dove ha speso quasi ventinove anni!

Il prigioniero politico libanese George Ibrahim Abdallah, catturato in Francia nel 1984 e condannato al carcere a vita per le sue attività di Resistenza contro l'Imperialismo americano e occidentale e contro l'occupazione sionista della Palestina verrà presto liberato dal carcere e sarà libero di tornare a vivere nella sua patria.

Abdallah, affiliato dapprima al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e in seguito a formazioni staccatesi da esso per scissione, come l'Organizzazione Abu Nidal e le LARF, nel 1982, mentre la sua patria era invasa e devastata dalle colonne corazzate sionaziste del macellaio Ariel Sharon colpì e abbatté in Francia il rappresentante del regime ebraico Yacob Simantov e il Colonnello statunitense Charles Ray.

Per questi atti, risposta giustificata all'invasione sionista compiuta col complice sostegno Usa, la Francia serva di Sion si é arrogata il diritto di tenerlo in carcere quasi trent'anni: chi ha processato Menachem Begin e Ariel Sharon per la loro invasione del Libano? Chi ha messo sotto accusa Ronald Reagan per i bombardamenti navali e aerei contro i Drusi e contro Beirut?

Ancora una volta si vede che il vero criminale internazionale é l'imperialismo, che poi "osa" chiamare chi Resiste e lotta coraggiosamente con i mezzi che ha 'terrorista'...solo perché non ha portaerei e missili 'cruise' a disposizione. Abdallah, tramite i suoi legali, ha dichiarato che una volta tornato in Libano vuole dedicarsi all'educazione e all'insegnamento.
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Volano a Teheran gli Iraniani liberati mentre i Libanesi chiedono il rilascio anche dei loro connazionali!

Dopo essere stati ospitati presso l'ambasciata della Repubblica Islamica a Damasco e avere ricevuto gli auguri del Governo siriano i 48 pellegrini iraniani catturati in Siria lo scorso agosto da militanti terroristi stranieri sono saliti su un jet che li ha riportati a Teheran dove, in trepidante attesa, li attendono familiari e parenti che per mesi e mesi hanno sperato e pregato per questo momento di riunione.
Il rilascio degli ostaggi é un segno della prevalenza sul terreno delle forze governative del Presidente Assad, che é riuscito a garantire la liberazione dei catturati restituendo a Turchia e Qatar alcuni dei loro cittadini catturati nel corso di operazioni antiterrorismo condotte negli ultimi mesi. Questo perché, ricordiamolo sempre, la 'regia' dell'azione terrorista in Siria é ed é sempre stata straniera.
Sempre riconoscendo questa realtà nella capitale libanese Beirut centinaia di dimostranti si sono radunati di fronte all'ambasciata di Doha per chiedere al regime dell'Emiro Al-Thani di far liberare anche gli ostaggi libanesi ancora in mano ai terroristi in Siria.
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giovedì 10 gennaio 2013

Vertice al Cairo tra Ali Akbar Salehi e Mohammed Mursi! L'Iran non cessa di indicare all'Egitto la via della Resistenza!

Si é svolto nel tardo pomeriggio di oggi, prolungandosi fino alla prima serata, l'incontro al Cairo tra il Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica Ali Akbar Salehi e il Presidente egiziano Mohamed Mursi.

Non sappiamo quale sia stata l'agenda affrontata dai due ma possiamo essere ragionevolmente certi che Salehi NON si sia complimentato con il Capo di Stato egiziano per aver volontariamente infilato il collo della nazione nel cappio dell'usura finanziaria internazionale richiedendo all'IMF un prestito di quasi cinque miliardi di dollari.

Altresì NON si sarà certo congratulato per il sequestro di armi missilistiche destinate al ghetto di Gaza e anche riguardo alla recente apertura di Rafah ad alcuni carichi di materiali costruttivi, certamente l'inviato iraniano potrebbe chiedere a Mursi di fare più e meglio.

