sabato 19 gennaio 2013

Continuano i 'doni interessati' di Re Saoud a Gaza: sei carichi di provviste mediche in arrivo nel Sinai!

Arriveranno all'aeroporto di Al-Arish i sei aerei cargo in partenza da Riyadh che dovrebbero poi attraversare il varco di confine di Rafah e andare ad alleviare la tragica emergenza umanitaria della Striscia di Gaza.

Assolutamente 'bipartisan' la febbre di regalie che ha investito la corrotta corte saudita si indirizza tanto verso Fatah (come abbiamo segnalato pochi giorni fa) ma anche verso Gaza governata da Hamas (per evitare che il rotondo Emiro qatariota Al-Thani si porti troppo avanti nell'opera di asservimento della leadership di Mishaal e Marzouk).

 Per quanto anche una sola siringa, una sola aspirina, possano essere bene accette da chi vive ogni giorno nel terrore di rimanere senza cure mediche a causa della sanguinaria politica sionista di strangolamento del ghetto assediato speriamo che i Palestinesi siano tanto lungimiranti da capire quale sia il VERO PREZZO dell'affidarsi ingenuamente alla "generosità" degli Emiri collusi con Usa e Israele.
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Il Segretario Generale di Al-Wefaq dichiara: "La tirannia di Re Al-Khalifa può colpire i rivoluzionari ma non fermare la Rivoluzione!"

Lo Sceicco Ali Salman, Segretario del Partito Al-Wefaq, forza principale dell'opposizione del popolo barheini alla tirannia minoritaria sunnita sostenuta da Usa e Occidente contro la volontà dei cittadini che premono per l'abdicazione del sovrano e l'instaurazione di una Repubblica, ha dichiarato che, nonostante tutti gli sforzi profusi dal Sovrano, dai suoi sicofanti e dai suoi sostenitori stranieri, la campagna di repressione potrà colpire gli individui che compongono l'opposizione ma non il movimento, che andrà avanti perseguendo i suoi fini e otterrà eventualmente la vittoria.

Tuttavia, a fronte della determinazione degli oppositori, il regime tirannico di Manama continua a utilizzare le più brutali tattiche di terrore, ben sapendo che una volta che la protesta avrà raggiunto il suo culmine non vi sarà scampo o pietà per quanti si sono compromessi con il Palazzo. Ancora oggi si sono avute notizie di scontri e violenze con uso di gas urticanti, vere e proprie 'armi chimiche' vendute al Re del Barhein dal 'democratico' Occidente.
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Si ritirano dal confine col Sudan gli sgherri del dittatore Salva Kiir: si creerà finalmente la DMZ?

I predoni e tagliagole di Salva Kiir, sanguinario 'signore della guerra' elevato al rango di dittatore del Sud-Sudan per 'meriti' filosionisti e filoamericani, che ancora di recente si sono macchiati di stragi e massacri con vittime civili e arrivando a uccidere persino osservatori dell'ONU avrebbero iniziato a ritirtarsi dal confine con il Sudan.

La mossa, se confermata, dovrebbe costituire il primo passo per arrivare alla creazione di una 'fascia di sicurezza' demilitarizzata tra Khartoum e Juba in maniera da rendere impossibile al regime del Sud di ripetere le proprie provocazioni e le proprie aggressioni che in una successione di imbarazzi e cocenti sconfitte hanno punteggiato gli ultimi anni.

In seguito resterà da dirimere la questione del transito del petrolio negli oleodotti e attraverso i terminali di Khartoum (la fasulla 'spartizione' tra Nord e Sud, condotta da 'esperti' allineati con Washington e Tel Aviv ha tolto al Sudan vero e proprio tutte le province più ricche di oro nero, nel tentativo di indebolire il Presidente Bashir).
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Scioccanti i dati ONU: 36 neonati palestinesi morti, le madri costrette a partorire per strada senza nessuna assistenza medica?

Nell'ambito delle politiche persecutorie, di sterminio e di pulizia etnica portate avanti contro i legittimi abitanti della Palestina da parte dell'illegale regime di occupazione ebraica bisogna annoverare l'arbitraria erezione di blocchi stradali, barriere, checkpoint e cancelli di separazione, portata avanti con fasulli pretesti di "sicurezza" ma in realtà mirata a rendere impossibile la vita dei residenti, a vessarli con attese, rifiuti, perquisizioni, violenze, a creare pretesti per prendere donne, bambini, vecchi, lavoratori a manganellate, a colpi di fucile.
Netanyahu come Erode, i sionisti hanno sempre appetito di innocenti da massacrare...
In soli cinque anni ben 67 donne palestinesi in travaglio si sono viste negare il permesso di attraversare gli arbitrari sbarramenti sionisti e hanno dovuto letteralmente partorire per strada. Ben 36 neonati palestinesi, lontani da ogni genere di assistenza medica, sono morti venendo alla luce. Questa é la strage degli innocenti degli Erode sionisti, i nazisti del XXI secolo.

L'ONU ha contribuito ad addestrare levatrici per aiutare parte di queste donne, ma non affronta la cusa del problema: la restrizione ai movimenti dei Palestinesi. A giugno 2012 c'erano ancora 542 ostacoli che impedivano il libero spostamento dei Palestinesi nella West Bank, di cui 61 sono checkpoint militari permanenti. Per molti Palestinesi che vivono in Cisgiordania è impossibile raggiungere un ospedale senza attraversare un checkpoint israeliano."
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Attentato a Tripoli Siriaca contro il Ministro dello Sport: ferite le guardie del corpo. "Chi ha sparato vuole far scoppiare la Guerra Civile!"

