sabato 15 giugno 2013

Hassan Rohani é il nuovo Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran!!!

Con appena uno 0,70 per cento dei voti a scongiurare un ballottaggio il centrista Hassan Rohani é diventato il successore di Mahmoud Ahmadinejad sulla poltrona di Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.

Nato il 13 dicembre 1948 a Sorkeh, nella Provincia di Semnan Rohani iniziò la propria educazione religiosa nel seminario di Semnan a soli 12 anni prima di spostarsi nella città sacra di Qom, dove si perfezionò nello studio della Giurisprudenza islamica, nel 1969, a Teheran, si laureò in Legge prima di trasferirsi in Scozia dove si specializzò alla Caledonian University di Glasgow.

Attivo nella contestazione del tiranno Reza Palhevi fin dai primi vagiti del movimento che avrebbe portato alla Rivoluzione Islamica, dopo il ritorno di Khomeini in patria venne inviato più volte all'estero come 'ambasciatore' e portavoce della neonata Repubblica Islamica grazie alla sua perfetta padronanza dell'Inglese, dell'Arabo e del Francese.

Durante la guerra di difesa contro l'aggressione dell'Irak di Saddam Hussein, burattino dell'imperialismo, Rohani ricoprì molte cariche di prestigio come membro dell'Alto Consiglio di Difesa, Comandante della Difesa Aerea e persino Vicecapo delle Forze Armate iraniane.

Sleiman mette in guardia i filo-takfiri di '14 Marzo' e i loro manutengoli wahabiti: "L'Armee Libanaise autorizzata a rispondere al fuoco!"

Con un messaggio di tono determinato e precisione inequivocabile il Presidente libanese ha dato esplicitamente mandato alle forze armate nazionali di "affrontare e rispondere al fuoco" di qualunque formazione armata (regolare o meno) che prenda di mira territorio, strutture o cittadini del Paese dei Cedri.

L'appello si é reso necessario dopo che più di una volta negli ultimi giorni gruppuscoli armati di terroristi takfiri hanno cercato di 'vendicarsi' dell'intervento armato di Hezbollah a fianco della Repubblica Araba Siriana sparando razzi e colpi di mortaio verso diverse località della Vallata della Biq'a, corridoio strategico di comunicazione tra Beirut e Damasco, da sempre controllata dal movimento sciita di Resistenza.

Ovviamente tutto questo non sarebbe successo senza l'imbecille 'attivismo' di Saad Hariri e soci dell'Alleanza 14 Marzo, politicanti inetti e superficiali, che speravano, mettendosi al servizio del complotto internazionale anti-Assad di guadagnare 'punti pasticcino' nei confronti di Washington e Tel Aviv. 

La battaglia nel Nord diventa decisiva, le forze di Assad devono mettere a segno colpi decisivi lungo la frontiera turca!

Ancora una volta la redazione di Palaestina Felix deve ammettere a malincuore che, nonostante le intenzioni e gli sforzi di buona volontà, diversi outlet mediatici che vorrebbero sinceramente contribuire alla causa anti-imperialista, in realtà non si trovano altro che a ripetere informazioni parzialmente o totalmente inesatte riprese o riportate da fonti schierate con la vulgata filo-occidentale e atlantista. In questi giorni si combatte una battaglia decisiva per le sorti della Siria attorno ad Aleppo, lo sappiamo; ma questo NON VUOL DIRE che le forze di Assad debbano "riconquistare Aleppo" (in primis perché non l'hanno mai veramente persa) né che la metropoli del Nord sia diventata una 'roccaforte takfira'.

Ripetere queste che sono totali SCIOCCHEZZE vuol dire non aver capito la dinamica di due anni di guerra terroristica in Siria e ripetere più o meno edulcorate le MENZOGNE di CNN, Al-Jazeera, BBC, Al-Arabiya e via discorrendo. Osservate, per favore, la mappa qui sotto riportata:
Essa rappresenta lo schieramento delle forze AL PRINCIPIO dell'ultima fase di operazioni intorno ad Aleppo. Come si vede le forze lealiste sono SALDAMENTE IN POSSESSO di tutti i principali centri abitati della fascia urbana metropolitana e i terroristi wahabiti invece si trovano ALL'ESTERNO, nelle zone periferiche. Questo perché in due anni di insorgenza i terroristi non sono MAI RIUSCITI A OCCUPARE SALDAMENTE una qualsivoglia estensione di territorio siriano; che i guerriglieri qaedisti siano riusciti a 'interdire' zone di territorio al Governo centrale E' UNA PURA FOLA propalata dalla propaganda atlantista. Se avessero mai ESCLUSO una zona dalla presenza governativa NATO ed emirati arabi si sarebbero AFFRETTATI a dichiararla ZONA INTERDETTA e a usarla (come la Cirenaica in Libia) come 'staging ground' del loro intervento anti-Assad. Esistono, é vero, zone in cui i terroristi HANNO LIBERTA' DI MOVIMENTO, ma come loro anche convogli e forze regolari possono attraversarle. L'insorgenza wahabita non é mai andata oltre nel suo 'controllo' del territorio, non é, dunque, riuscita a imporlo, da nessuna parte.