Tuttavia anche il solo viaggio di Salehi in Egitto é in sé notevole, vuol dire che, nonostante tutti i segnali sbagliati e i passi erronei fatti dalla dirigenza dell'Ikhwan in questi mesi l'Iran non ha abbandonato l'idea di poter mostrare all'Egitto dove giaccia il suo interesse nazionale (non certo nella sottomissione agli emirati wahabiti, né nell'acquiescienza ai 'diktat' di Washington e Tel Aviv).
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Bomba vicino al Ministero della Guerra sionista! L'ordigno portato da un motociclista!

Sono sette i feriti più o meno gravi risultati dall'esplosione nel centro di Tel Aviv di una carica esplosiva applicata a una macchina in sosta da ignoti attentatori. Lo scoppio, a pochi passi dalla sede del Ministero della Guerra del regime ebraico ha coinvolto anche un bus di passaggio: la maggior parte dei feriti sono passeggeri di quest'ultimo che hanno subito contusioni e fratture per lo spostamento d'aria e sono stati investiti dai frantumi dei vetri sgretolatisi.
Secondo quanto riportato dal sito sionista "Ynetnews" una coppia di motociclisti avrebbe applicato la bomba a una macchina marca 'Mazda' prima di allontanarsi a tutta velocità nell'intenso traffico del giovedì mattina. L'ultima bomba prima di quella odierna aveva colpito Tel Aviv nel corso della Guerra contro Gaza di fine novembre scorso.
Il portavoce della polizia sionista, M. Rosenfeld, si é affrettato a indicare "un movente criminale" alla base dell'attentato, ma a chi legge attentamente e da molto tempo questo blog non può sfuggire che la "sticky bomb" applicata da motociclisti é il metodo preferito di assassinio del Mossad, specialmente contro gli Scienziati Nucleari iraniani...
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Grande vittoria dell'Esercito Elettronico Siriano che hackera e saccheggia i database militari sauditi!!

Una vera e propria "Austerlitz Cibernetica" quella che si é consumata nel web tra Siria e Arabia Saudita negli scorsi giorni quando un audace e abilissimo 'cadre' di esperti aderenti al cosiddetto Esercito Elettronico Siriano ha sferrato un attacco su larga scala a tutti i siti web del sistema informatico del Ministero della Difesa dell'Arabia Saudita.

Sottoposte a una pressione intensissima, pur costruite con gli ultimi ritrovati della sicurezza elettronica 'Made in Usa', alla fine le difese di Riyadh hanno ceduto di schianto e, sotto lo sguardo impotente dei loro operatori e manutentori tutti i server del Ministero sono stati letteralmente saccheggiati, con la perdita di centinaia se non migliaia di informazioni sensibili riguardo alle strategie, accordi, logistica, dislocazione, nomi, incarichi, collegamenti esteri, luoghi e date di operazioni di ogni genere.

Ovviamente, il "colpo grosso" per gli hacker siriani é stato venire in possesso di dettagli sulle operazioni di sostegno e finanziamento ai mercenari terroristi wahabiti che Riyadh foraggia e incita a combattere contro la popolazione e il Governo del Presidente Assad.

Sulla base di quanto scoperto con questa audace e vittoriosa 'offensiva' (prova ulteriore dell'abilità e della prontezza dell'Asse della Resistenza a fare uso delle più moderne e avanzate tecnologie) Damasco sarà nelle prossime settimane in grado di vibrare colpi ancora più precisi e dolorosi all'insorgenza terrorista: forse quelli definitivi.
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Mentre Mishaal e Abbas sono ospiti di Mursi il regime ebraico continua a espandere gli insediamenti illegali in Cisgiordania!

Khaled Mishaal e Mahmud Abbas: il traditore della Resistenza e il gendarme di Israele, proprio una bella coppia di 'leader' che bene incarnano come il Popolo Palestinese, senza dedicarsi a tempo pieno alla Resistenza all'occupazione senza 'se' e senza 'ma' non riuscirà mai a conquistare e garantire i propri Diritti inalienabili.