Raffiche di fucile d'assalto e una bomba a mano che hanno ferito cinque guardie del corpo e distrutto un veicolo della motorcade ministeriale; questo il bilancio del grave attentato contro Faysal Karami (Ministro dello Sport) che nella giornata di ieri ha scosso la già instabile situazione di Tripoli Siriaca, la povera metropoli del Libano settentrionale dove l'influenza dell'Alleanza 14 Marzo, ormai totalmente fuori controllo dalle mani del 'travicello' Saad Hariri e dirottata dagli estremisti filo-wahabiti finanziati da Riyadh rende l'atmosfera sempre più esplosiva.
Significativo il fatto che sia stato preso di mira Karami, un sunnita alleato con la Coalizione 8 Marzo, quindi per i qaedisti pro-Riyadh una specie di 'traditore'; la famiglia Karami, pur sunnita, non ha mai voluto avere nulla a che spartire con il campo filo-Usa, filo-Israele allineato con Sauditi e Qatar, tanto che il padre Omar Karami, a suo tempo già Primo Ministro, era stato valutato come potenziale alternativa a Najib Mikati al momento della conquista della maggioranza parlamentare ai danni di Hariri, ma aveva declinato l'incarico a causa della sua età avanzata e del convincimento che un giovane fosse necessario alla guida del paese.
Karami, con grande senso dello Stato e responsabilità, si é rifiutato di lanciare accuse e ha espresso il suo sollievo al fatto che non vi siano stati morti e la sua gratitudine alle guardie che lo hanno protetto; la sua residenza attualmente é circondata dall'Armee Libanaise che sta anche pattugliando le strade circostanti.

L'Ufficio Comunicazione di Hezbollah ha condannato questo attentato definendolo "Un tentativo di precipitare il Paese nel panico e nella violenza; tali spinte devono venire contrastate da tutta la Società nel suo complesso e le Autorità hanno il dovere di fare rapidamente piena luce sulle responsabilità morali e materiali di tale evento portandone mandanti ed esecutori di fronte alla Giustizia".
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venerdì 18 gennaio 2013

All'Università di Birmingham proteste contro la geremiade filosionista del vice-ambasciatore del regime dell'Apartheid di Tel Aviv!


Il vice ambasciatore dell'illegale regime ebraico di occupazione della Palestina si era preparato un discorso pieno zeppo di menzogne da pronunciare all'Università di Birmingham, ma giovani attivisti filopalestinesi sono riusciti a rompergli le uova nel paniere e dimostrare ancora una volta che nemmeno nell'Inghilterra della malnata Dichiarazione Balfour e del totale controllo ebraico della finanza e dei mezzi di comunicazione il Popolo ha tempo e voglia di sorbirsi le panzane di Sion!
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Scontri a Sidone fuori dall'Istituto di Cultura Francese! Le folle mobilitate anche a Nabatea, Tripoli e Baalbek!

Nella cittadina libanese di Sidone si sono registrati scontri quando forze dell'ordine sono entrate in contatto con dimostranti che chiedevano la liberazione del prigioniero politico George Abdallah attualmente imprigionato in Francia al di fuori dell'Istituto di Cultura francese; i manifestanti avevano vergato scritte contro la decisione del Ministro degli Interni transalpino di non firmare i documenti di scarcerazione di Abdallah quando i poliziotti hanno pensato che si apprestassero a violare il perimetro dell'edificio e sono intervenuti per disperderli.

Intanto anche il Presidente libanese Michel Sleiman ha inviato un messaggio a Parigi dicendosi "deluso" del mancato mantenimento dell'impegno a liberare lunedì scorso l'ex-militante del PFLP e delle LARF, invitando i governanti parigini, dall'Eliseo in giù, a riconsiderare le loro azioni e permettere ad Abdallah di tornare in patria e ricostruirsi una vita dopo quasi 30 anni passati in carcere. Altre manifestazioni di fronte a rappresentanze più o meno ufficiali della Repubblica Francese si sono tenute a Nabatea, Tripoli Siriaca e Baalbek.
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I Curdi siriani affrontano i terroristi wahabiti per difendere le loro case e le loro famiglie!

All'inizio del complotto imperialista-terrorista contro la Siria del Presidente Assad qualcuno (soprattutto i Sauditi, i Qatarioti e altri 'sponsor' dei criminali stranieri, tutti meno i Turchi che temono un'insurrezione della LORO minoranza curda) pensavano di poter riuscire a usare i Curdi siriani come arma contro Damasco.

Ma ovviamente avevano fatto i conti senza l'oste, se in Irak, dove il brutale regime di Saddam Hussein li aveva perseguitati e massacrati quasi peggio di quello di Ankara, é stato possibile a Washington e Tel Aviv 'comprarsi' i Curdi locali in funzione anti-sciita e anti-Iran, in Siria, dove i Curdi sono sempre stati rispettati e protetti da Hafez quanto da Bashar Assad tale possibilità era dall'inizio velleitaria.

Ci hanno pensato poi i tagliagole di Al-Nusra e di Tawheed con le loro stragi insensate e i loro saccheggi e stupri a convincere i Curdi siriani che le loro chance migliori stanno con la vittoria delle forze nazionali del Presidente, e anche loro, come altri gruppi del paese, hanno iniziato a costituire una milizia territoriale per tenere sotto controllo movimenti e infiltrazioni di militanti dal confine turco.

Proprio questa milizia territoriale, nella cittadina di confine di Rais al-Ain, avrebbe nella giornata di ieri respinto una quarantina di mercenari stranieri che cercavano di prendere il controllo dell'abitato aiutati da tre mezzi blindati.
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Sempre più evidente la continuità tra qaedisti irakeni e terroristi attivi in Siria, il Governo di Bagdad si mobilita con indagini e arresti in massa!