Adesso le forze di Assad devono procedere oltre le zone metropolitane e "ripulire" villaggio dopo villaggio fino ad arrivare ai varchi di confine con la Turchia, approfittando del 'respite' garantito dalle turbolenze interne che negli ultimi dodici giorni hanno preoccupato il satrapo Erdogan molto più della situazione dei suoi burattini oltreconfine. Per ora intensi scontri sono stati segnalati nei pressi di  Al-Awared, Sheik Massood e Al-Nobbol, inoltre il villaggio di Mayer sarebbe stato completamente messo in sicurezza e ripulito da ogni presenza takfira.

Si contano i voti per le Presidenziali iraniane: il termine ultimo di voto rimandato QUATTRO VOLTE per l'alta affluenza!

Con grande compostezza e ordine si sono svolte in tutto il territorio della Repubblica Islamica Iraniana le operazioni di voto per l'undicesima elezione presidenziale (contornata da consultazioni minori di natura locale e municipale), un evento che ha esercitato un vastissimo richiamo sulla popolazione che, dai villaggi sulle rive del Caspio fino ai sobborghi della metropoli Teheran, da Isfahan a Bandar Abbas, da Khorramshar a Qom a Shiraz si sono recati a milioni alle urne.

Il dato finale sull'affluenza non é certo, si parla di oltre il settanta per cento, ma é certo notevole il fatto che il termine ultimo per le votazioni  é stato rinviato ben quattro volte, ciascuna per un'ora, per l'evidente impossibilità di far votare tutte le persone che, pazientemente, hanno atteso in fila per ore davanti ai seggi.

Che differenza con l'occidente, dove ormai la maggioranza dei cittadini sa benissimo che qualunque frego faccia sulla scheda gli indirizzi di politica del suo paese (da quella internazionale fino a quella locale) vegono ormai decisi in ristrettissimi comitati d'affari strettamente 'bipartisan' e strettamente fedeli a Usa e Sion e quindi preferiscono disertare le inutili urne come ha mostrato la recente, vergognosa affluenza alle consultazioni comunali!

venerdì 14 giugno 2013

Bill Clinton, burattino di Sion, vorrebbe costringere Obama ad attaccare la Siria per compiacere i suoi padrini di Tel Aviv!

Probabilmente non si può trovare un Presidente che abbia più nuociuto alla credibilità, al prestigio, all'immagine della carica di POTUS (President of the U.S.) di Bill Clinton. Questa sottospecie di 'Rutelli dell'Arkansas', sospinto fino allo Studio Ovale nel corso di una campagna elettorale che non avrebbe dovuto avere storia dagli sforzi frenetici della 'Lobby a Sei Punte' ansiosa di mettere CHIUNQUE alla Casa Bianca pur di 'punire' Bush Sr. che aveva "osato" spingere Tel Aviv al tavolo di Madrid con la minaccia di ridurre o annullare gli annuali trasferimenti di miliardi di dollari Usa che, sottratti alle tasche dei contribuenti americani, tengono in piedi il malandato carrozzone sionista in Palestina (senza quel denaro il regime ebraico di occupazione semplicemente non potrebbe esistere).

Ora, con la moglie messa fuori gioco da gravi motivi di salute, la Lobby sionista americana rimette in campo questo vetusto arnese, maldestro speculatore immobiliare, maldestro adoperatore di sigari sessuali contro stagiste, mentitore di fronte a commissioni d'inchiesta, per fargli dire che, nonostante il parere contrario della maggioranza assoluta degli americani, "Obama dovrebbe prendere l'iniziativa di attaccare la Siria".

Chi si trovasse a prendere consigli di politica estera da Clinton, che bombardava 'a casaccio' Irak e Sudan nel disperato tentativo di distrarre l'opinione pubblica dall'ultima delle sue 'marachelle' che aveva appena raggiunto i mezzi di comunicazione, avrebbe veramente gravi problemi di cervello come la foto che abbiamo selezionato per accompagnare questo articolo sembra, sarcasticamente, sottintendere.

E' proprio di questi giorni un sondaggio NBC/WSJ secondo il quale il 24 per cento degli Americani ritiene che la Casa Bianca dovrebbe ignorare completamente quel che sta accadendo in Siria, il 42 per cento vorrebbe che gli Usa versassero contributi solo e soltanto per alleviare le condizioni dei profughi, e soltanto il 26 per cento raccomanderebbe un qualche genere di intervento armato o di natura militare.

Il Sud-Sudan invia uomini ad attaccare con esplosivi il sito di Diffra nell'Aybei; la coraggiosa denuncia di Khaled Saad!

Dopo la decisione del Governo sudanese di chiudere "per almeno 60 giorni" gli oleodotti al transito del petrolio ingiustamente assegnato alla cricca banditesca di Salva Kiir dall'iniqua spartizione caldeggiata da Washington e Tel Aviv, il ridicolo dittatore-cowboy Salva Kiir e i suoi manutengoli non hanno trovato di meglio che organizzare un attentato esplosivo contro il sito petrolifero di Diffra, nella regione di Aybei mobilitando all'uopo i briganti da loro foraggiati in territorio settentrionale e i miliziani delle loro bande temerariamente elevate allo status di 'esercito nazionale'.