Per tredici anni Khaled Mishaal si é rifugiato a Damasco, mangiando il pane del Presidente Assad e venendo protetto dagli assassini del Mossad dai servizi segreti siriani, ma l'anno scorso ha 'pensato bene' di abbandonare la Siria come se fosse un Hotel diventato scomodo e da allora si é trovato come un bravo cagnolino domestico uno spazietto ai piedi degli emiri wahabiti del petrolio, imparando ad abbaiare a comando contro chi lo ha aiutato e difeso disinteressatamente dal 1999 a ieri.
Abbas, lo abbiamo ben documentato finora, é diventato tanto connesso e corrotto con il sistema sionazista dell'occupazione da diventarne praticamente parte integrante, guadagnandosi l'eterno disprezzo dei suoi compatrioti che languono sotto il giogo sionista e temono la 'sicurezza preventiva' dell'Anp/Fatah quanto le soldataglie ebraiche.

Adesso questi due "inutiluomi" si stanno incontrando al Cairo in una operazione propagandistica orchestrata dallo staff di Mohamed Mursi che, dopo aver fatto sequestrare carichi di armi inviati tramite il Sinai alla Resistenza di Gaza, ha bisogno di una baracconata mediatica per far vedere che a lui "stanno a cuore i Palestinesi" (ma se gli stessero a cuore veramente avrebbe aperto da un pezzo il varco di confine di Rafah!).

Mentre tale teatrino é in corso (un teatrino vuoto e stupido quanto e forse più di quello andato in onda l'autunno scorso all'ONU, che non ha portato nessun progresso o miglioramento per la Causa palestinese) veniamo raggiunti dalla notizia che a Tel Aviv il Governo Netanyahu ha deciso di "riconoscere" (e perciò espandere, ingrandire e circondare di postazioni militari e ulteriori barriere) l'insediamento ebraico illegale di  Nofei Nehemia, a Sud di Nablus, occupato da violenti estremisti giudei armati.

Gli estremisti hanno creato il loro insediamento dopo il marzo 2001 e, ai sensi degli accordi sottoscritti con Fatah, il Governo sionista si sarebbe dovuto fare carico di scioglierlo e rilocare i suoi occupanti altrove. Questo é il grado di affidabilità, efficacia e serietà degli attuali leader di Hamas e Fatah!
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mercoledì 9 gennaio 2013

Morti attorno a Maraat Numan i capi wahabiti Abdullah Jatib e Mahmud al-Asaad!

Secondo quanto riportato dal quotidiano libanese "Al Akhbar" l'azione delle truppe governative siriane si sta concentrando nelle province e nei governatorati del Nord e in quelle a Sud e ad Est della capitale Damasco, risultando in una serie di gravi rovesci inflitti a bande e formazioni dell'insorgenza mercenaria e terrorista le cui comunicazioni interne (costantemente monitorate e intercettate dagli uomini di Assad) vanno facendosi sempre più amare e pessimiste.

Uno degli ultimi segnali di scollamento tra i ranghi dei criminali stranieri infiltrati nella Repubblica Araba é la decisione presa dal Fronte Nusra e da altre formazioni terroriste di ritirarsi dai dintorni della base militare di Wadi Deif (nella Provincia di Idlib, vicino a Maraat Numan). La cosa buffa é che nelle settimane scorse per più volte i wahabiti ne avevano annunciato la caduta e la conquista.
Durante gli ultimi combattimenti attorno alla posizione, poco prima del ritiro degli attaccanti, i due leader takfiri Mahmud al-Assaad e Abdullah Jatib hanno trovato la morte. Secondo l'intelligence siriana decisiva per sancire la rotta dei terroristi é stata la diserzione dei capi  Waddah Saramani e Jalaf Barud. Secondo le voci che si rincorrono nelle fila qaediste i due avrebbero accettato un'offerta siriana di clemenza abbandonando immediatamente le armi e le attività criminali.
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Nella capitale etiope si discute di una DMZ tra Juba e Khartoum! Si attendono sviluppi dal vertice

Una "DMZ", zona demilitarizzata lungo il confine che divide Sudan e Sud-Sudan, non dissimile da quella che separa Nordkorea e Sudkorea oppure da quella che, prima del ritiro dell'Esercito americano e della vittoria di Hanoi, doveva tenere separati Vietnam del Nord e del Sud; questa la proposta al vaglio del Presidente Omar Bashir e del dittatore-cowboy Salva Kiir, incontratisi ad Addis Abeba sotto gli auspici di Hailemariam Desalegn e Thabo Mbeki per risolvere le dispute riguardo il confine comune e la ripresa del trasporto di petrolio nelle tubature di Khartoum.