Man mano che il Governo irakeno di Nouri al-Maliki si muove per affrontare il tentativo di sedizione nella provincia occidentale di Anbar appaiono sempre più evidenti le connessioni e in certi casi persino la fusione tra le strutture qaediste in Mesopotamia (specialmente il cosiddetto 'stato islamico in Irak' formazione già di Ayman Zawahiri), e il 'Fronte Al-Nusra' finanziato in Siria dagli Emiri sauditi.

Il Fronte Al-Nusra, lo ricordiamo, é stato definito dallo stesso Dipartimento di Stato Usa come una delle principali organizzazioni terroriste della Regione (ma da quando 'torna utile' contro Assad quasi tutte le remore americane sono cadute, con tanto di 'luce vere' a Riyadh per foraggiarlo e sostenerlo).

Nel corso di manifestazioni anti-Maliki nella provincia di Anbar sono stati alzati dalla folla ritratti di Saddam Hussein fianco a fianco con vessilli di Al-Nusra e alla bandiera della Siria coloniale, a dimostrazione di come, pur di mettere i bastoni tra le ruote all'Irak post-occupazione filo-iraniano e inserito nell'Asse della Resistenza si stiano mettendo assieme in una chimerica accozzaglia i più improbabili "compagni di letto".
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giovedì 17 gennaio 2013

I tiranni sauditi tirano fuori 100 milioni di dollari con cui "comprarsi" Abbas, Fatah e l'Anp!

100 milionicini di dollari, tanto sono disposti a spendere i petro-monarchi sauditi nel tentativo di "comprarsi" Mahmoud Abbas, la fazione Fatah e l'Anp, 'lock, stock e barrel', come dicono gli Inglesi; l'agenzia WAFA ha riportato l'intenzione del Ministro delle Finanze di Riyadh Ibrahim al-Wassaf di autorizzare un trasferimento di 100 milioni a Ramallah per permettere a Fatah di colmare il buco di bilancio pauroso scavato dai suoi avidi 'cacique' nelle casse dell'Anp (sentina di sperperi e corruzione) e di pagare almeno qualche stipendio arretrato ai dipendenti pubblici della sclerotica e inefficiente amministrazione.

Ancora una volta le tirannie petrolifere del Golfo, ottime alleate di Usa e Israele cercano di usare la loro ricchezza per imbrigliare la Resistenza palestiense in catene d'oro. Sta al Popolo di Palestina e alle organizzazioni fedeli ai principi non-negoziabili della sua Causa chiarire agli emiri wahabiti che come di fronte all'oro di Sion il sangue e la terra tra il Giordano e il Mediterraneo non sono in vendita nemmeno di fronte all'oro dei servi di Sion.
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Al-Diyar rivela le stime segrete della NATO: "Le forze di Hezbollah almeno quintuplicate negli ultimi 6 anni!"

Riceviamo notizia che, secondo quanto pubblicato dal quotdiano libanese "Al-Diyar" un recente paper analitico redatto dalla NATO valuterebbe attorno alle 65.000 unità la forza militare a disposizione dei comandanti di Hezbollah, il partito politico/milizia di Resistenza degli sciiti libanesi.

Il dato é degno di nota visto che appena 6 anni fa, subito dopo il termine della Guerra d'Estate in cui il tentativo sionista di re-invadere il Paese dei Cedri venne bloccato e sconfitto da Hezbollah e alleati, le stime israeliane e occidentali davano tra 2.000 e 4.000 il numero dei 'combattenti professionisti' e attorno ai 10.000 quello dei riservisti mobilitabili in caso di guerra o emergenza.

Secondo l'Alleanza Terrorista del Nord Atlantico adesso questi numeri sarebbero saliti rispettivamente a 15.000 (quadri fissi e combattenti altamente addestrati) e a ben 50.000 nel caso dei riservisti mobilitabili, una moltiplicazione delle forze almeno del 500%.
Inoltre la NATO ha valutato che nel caso di un attacco straniero alla Siria, Hezbollah, da sempre vicino alla Repubblica di Damasco, non esiterebbe a entrare in azione direttamente, motivo per cui ogni piano di attacco occidentale contro Damasco é stato rinviato sine die.
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Il Contrammiraglio Sayyari annuncia: "Navi iraniane torneranno presto a pattugliare il Mar Mediterraneo!"

Nel corso di una recente conferenza stampa il comandante supremo della Marina Iraniana, Contrammiraglio Habibollah Sayyari, ha annunciato che, dopo il rientro alla base della 23esima Flottiglia attualmente di ritorno da una lunga missione tra Golfo Persico, Oceano Indiano, Golfo di Aden e Mar Rosso, la 24esima Flottiglia dell'IRIN prenderà il mare tornano a mostrare la bandiera, tra l'altro, nelle acque del Mar Mediterraneo.
In questa maniera la Marina di Teheran tornerà per la terza volta (dopo una prima escursione nel 2011, subito dopo la caduta di Mubarak e una seconda praticamente dodici mesi dopo) a varcare il Canale di Suez. L'entrata di navi iraniane nel Mediterraneo aveva scatenato le reazioni scomposte di Usa e regime ebraico che vedevano con preoccupazione l'espandersi della capacità di Power Projection della Repubblica Islamica.

Il secondo viaggio nel Mediterraneo suscitò altrettanti mal di pancia imperialisti e sionisti visto che aveva luogo nel bel mezzo dell'aggressione terroristica alla Siria e prevedeva uno scalo proprio nella Repubblica Araba di Assad, alleato verso cui l'Iran non ha mai mancato di estendere la propria solidarietà, politica, diplomatica ma anche materiale.