Si spera che dal vertice possa uscire una posizione comune che porti alla soluzione di tutti i nodi evidenziati durante l'ultima tornata di incontri bilaterali lo scorso settembre. Secondo le indiscrezioni l'Unione Africana caldeggerebbe l'adozione di una 'DMZ' lungo il confine e starebbe stilando una 'road map' in merito sulla base degli accordi preliminari presi verbalmente tra i due capi di stato, nella giornata di Domenica.
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Finalmente liberi i 48 pellegrini iraniani sequestrati lo scorso agosto! La liberazione frutto dei successi del Governo siriano!

Si sa, quando si hanno in mano degli ostaggi ma la propria capacità di porre condizioni ed esigere che siano rispettate va rapidamente riducendosi e sgretolandosi questi, da arma di trattativa e punto di forza cominciano a diventare sempre più un peso e un ostacolo che altro.

Tuttavia, per i gruppi armati finanziati e sostenuti in Siria dalla coalizione sunnita-turco-american-sionista in funzione anti-Assad e anti-Resistenza, non vi era altro modo di liberarsi del gravoso fardello se non con un accordo ufficiale con le forze governative, sulla base del quale, nel prossimo futuro, poter richiedere un trattamento leniente quando si dovrà trattare la resa e abbandonare le armi di fronte a una intenibile situazione politico-militare.

I 48 pellegrini iraniani erano stati bloccati a inizio agosto 2012 poco fuori dalla capitale siriana Damasco mentre si stavano dirigendo a visitare e omaggiare il santuario di Hazrat Zainab, meta piuttosto rilevante del circuito di pellegrinaggi "minori" dell'Islam sciita. A lungo i rapitori avevano minacciato rappresaglie sugli ostaggi a meno che il Governo non avesse concesso unilateralmente un cessate il fuoco di 48 ore nei confronti dei terroristi wahabiti.

Assad e i suoi generali non si sono mai piegati e ai sequestratori non é bastato il coraggio per mantenere quanto paventato. I cittadini iraniani sono già in custodia delle forze governative e incontreranno presto l'ambasciatore della Repubblica Islamica, prima di venir fatti tornare in patria.
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Manifestazioni in tutto l'Irak a favore del Premier in carica Nouri al-Maliki, la popolazione si fida di lui e lo sostiene!

Basra, Kut, Diwaniyah, Karbala e Samawa in Irak sono state animante nella giornata di ieri dai cortei e dalle dimostrazioni di migliaia di persone (dozzine di migliaia, forse anche di più nella città di Basra) che esprimevano il loro sostegno al Premier in carica Nouri al-Maliki e alla sua leadership.

In particolare i manifestanti chiedono che venga mantenuta la legge che impedisce alle personalità coinvolte con il passato regime di Saddam Hussein di ricoprire cariche pubbliche, avvertendo che permettere ai saddamiti di tornare nell'apparato statale esaspererebbe le frizioni settarie e portrebbe a scontri imprevedibili.

Maliki, ha visto il suo prestigio rafforzarsi nelle ultime settimane per la maniera calma e determinata con cui ha affrontato i casi della latitanza in Turchia dell'ex-vicepresidente Tarik Hashemi (condannato a morte per avere pianificato ed ordinato numerosi omicidi), quello delle minacce separatiste curde (fomentate da Usa e Israele in funzione anti-iraniana) e i torbidi nella regine di Anwar (al confine con la Siria, dove agiscono bande di terroristi wahabiti).