Man mano che passa il tempo e più si vede come le dichiarazioni di Sayyari riguardo alla progressiva estensione del raggio operativo dell'IRIN ad acque sempre più distanti fossero tutt'altro che vanterie propagandistiche e che, grazie alle crescenti capacità costruttive dei cantieri di Teheran sviluppate nel corso della cosiddettà "Jihad di Autosufficienza Militare" l'obiettivo di vedere il tricolore iraniano sventolare sull'Atlantico o sul Pacifico é sempre più realistico e vicino.
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Dichiarazione dell’Unione della Gioventù Comunista siriana: "La Siria non si piega!"

Riprendiamo integralmente dal sito degli amici di "Stato & Potenza" salutandoli e ringraziandoli
  
Unione della Gioventù Comunista siriana – Gioventù di Khaled Bagdash

Cari compagni e amici,

Al giorno d’oggi, la Siria si trova ad affrontare una delle situazioni più gravi della sua storia moderna, quando l’aggressione imperialista mondiale è scattata usando le forze più reazionarie e con il pieno sostegno e finanziamento dei regimi reazionari arabi, agenti degli imperialisti. Oggi il popolo e i giovani siriani si trovano ad affrontare il terrorismo, i massacri e le istigazioni contro le varie componenti del popolo siriano, con cui operazioni terroristiche sono svolte contro civili, soldati, accademici e giovani attivisti. Queste operazioni sono effettuate da gruppi terroristici e forze reazionarie estremiste, in particolare dell’organizzazione oscurantista dei Fratelli musulmani, con il supporto diretto delle armi e delle campagne mediatiche sostenute, finanziate e costruite dai traditori e dai regimi arabi reazionari, in particolare dai paesi petroliferi arabi del Golfo, oltre dalle interferenze nella regione da parte della Turchia e della NATO.

Le forze del tradimento che si autodefiniscono “opposizione siriana” chiedono l’intervento esterno contro la Siria della NATO, il che significa invadere il nostro paese, in funzione del modello criminale imperialista di cui siamo stati testimoni in Libia e in Iraq; il che significa consentire alla NATO di invadere e occupare la Siria, perciò il popolo e i giovani siriani si oppongono e li affronteranno con tutti i mezzi e le forme. In questa occasione, il Partito Comunista siriano e l’Unione della Gioventù Comunista siriana – Gioventù di Khaled Bagdash, hanno organizzato numerose manifestazioni e sit-in in varie parti della Siria, per respingere gli interventi imperialisti negli affari nazionali e per sostenere la fermezza nazionale siriana, e i nostri compagni lavorano duro nella regione per alleviare e aiutare i rifugiati.

Nonostante tutto quello che accade, la fermezza nazionale siriana continua ad affrontare il sionismo e le pressioni e i ricatti dell’imperialismo, ed insiste ancora a riprendersi il Golan siriano occupato e a rifiutare i piani di dominio imperialista, come il piano imperialista del cosiddetto “nuovo Grande Medio Oriente”. Questa fermezza nazionale è la pietra angolare delle vittorie conseguite dalla resistenza nazionale nella regione del Mediterraneo orientale. La Siria è la roccaforte che si oppone ai piani e progetti imperialisti sulla regione, ed è la principale sostenitrice della resistenza nazionale nella regione, guadagnandosi l’ostilità di imperialisti, sionisti, reazionari e dei traditori al loro servizio.

Ma le politiche economiche neoliberiste applicate negli ultimi anni hanno impoverito le masse e hanno aumentato la disoccupazione tra i giovani, colpendo duramente la produzione nazionale, e creando un terreno fertile per il lavoro e le attività delle forze reazionarie, permettendo gli sfortunati eventi che sconvolgono il paese. Questo è ciò da cui i comunisti siriani hanno messo in guardia e combattuto in varie forme in tutto il mondo.

L’Unione della Gioventù Comunista siriana – Gioventù di Khaled Bagdash conferma il pieno impegno nella politica del Partito Comunista siriano, adottata all’11° Congresso, e gli orientamenti essenziali di lotta del partito nella fase attuale, adottati alla riunione del Comitato Centrale del Partito. Come riportato di seguito:

1. Difendere l’indipendenza e la sovranità nazionale, bloccare le trame imperialiste e i tentativi delle forze reazionarie arabe e locali, mobilitare il popolo sotto il grande slogan nazionale: “La Siria non si piega!”.

2. Lottare contro le politiche economiche neo-liberali, con tutte le sue forme e caratteri, difendendo la produzione e gli interessi dei produttori nazionali, e proponendo alternative concrete confermando l’orientamento generale adottato dall’11° Congresso del PCS sul rafforzamento del settore pubblico e il ruolo interventista dello Stato, nel quadro del capitalismo di stato nazionale dal carattere e dalle attività sociali.

3. Difendere con forza la massa popolare e supportare l’escalation della lotta di classe.

Cari compagni e amici, L’Unione dei Giovani Comunisti siriani – Gioventù di Khaled Bagdash lotta attraverso l’attività diretta di massa, petizioni, i sindacati, l’unione degli studenti, in tutti i settori del lavoro e dello studio, per mantenere la fermezza nazionale siriana contro i piani e le cospirazioni dell’imperialismo, del sionismo e delle forze reazionarie. E anche contro le politiche economiche neoliberiste, per sostenere la produzione nazionale e mantenere i diritti sociali del popolo siriano e dei giovani, in particolare l’istruzione gratuita, la sanità gratuita e l’opportunità di trovare lavoro, alloggi adeguati dei giovani, ampliando le libertà democratiche e soddisfacendo le esigenze degli studenti e dei giovani lavoratori.

Cari compagni, Al giorno d’oggi, quando abbiamo di fronte i gruppi terroristici, i massacri e le azioni di sabotaggio organizzate dai mercenari e sostenuti dall’imperialismo, confermiamo la nostra ferma posizione: Nessuna rivoluzione con l’imperialismo mondiale. Nessuna rivoluzione con la NATO. Nessuna rivoluzione con i regimi reazionari mercenari e anti-nazionali dei governanti del Golfo, che rubano la ricchezza dei popoli della penisola araba. Nessuna rivoluzione con le forze reazionarie e del tradimento. Perché una rivoluzione che ha il suo principale slogan non la liberazione della patria e la lotta all’imperialismo e al sionismo non è una rivoluzione.

Una rivoluzione che non solleva la bandiera dell’indipendenza nazionale e chiede l’intervento esterno non è una rivoluzione. Dobbiamo lottare contro i gruppi terroristici e le macchine mortali imperialiste, per l’indipendenza e la sovranità, per la libertà della patria e una vita felice per il popolo. La nostra battaglia è lunga e difficile, ma noi andremo avanti sulla via onorevole della lotta e vinceremo.

Patria o Morte!

Versione in Inglese su Red Youth UK
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mercoledì 16 gennaio 2013

Il Movimento sciita Hezbollah si mobilita per la liberazione di George Abdallah dalle carceri francesi!

Con la discesa in campo del potente partito e movimento di Resistenza Hezbollah la questione della ritardata liberazione del prigioniero politico George Ibrahim Abdallah da parte della Francia che solo qualche settimana fa sembrava riguardare solo i parenti e amici del prigioniero politico libanese e qualche nostalgico della lotta anti-imperialista anni '70 ha assunto un peso specifico del tutto diverso diventando "ipso facto" un dossier rilevante della politica libanese contemporanea.
 L'Ufficio Relazioni di Hezbollah ha accusato la Francia di avere subito l'indebita influenza di una 'campagna di pressioni orchestrata all'uopo dagli Usa', da sempre contrari alla liberazione del prigioniero politico George Abdallah, indicando come 'Il continuo capitolare e uniformarsi delle autorità di Parigi ai 'diktat' provenienti ora da Washington ora da Tel Aviv dimostra quanto velleitarie siano le pretese di autonomia e indipendenza di azione e giudizio del Governo francese'.

Hezbollah, che prendendo in mano direttamente la questione si rivela una volta di più come il vero 'agenda setter' della politica interna ed estera libanese, promette una "vasta e massiccia" mobilitazione a livello popolare e istituzionale per affrettare la definitiva liberazione di Abdallah e il suo ritorno in patria.
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La Russia rinsalda e rafforza l'alleanza con la Siria di Assad: carri armati russi e milioni di dollari di munizioni inviati all'Esercito di Assad!

Tre flotte della Marina Russa con un totale di 112 navi stanno in questi giorni conducendo un delicatissimo e pericoloso minuetto di fronte a 52 vascelli della 6° flotta Statunitense, che si trovano tutti nel Mar Mediterraneo anche se hanno da diverso tempo abbandonato la sua porzione orientale dove la Marina Russa sta conducendo esercitazioni congiunte con i Siriani.

Le tre flotte partecipano alle prime manovre in assoluto per la Marina Russa nel Mediterraneo assieme alla Marina Siriana, utilizzando per l’addestramento munizioni dal vivo, da spararsi contro relitti di navi in disuso, dichiarando zona rossa tutto il litorale Siriano fino ad una profondità di 6 miglie marine.

I Russi addestreranno nel contempo i loro colleghi Siriani all’uso di uno dei più sofisticati missili antinave mai costruito e recentemente fornito a Damasco a rinforzo di altri sistemi precedentemente in uso. Le manovre dovrebbero durare circa un mese. E degno di nota il fatto che molte unità come anche tutti i sommergibili imbarcano a bordo missili nucleari, su diretto ordine del Presidente Putin.

Nel contempo le navi Russe sbarcheranno 150 nuovi carri armati modello T-90S: così la Repubblica di Assad diventa il sesto paese al mondo a dotarsi del modernissimo carro russo dopo Algeria, Khazakistan, Venezuela, India e, appunto, Russia. Le flotte di Mosca inoltre consegneranno milioni di munizioni (razzi, missili, granate per carri e artiglierie) in totale per un velore di svariati milioni di dollari che la Siria pagherà in 10 anni.
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Due giovani palestinesi uccisi dai militari sionazisti: uno a Gaza, uno nella West Bank!

Si chiamano Mustafa abu Jarad e Samir Ahmed Awad le ultime due giovani vittime della cieca e barbara violenza sionazista contro la popolazione palestinese indifesa: i due giovani martiri hanno versato il loro sangue sulla redimenda terra di Palestina, arricchendola e impreziosendola ulteriormente, l'uno a Beit Lahiya, dove é stato freddato dai colpi di un 'coraggioso' tiratore scelto di Tel Aviv, che evidentemente si é preparato "psicologicamente" ammazzando un ragazzo disarmato alla geremiade planetaria della 'Giornata della Memoria per l'Holocau$to', durante la quale apologeti e giustificazionisti filosemiti ci racconterano quanto diritto abbia Tel Avivi di massacrare innocenti perché "Gli Ebrei hanno TANTO SOFFERTO!".
Ambedue le morti sono tragiche e imperdonabili...quella del giovane ammazzato a Gaza, oltretutto, varrebbe anche come infrazione del 'cessate il fuoco' stipulato a fine novembre per interrompere la "Guerra degli Otto Giorni" che vedeva Israele nel panico, incapace di fermare i lanci di razzi della Resistenza contro Dimona, Tel Aviv e Gerusalemme.
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martedì 15 gennaio 2013

Il martire del programma nucleare iraniano Massoud ali Mohamadi commemorato all'Università di Teheran!