Un ulteriore 'tonico' alle sue quotazioni politiche é stato dato dalla recente festività dell'Arbaeen, svoltasi a Karbala e dintorni senza che vi fossero incidenti o attentati, pure programmati dalle forze qaediste dell'estremismo sunnita.
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martedì 8 gennaio 2013

How the mighty have fallen: Sheik Raed Salah from Resistant to Traitor

An unusual English-language post on this blog (just an experiment to check the viability of translating at least part of our contents in Chaucer's tongue) which will address quite a painful subject for us. Recently a reader of us asked through our Facebook showcase why, after having covered his activities and tribulations in quite deep detail, we stopped mentioning Sheik Raed Salah altogether.
The answer can be found here: instead of keeping his activism focused on 1948-occupied Palestine and in carrying forward the banner of the legitimate Arab inhabitants thereof, fighting to uphold their inalienable rights in front of the jewish occupiers' onslaught, loathsome Apartheid policies and more and more brazenly open racism, Raed Salah chose to join the wahabi-qaedist anti-Assad bandwagon.

While the jewish occupation authorities harassed him at every step during his pro-palestine endeavours and forbade him to leave the country (or had him arrested for no reason in England, as we amply testified with articles and appeals, raising awareness about his plight and clamoring for his release), they happily let him leave for Istanbul where he joined a raucous and indecent neo-ottoman jamboree against Syria, its President and its people who refuses to be martyred, massacred and forced into a wahabi religious regime by foreign mercenaries and terrorists paid by the CIA and the Mossad to weaken the Iranian-Shia-Hezbollah 'Axis of Resistance'.

Raed Salah became a traitorous buffoon and a puppet without honour or credibility and as such is below the standards of relevance which would make the editors of "PALAESTINA FELIX" interested in any of his initiatives or activities ever again, we only hope for him to be able to live long enough to witness the defeat of his wahabi accomplices and the triumph of the Syrian people, the House of Assad and the Iran-led Axis of resistance.
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lunedì 7 gennaio 2013

L'Esercito egiziano sventa un progettato attacco a chiesa copta di Rafah!

Nella notte tra domenica e lunedì una unità speciale dell'Esercito egiziano avrebbe bloccato un commando armato nella cittadina di Rafah confiscando un'auto Toyota carica di armamenti ed esplosivo con cui i fermati contavano di dare l'attacco a una locale chiesa cristiana di rito copto.

Non si hanno ulteriori dettagli su identità e affiliazione degli aspiranti terroristi ma diversi appartenenti alla minoranza cristiana nel Sinai hanno dichiarato che negli ultimi mesi, a partire da settembre la comunità era stata oggetto di diverse minacce tanto che alcune famiglie avevano preferito abbandonare la penisola.
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Operazioni ad ampio raggio in tutta la Siria per schiacciare i mercenari terroristi!

 Al-Nabk, Kafr Batna, Al-Meleiha, Sha'aba, Aqraba, Al-Hejjeira, Al-Ziyabiyeh, Yalda, Tasneen, Nawa e Busra al-Hariri: questi i nomi delle località siriane che nelle ultime ore sono state teatro di scontri tra le truppe siriane e quanto rimane delle colonne terroriste già snidate e frantumate nel corso di numerose vaste manovre antiguerriglia portate avanti dagli uomini dell'Esercito siriano.

Invitiamo i nostri lettori a scorrere a ritroso i precedenti aggiornamenti dalla Siria e segnare su una mappa le località via via menzionate: risulterà evidente come l'epicentro degli scontri vada via via allontanandosi dai principali centri urbani, un tempo direttamente sotto la linea del fuoco, quando i criminali qaedisti e wahabiti tentavano di stabilire 'teste di ponte' e basi permanenti nelle città e metropoli del paese. Adesso l'iniziativa delle operazioni é in mano agli uomini di Assad che costringono i mercenari superstiti sempre più con le spalle al muro.

Unica, disperata arma rimasta alle cellule criminali sparpagliate e isolate, come abbiamo già detto, rimane l'opzione crudele e vigliacca dell'autobomba, ma anche qui la prontezza delle forze di sicurezza siriane più spesso che no, riesce a prevenire e sventare attentati sanguinosi, come quello che doveva svolgersi nel Corniche di Daraya dove gli artificieri hanno individuato e disinnescato una carica detonante di ben 30 chili di tritolo.
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Frizioni nel Sud del Libano tra gli abitanti di Aita Shaab e gli Italiani dell'UNIFIL!

In un incidente che non ha precedenti dal momento del loro schieramento rinforzo al presidio di interposizione tra Libano e regime ebraico al termine della Guerra d'Estate del luglio/agosto 2006 dobbiamo registrare come appartenenti al contingente italiano dell'UNIFIL siano stati al centro di un grave alterco con abitanti del villaggio di Aita Shaab, che avrebbe potuto portare a gravi conseguenze se non fossero intervenute le forze di intelligence libanesi a calmare gli animi.

Da quanto riportato dal quotidiano libanese in lingua inglese "Daily Star" a scatenare l'ira dei residenti sarebbe stata una troppo insistente ed evidente 'ricognizione fotografica' effettuata dai militari italiani che a un certo punto hanno mostrato di volere entrare nel villaggio; gli abitanti, temendo che il loro interesse fosse indirizzato a identificare eventuali strutture della Resistenza, hanno bloccato i caschi blu ONU e hanno confiscato loro l'apparecchiatura fotografica.

Grazie all'intervento dei servizi libanesi la tensione é stata allentata e gli Italiani sono stati lasciati liberi di tornare alle loro posizioni ma le macchine fotografiche non sono state restituite e, con ogni probabilità, sono state passate a uomini della Resistenza che dovranno valutare cosa interessasse così tanto ai militari dell'UNIFIL.
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domenica 6 gennaio 2013

Rimpasto-lampo al Cairo, Mursi cambia i titolari degli Interni e delle Finanze!

Un rimpasto rapido ma molto profondo quello che si é consumato oggi, al Cairo, nelle fila del Governo guidato da Hisham Qandil, quando il Presidente egiziano Mohamed Mursi ha giubilato niente meno che i titolari dei dicasteri degli Interni e delle Finanze.

Ahmed Gamal El-Din ha perso il controllo sul critico Ministero da cui dipende la sicurezza e la gestione delle forze di polizia a favore del Generale Mohamed Ibrahim e Muntaz Saeed ha passato il testimone di 'Cancelliere dello Scacchiere' ad Al-Mursi Al-Sayed Hegazy.

Cambiamenti ai vertici di due ministeri tanto importanti fanno domandare ad analisti ed osservatori se all'interno delle fila della dirigenza Ikwhanista uscita premiata dalla Rivoluzione anti-Mubarak prima e dalle tornate elettorali e referendarie poi non si stia consumando una sorta di resa dei conti interna.

Dopo le polemiche dovute ai decreti costituzionali con cui aveva cercato di concentrare poteri inusitati sulla sua persona Mursi é ora sotto attacco per la sua decisione di chiedere un prestito di poco meno di 5 miliardi di dollari (4.800.000.000) al Fondo Monetario Internazionale.
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ESCLUSIVO! In diretta dall'Opera di Damasco i punti salienti del discorso del Presidente Assad!

Riportiamo a strettssimo giro la sintesi del discorso del Presidente Assad dall'Opera di Damasco, un messaggio alla nazione che secondo alcuni osservatori potrebbe dare il "la" all'ultima fase di lotta contro l'insorgenza dei mercenari wahabiti infiltrati in Siria dal complotto imperialista e sionista.

"Per superare questo difficile momento dobbiamo rafforzare le nostre volonta' ".

"Il pensiero takfirista e' entrato in Siria per distruggere tutto quello che abbiamo".

"Difendere la patria e' dovere nazionale di tutti noi".

"I nemici cercano di provocare una rivoluzione in Siria".