Nel terzo anniversario della sua uccisione a Teheran, avvenuta per mano del traditore Majid Jamali Fashi tramite una moto-bomba piazzata vicino a casa sua, lo scienziato nucleare iraniano Massoud ali Mohamadi é stato commemorato con una semplice ma intensa cerimonia presso l'Ateneo della capitale iraniana, dove era Lettore e ricercatore.
Come segnalato su queste stesse pagine, Majid Jamali Fashi, il criminale che si era fatto sicario del sionismo internazionale per un compenso di 120mila dollari Usa é stato giustiziato a maggio 2012. Nonostante la campagna di assassinii sponsorizzata da Israele e dagli Usa contro il suo personale nucleare la Repubblica Islamica ha compiuto passi da gigante in questo campo.
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La gente di Idlib scende in piazza a manifestare il suo sostegno al Presidente Assad e il suo più sincero "grazie" all'Esercito che combatte i terroristi!

Il capoluogo della Siria nordoccidentale, Idlib, ieri si é animata del garrire di migliaia di bandiere che, impugnate da abitanti della città e del circondario, hanno dato vita a una immensa parata in segno di solidarietà e gratitudine con gli sforzi dell'Esercito per mantenere la provincia libera dalle bande terroriste wahabite che negli ultimi mesi hanno messo in pericolo la vita e l'incolumità di così tanti siriani.
Le immagini della manifestazione di Idlib si accompagnano idealmente con quelle provenienti da Latakia (Laodicea) dove la popolazione ha preso le armi e ha costituito una propria milizia volontaria per mantenere il controllo del territorio ed essere meglio in grado di denunciare movimenti 'sospetti' di mercenari stranieri alle forze regolari governative.
Come sostenuto dal Presidente Assad nel corso dell'orazione tenuta lo scorso 6 gennaio all'Opera Nazionale "la lotta in corso in Siria non é una guerra civile o una contesa tra Governo e opposizione, ma piuttosto la lotta di tutto il popolo siriano contro i suoi nemici stranieri, che vorrebbero vedere il paese prostrato e ridotto in schiavitù".
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Dopo l'ennesimo martirio di un innocente le proteste scuotono di nuovo Manama! Scontri e cariche nel Bazaar!

Dopo la morte dell'ennesimo martire barheini per la Democrazia e il cambiamento, Haj Habib Ibrahim Abdullah, il cui stesso corteo funebre é stato attaccato dagli sgherri del tiranno sunnita Re Al-Khalifa, come da noi puntualmente riportato, la capitale dell' "Isola delle Perle" Manama é stata nuovamente teatro di proteste e scontri.

Questa volta la dimostrazione si é tenuta nella zona del mercato, dove tra vicoli, piazzette e traverse i dimostranti hanno avuto migliore gioco a incanalare le cariche dei poliziotti in tenuta antisommossa, respingendole più volte. Da Malkiya, intanto, arriva la notizia che il nipote di Haj Habib Ibrahim, rimasto a sua volta intossicato dalla stessa cortina soffocante che ha causato la morte del suo parente, si trova attualmente in "condizioni stazionarie".
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Lo sdegno del Libano contro i ritardi francesi nella liberazione di George Abdallah: i suoi parenti chiedono moderazione alla folla!

Abbiamo già denunciato la vergognosa procrastinazione da parte francese delle procedure di rilascio e ritorno in patria del prigioniero politico George Ibrahim Abdallah, attivista della Resistenza apparentemente appartenente a un'altra era e a un altro mondo (quella dei movimenti rivoluzionari mediorientali politicizzati e laici, ideologicamente collocati a Sinistra) che si é ritrovato a diventare suo malgrado un simbolo della Resistenza del Ventunesimo Secolo visto che la potenza colonialista e imperialista che lo trattiene in carcere con pretesti é tuttora impelagata nel sostegno al terrorismo islamico di matrice qaedista in Siria e contemporaneamente interviene con le armi nell'Africa Nera con la scusa di combattere quello stesso qaedismo che favorisce altrove.
Dopo che una folla inferocita si é radunata sotto le mura dell'ambasciata francese di Beirut bersagliandola con sassi e rifiuti e lasciando graffiti in arabo e langue d'oil che accusavano Parigi di essere la "serva" o la "puttana" degli Usa, i familiari stessi di George Abdallah hanno rilasciato un appello in cui invitano i dimostranti a stazionare pacificamente presso la delegazione di Mat-haf ed a evitare gesti che "complicherebbero solo la situazione del loro congiunto".
Nel frattempo il Premier libanese Najib Mikati ha telefonato all'ambasciatore di Parigi Patrice Paolì chiedendogli ragione del ritardo nella liberazione di Abdallah e facendo pressione perché qualunque intoppo procedurale o burocratico venga superato confermando la fiducia nella buona volontà dell'Eliseo di dare esecuzione a quanto promesso non più di poche settimane fa.
Intanto i dimostranti fuori dall'ambasciata transalpina hanno iniziato a erigere una tendopoli promettendo di sostare attorno ad essa fino alla positiva soluzione dell' "Affaire Abdallah".
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lunedì 14 gennaio 2013

Il Primo Ministro siriano Al-Halqi parte per una visita ufficiale a Teheran!

Una delegazione istituzionale siriana di altissimo livello, capeggiata dal Premiaer Wael al-Halqi e comprendente esponenti governativi, militari ed economici é in partenza per la capitale della Repubblica Islamica, dove verrà ricevuta martedì dai vertici dello Stato iraniano.

Annunciando la propria partenza per l'Iran Al-Halqi ha dichiarato tutta la propria stima per la maniera aperta, onesta e sincera con cui l'Iran ha sostenuto gli sforzi siriani per uscire dalla crisi artificialmente scatenata nel paese dalle azioni irresponsabili di certe potenze locali agli ordini di ben determinati interessi internazionali.