"L'Occidente vuole toglierci la nostra dignita' e la nostra indipendenza".
(A questa frase e' seguito un lungo applauso dei presenti).

"Proponiamo la formazione di un governo di unita' nazionale basato sul voto popolare".

"Organizzeremo una Conferenza per il Dialogo con tutti i partiti dell'Opposizione che non si sono macchiati di sangue siriano".

"Ci sara' un Referendum sulla Costituzione".

"La guerra in Siria non e' una guerra per il potere, e' l'aggressione dei terroristi contro la gente".

"Alcuni paesi vogliono dividere la Siria in piu' parti e per questo forniscono di armi i terroristi".

"Ringrazio i governi di Cina e Iran per essersi opposti all'intervento armato contro la Siria"

 “Fratelli e sorelle, la situazione della patria è difficile lo sappiamo tutti. La nostra nazione si preserverà, le lacrime delle madri dei martiri spazzeranno via i nemici della Siria. La Siria risolverà la crisi e saremo sempre più forti. La Palestina è nei nostri cuori, così come il Golan. Noi apparteniamo alla Resistenza e nessuno ci farà uscire da questa idea; questa è un’idea che va al di là delle persone, è la nostra ideologia di riferimento e la lotta continuerà al fianco dell’oppresso popolo palestinese, nonostante molti vogliono la nostra uscita dalla ideologia resistente. Vogliono metterci contro i palestinesi e i palestinesi contro di noi. Ma noi siamo tutti aderenti all’ideologia della Resistenza. Questo è il nostro destino e i nostri nemici non si rallegreranno. Dio è il sostenitore della Verità. La Pace sia con voi”
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Enorme impianto di stoccaggio del gas naturale inaugurato nella provincia di Qom!

Nella giornata di ieri il Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad ha inaugurato il primo impianto sotterraneo di stoccaggio del gas naturale; un raggiungimento notevole visto che esso é il primo a venire attivato non solamente in Iran, ma in tutto il Medio Oriente. Proprio questo fatto dovrebbe fare riflettere su quanto a lungo la regione abbia languito (e in molti casi ancora languisca) sotto il ricatto delle arroganti potenze imperialiste occidentali: sono almeno 70 anni che il Medio Oriente fornisce petrolio e gas alla macchina disumana dello "sviluppo" occidentale eppure bisogna arrivare al tredicesimo anno del ventunesimo secolo perché uno Stato (fortunatamente liberatosi del giogo imperialista 34 anni fa) possa dotarsi di una struttura tanto essenziale a una previdente e autonoma politica di conservazione ed esportazione delle proprie risorse naturali.

L'impianto inaugurato a Sarajeh, nella provincia di Qom, a sud di Teheran, é per ora capace di 1,5 miliardi di metri cubi di gas, ma una volta completati i lavori di espansione vedrà più che raddoppiate le sue capacità, riuscendo a contenere ben 3 miliardi e 300mila metri cubi di metano. Il Ministro delle Risorse Petrolifere Rostam Qasemi, tracciando il punto dello sviluppo dell'industria estrattiva iraniana a fine 2012 aveva ironicamente 'ringraziato' l'Occidente per la sua politica di sanzioni contro la Repubblica Islamica, grazie alle quali, infatti, ormai la quasi totalità delle infrastrutture petrolifere e metanifere iraniane sono servite da tecnologia sviluppata e prodotta autonomamente.
La Repubblica Islamica Iraniana possiede, dopo la Russia, le più grandi riserve di gas naturale accertate..
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Il principe Bandar Saoud ordina ai suoi scherani di prendere con la forza il comando della guerriglia terrorista in Siria!

Bandar bin Sultan Abdulaziz Al-Saoud, conosciuto anche come 'Bandar Bush', già ambasciatore saudita negli Usa (dove si segnalava per il copioso consumo di Wiskhey e Bourbon) e divenuto quest'estate capo dei servizi segreti di Riyadh (avendo fatto fuori il 'diarca' Principe Muqrin) potrebbe essere dietro alla recente incidenza di conflitti armati tra miliziani wahabiti del 'Fronte al-Nusra' e altri mercenari criminali attivi in Siria.
"Potrebbe" perché non é certo che Bandar Bush sia ancora vivo, visto che poco dopo la sua salita al vertice dell'intelligence "VoltaireNet" ne aveva annunciato la morte nell'attacco esplosivo che aveva squarciato la sede dello spionaggio di Casa Saoud, da allora Bandar non é più stato visto in pubblico da anima viva.

Comunque, chiunque diriga ora lo spionaggio di Riyadh, costui avrebbe ordinato agli uomini di al-Nusra di prendere a tutti i costi il controllo di ciò che resta dell'insorgenza terrorista in Siria, a costo di uccidere i capi wahabiti che rifiutino di sottomettersi alla loro egemonia: questo spiegherebbe i molti episodi di lotta internecina che sono risultati anche in rese in massa alle forze di Assad.
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Forze egiziane bloccano nel Sinai armi dirette a Gaza: è questo il modo in cui Mursi pensa di aiutare la Resistenza?

A poche settimane dal secondo anniversario della Rivoluzione di Piazza Tahrir veniamo raggiunti da una notizia che veramente non avremmo mai voluto dover riferire; sembra che pattugliando la penisola del Sinai forze egiziane abbiano intercettato un carico di armi in transito verso il ghetto assediato di Gaza e lo abbiano sequestrato arrestando chi lo trasportava.

Tra le armi bloccate sembrava ci fossero almeno sei esemplari di missili anticarro e missili personali antiaerei.

Già da tempo ci era sembrato che il Presidente egiziano Mohammed Mursi e i suoi sodali dell'Ikhwan egiziana fossero più interessati a garantirsi buone entrature presso gli emiri petroliferi wahabiti e tramite costoro presso la Casa Bianca e Tel Aviv piuttosto che aiutare gli abitanti di Gaza a migliorare le proprie capacità di Resistenza contro il regime ebraico.

Una presidenza realmente e seriamente filo-palestinese e filo-resistenza avrebbe aperto subito e senza limitazioni il varco di confine di Rafah, avrebbe fatto capire a Obama e ai suoi lacché che il tempo degli 'aiuti' ricattatori e condizionati/condizionanti era finito, avrebbe rafforzato i legami con l'Asse della Resistenza; nulla di tutto questo é avvenuto.

Dal gendarme Mubarak che supervisionava da sud lo strangolamento di Gaza siamo passati al barbuto gendarme Mursi che sequestra i missili anticarro e antiaerei che potrebbero dare una chance di risposta ai Palestinesi contro i panzer sionazisti da 50 tonnellate e contro i jet assassini lanciati contro civili inermi.
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Tre ufficiali di "polizia" libici trovati morti a Istanbul nel loro appartamento: gestivano il traffico di terroristi in direzione della Siria?

Secondo quanto riportato dal quotidiano turco "Radikal", tre uomini di nazionalità libica sono stati trovati morti a Istanbul all'interno dell'appartamento che occupavano ormai da diverse settimane.

Ufficialmente i tre erano membri delle forze di polizia libiche (leggi: ex-miliziani della rivolta anti-Gheddafi passati rapidamente dai panni dei predoni guerriglieri a quelli dei 'poliziotti') che si sarebbero trovati nell'ex-capitale ottomana proprio per seguire 'corsi di addestramento' dai loro colleghi turchi.

Alcuni osservatori locali e commentatori, tuttavia, hanno azzardato l'ipotesi che i tre fossero 'ufficiali di collegamento' incaricati di gestire l'arrivo in turchia di estremisti wahabiti libici o transitanti per la Libia, in maniera da farli poi infiltrare in Siria attraverso il confine settentrionale. In questo caso sulla loro morte si potrebbero fare tutta una serie di più vaste e profonde ipotesi.

Non é la prima volta che la Turchia diventa campo di battaglia tra coloro che cercano di favorire e foraggiare la guerriglia terrorista in Siria e rappresentanti e alleati del Governo di Assad.
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