"Certi cosiddetti 'avvocati della Democrazia', scegliendo di continuare a sostenere gruppi stranieri armati attivi all'interno del paese, non fanno altro che dimostrare quanta differenza esista tra la loro rarefatta retorica fatta di 'Diritti' e simili altre vuote formule e la realtà nella quale loro sono i primi a fare uso di formazioni terroristiche e bande di predoni per portare avanti i loro interessi".

Al-Halqi ha dichiarato che, anche qualora i criminali terroristi ammontassero alla cifra di centomila persone, e anche qualora fossero tutti siriani (il che non é, vista la preponderanza nei loro ranghi di fanatici stranieri 'paracadutati' nel paese dal complotto imperialista) rappresenterebbero comunque un'infima minoranza rispetto ai 24 milioni di cittadini siriani leali al Governo.
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Francesi, vergogna!!! Il Governo di Parigi ritarda la firma dei documenti di rilascio di George Ibrahim Abdallah!

Con una scelta che rende la Francia e i Francesi ancora più odiati (se fosse possibile) in tutto il Mondo Arabo e il Medio Oriente il Governo di Parigi, forse troppo impegnato a sostenere e foraggiare i tagliagole qaedisti che operano in Siria, forse troppo preso a tamponare le catastrofiche conseguenze del suo avventurismo neo-colonialista in Mali e in Somalia, ha posposto la firma dei documenti per il rilascio del prigioniero politico libanese George Ibrahim Abdallah che era atteso questa sera nella capitale Beirut.

Immediata la reazione dei cittadini libanesi che a centinaia hanno dato l'assedio all'ambasciata francese in Libano, bersagliandola con uova, sassi, rifiuti, scandendo slogan contro il Presidente Hollande e l'imperialismo arrogante. Secondo quanto filtrato dalla capitale transalpina la situazione di Abdallah verrà rivista il 28 gennaio.
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Anche il Nord dell'Irak si mobilita per il Premier Al-Maliki: "La destabilizzazione 'made in usa' non passerà!"

Dopo le vaste manifestazioni di cui abbiamo reso conto nel corso del venerdì di preghiera e del sabato successivo, che hanno visto migliaia e migliaia di persone scendere in piazza nella capitale Bagdad e nei centri urbani del Sud del paese, Najaf e Bassora (dove la popolazione é a schiacciante maggioranza sciita) nella giornata di ieri anche la metropoli settentrionale di Mosul si é animata di cortei e di striscioni a favore del Premier Nouri al-Maliki.

La cosa riveste una particolare importanza nel panorama etnico-settario irakeno perché dimostra che il sostegno al Primo Ministro é trasversale e non coinvolge unicamente i suoi correligionari sciiti, evidente dimostrazione di quanto velleitari siano i tentativi (nemmeno troppo celati o occulti) degli Usa e delle potenze sunnite del Golfo di scatenare frizioni e malcontenti su base etnico-religiosa nel paese, per indebolire l'Asse della Resistenza Teheran-Bagdad-Damasco-Beirut.

La dimostrazione di Mosul é stata organizzata dal partito islamico Dawa'a il cui leader, Sceicco Ali al-Abdullah ha sottolineato l'opportunità di non abolire le misure anti-terrorismo e anti-baath che dalla caduta di Saddam Hussein impediscono a chiunque abbia fatto parte del passato regime di ricoprire cariche pubbliche o amministrative.
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Il tiranno di Manama uccide un altro cittadino innocente con i gas asfissianti "Made in Usa!" Attaccato anche il corteo funebre!!

Sappiamo benissimo che nel mondo distorto della propaganda imperialista occidentali leader illuminati e amati dal loro popolo come il Presidente Bashir Assad vengono attaccati quotidianamente dai media venduti alla menzogne arroganti di Washington e Tel Aviv perché difendono l'Autonomia e l'Indipendenza dei loro paesi e dei loro cittadini, venendo accusati delle più incredibili enormità, mentre tiranni sanguinari come i sovrani sunniti Al-Saoud, Al-Thani e Al-Khalifa vengono 'coccolati' per la loro sottomissione e viene loro permesso di infierire col massimo dell'impunità contro i loro sudditi.
Nell'ennesimo caso denunciato da "Palaestina Felix" un dimostrante pacifico e disarmato che chiedeva la cacciata del sovrano corrotto e l'instaurazione della Democrazia a Manama, un giovane del villaggio di Malkiya di nome Haj Habib Ibrahim Abdullah é rimasto ucciso soffocato dai gas urticanti venduti a Re Al-Khalifa dal 'Nobel per la Pace' Barack Obama.
In una ulteriore dimostrazione di mostruosità le forze repressive del tiranno filo-occidentale si sono persino permesse di attaccare il corteo funebre della vittima, che naturalmente si é trasformato in una prova di abnegazione e disobbedienza civile da parte della popolazione, non intenzionata a lasciare che Haj Habib Ibrahim abbia sacrificato invano la sua vita, così come hanno fatto dozzine (ma più probabilmente centinaia) di attivisti per la democrazia uccisi con gas, pallottole, rapiti, torturati, scomparsi nelle galere della tirannide.
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domenica 13 gennaio 2013

Gli ex-ostaggi iraniani in Siria testimonieranno di fronte a Commissione Parlamentare per identificare formazioni e leader terroristi che li hanno tenuti prigionieri!

La loro ordalia finalmente terminata con un ritorno in patria veramente trionfale, i 48 pellegrini iraniani catturati lo scorso agosto dai terroristi mercenari wahabiti mentre si stavano recando presso Damasco a visitare il santurario sciita di Hazrat Zainab hanno ancora un compito da assolvere, che forse si rivelerà di estrema importanza per aiutare il Governo del Presidente Assad a schiacciare una volte per tutte l'insorgenza criminale aizzata contro il suo popolo dall'imperialismo occidentale e sionista.

Infatti gli ex-ostaggi si presenteranno nelle prossime settimane di fronte a una apposita commissione nominata dai Majlis (Parlamento) della Repubblica Islamica incaricata di indagare sulle circostanze della loro cattura, prigionia e liberazione, cercando di ricostruire al meglio delle loro possibilità, tempi, modi e luoghi della loro prigionia, identificando sulla base di documenti dell'Intelligence unità e comandanti delle formazioni terroriste con cui sono venuti a contatto.

Queste informazioni, collimate e confrontate tra loro, saranno poi subito spedite a Damasco dove si spera che risultino utili per vibrare nuovi decisivi colpi alla guerriglia qaedista finanziata da sauditi, turchi e qatarioti.
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Quattro eroi dei tunnel rimangono sepolti sotto metri di terra: i soccorsi ne recuperano uno ancora vivo!

Ancora una tragedia ha colpito gli indefessi lavoratori dei "Tunnel della Vita" che permettono, rischiando la vita e l'integrità fisica ogni giorno, un giorno dopo l'altro, di mantenere il ghetto assediato di Gaza almeno parzialmente rifornito di quei  beni che secondo le shylockiane 'tabelle della fame' stilate dai gerarchi sionazisti non dovrebbero entrare nella Striscia Litoranea: latte in polvere fortificato per neonati venuti al mondo già denutriti, medicine salvavita, antibiotici, carburante e materiali di prima necessità.

A seguito di uno smottamento avvenuto sabato sera ben quattro lavoratori dei tunnel sono rimasti sepolti sotto tonnellate di sabbia e terra vicino a Rafah, dove solo un cenno del presidente "musulmano" dell'Egitto potrebbe far spalancare i cancelli del varco di confine a ogni genere di merce, dando respiro a Gaza e consentendo di riavviare alla crescita la sua economia, strangolata da oltre sette anni di assedio.

Grazie agli sforzi dei soccorritori prontamente intervenuti uno dei dispersi é stato ritrovato e ricoverato con ferite da schiacciamento e parziale soffocamento, mentre ormai si dispera di trovare gli altri in vita ma si continua a cercare nel tentativo di poter riconsegnare alle famiglie almeno i corpi.
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Pierre Abisaab dichiara: "George Abdallah é un EROE del Libano e come tale va salutato e accolto al suo ritorno in patria!"

Come abbiamo precedentemente annunciato il prigioniero politico libanese George Ibrahim Abdullah, da quasi 30 anni in carcere in Francia, sta per essere liberato e adesso é chiarito anche quando rientrerà effettivamente a Beirut: il suo arrivo é atteso per la serata di domani, lunedì 14 gennaio.

In un editoriale di rara intesità il vicedirettore del quotidiano Al-Akhbar Pierre Abisaab segnala come sia non soltanto opportuno ma anche doveroso che esponenti istituzionali libanesi, slegati da qualunque logica partitica o settaria, siano presenti al suo rientro, per tributare "il giusto riconoscimento a un EROE che appartiene alla stessa categoria di Missak Manouchian e di Jean Moulin (figure-simbolo della Resistenza francese antinazista).

Abisaab indica Abdallah come un esempio di abnegazione, di coraggio, di volontà, di fronte al sopruso della forza cieca che vuole sostituire il Diritto (come nel 1982 la forza cieca di Israele e degli Usa stritolò il piccolo Libano sotto i cingoli dei suoi carri armati e le cannonate e le bombe delle sue corazzate e dei suoi jet) di far valere la Volontà dei popoli di non sottomettersi e di far pagare agli arroganti il prezzo massimo possibile per la loro crudele presunzione.

Non possiamo non dargli ragione su tutta la linea.
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Estrema violenza sionazista contro la popolazione palestinese! Immagini scioccanti da Gaza e dalla Cisgiordania!

Non esiste alcuna possibilità di dialogo con l'entità ebraica abusiva che occupa la Palestina storica. Questa realtà deve essere accettata come autoevidente da tutti coloro che hanno a cuore la sorte e i Diritti del Popolo palestinese. Oltre sessanta anni di occupazione, stragi, devastazioni, persecuzioni, apartheid, aggressioni lo dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio: le 'anime belle' con gli occhioni pieni di stelle (e la testa piena di Hasbara) che starnazzano di "due stati" e di "diritto di Israele a esistere" sono parte del problema e non parte della soluzione.
Quanto si possa 'dialogare' e 'trattare' con Israele il regime ebraico di occupazione lo ha mostrato negli ultimi giorni, ammazzando due civili palestinesi disarmati e indifesi, uno nel Nord del ghetto assediato di Gaza, il secondo in Cisgiordania e poi scatenando i suoi sgherri in uniforme a sradicare con estrema violenza un presidio di tende eretto da attivisti palestinesi in una zona riservata da Tel Aviv all'espansione dell'ennesimo insediamento illegale di fanatici giudei armati.

Nel Nord di Gaza, il martire Anwar Mohammed Mamluk é stato assassinato venerdì da un cecchino sionazista (chissà se anche questo si prenderà una 'medaglia al valore'!), invece il martire Odai Darwish é stato colpito e ucciso nella giornata di ieri presso Al-Khalil mentre stava andando al lavoro. Poliziotti e militari sionazisti si sono scatenati in una vera e propria orgia di bestiale violenza contro i duecento palestinesi che per protesta avevano eretto due dozzine di tende davanti all'insediamento giudaico illegale di Maal Adumim, che con la sua stessa esistenza contravviene alla Risoluzione Onu 242.
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