L'attacco, secondo la ricostruzione offerta dall'ufficiale sudanese Sawarmi Khaled Saad, ha causato un'esplosione e un incendio, che sono stati rapidamente contenuti e domati dal personale del sito estrattivo. "Le prime risultanze dei rilevamenti fatti in loco dimostrano che i briganti attivi nella zona non sarebbero mai riusciti a manipolare un congegno esplosivo del tipo usato contro l'impianto, se non con l'aiuto di forze ostili provenienti da oltreconfine".

La decisione di Khartoum di 'strozzare' le esportazioni petrolifere del Sud deriva dalla necessità di impedire che i proventi del greggio (greggio che una volta era legittima proprietà di tutti i sudanesi) vengano impiegate dal cleptocratico regime di Juba per finanziare terroristi e banditi nelle regioni di Darfur, Aybei e Sud Kordofan.

giovedì 13 giugno 2013

As-Safir lancia l'ipotesi di un "Diktat" di Washington dietro la prossima abdicazione di Al-Thani, con tanto di minaccia finanziaria!

Machiavelli raccomandava al 'Principe' di servirsi, per i suoi scopi, di uomini gretti e sgradevoli che potessero, al momento opportuno, venire messi da parte senza che alcuno avesse nulla da protestare, anzi, eventualmente garantendo a chi 'licenziava' tali buratti ormai disutili, la 'gratitudine' di coloro che avevano dovuto subire le loro prepotenze.

E potrebbe esserci un meccanismo simile, almeno prestando fede alle ipotesi esplicate nell'ultima edizione del quotidiano libanese 'As-Safir' dietro alla notizia del prossimo cambio al vertice della Dinastia Al-Thani, che, secondo i bene informati (tra cui noi, che abbiamo segnalato i movimenti in merito in un nostro recentissimo articolo)  dovrebbe portare il 'Delfino' Principe Tamim a sostituire il genitore Emiro Al-Thani sul trono del Qatar entro i primi di agosto 2013.

La redazione del quotidiano ipotizza un vero e proprio 'diktat' di Washington dietro la decisione dell'Emiro qatariota, che sarebbe stato 'convinto' ad acconsentire da una nemmeno tanto velata minaccia americana verso tutte le proprietà di Doha non solo in territorio statunitense, ma persino nell'UE e in altri paesi occidentali asserviti a Obama, che in caso di riluttanza dell'attuale Emiro sarebbero state sequestrate en masse con la scusa di dover prevenire distrazioni di fondi a organizzazioni estremiste e terroriste.

Ovviamente Obama e soci sarebbero furiosi per la maniera 'disinvolta' con cui Al-Thani ha distribuito centinaia di milioni di dollari a milizie wahabite estremiste in Libia e in Siria, senza alcun pensiero a cosa sarebbe stato di queste cellule impazzite in prospettiva futura: l'agguato e l'ammazzamento del console americano a Bengasi ha ben mostrato cosa possano fare 'cani sciolti' in passato troppo riccamente foraggiati.

Gli uomini di Hezbollah a Qusayr, dopo la vittoria, aiutano la popolazione a ricostruirsi una vita e prevengono saccheggi e disordini!

"Vergognati! Non hai rispetto della proprietà degli altri?" il tono del miliziano di Hezbollah rende retorica la sua domanda, la mimetica impolverata eppure molto più ordinata e marziale di quella di qualunque 'guerrillero', le mani strette sull'arma che tiene però puntata al suolo é fermo ma non minaccioso.
L'uomo a cui si rivolge, sorpreso a caricare una carriola con parti di ricambio prelevate da un'officina, cerca una giustificazione: "Il mio trattore é rotto, ho bisogno di ripararlo per lavorare...".
"Torna quando ci sarà il proprietario, e paga quel di cui hai bisogno".
Pochi secondi di silenzio, poi, con calma rassegnata, l'uomo inzia a prendere i pezzi dalla carriola e riportarli dentro la bottega da cui li aveva prelevati.

Questa scena, riportata da un articolo del Wall Street Journal (pubblicazione non certo famosa per la sua simpatia per Nasrallah e soci), dimostra come, oltre a contribuire alla vittoria militare di Qusayr, le forze del movimento di Resistenza sciita siano tuttora impegnate a controllare la situazione, evitare saccheggi e vendette, aiutare la popolazione a ricostruirsi una vita e una normalità che avevano perso con l'arrivo nella zona dei violenti fanatici di Al-Nusra e delle altre sigle del wahabismo fanatico e mercenario.

Nel frattempo, dai media libanesi, arriva la rivelazione che, secondo un sondaggio tenuto recentemente, oltre il 78 per cento della popolazione (non solo e non soltanto sciita) ritiene 'corretto e giustificato' l'intervento degli uomini di Nasrallah oltreconfine, non solo per la protezione dei cittadini libanesi in Siria e dei luoghi sacri sciiti, ma anche per prevenire l'estensione dell'instabilità e della violenza verso il Paese dei Cedri, obiettivo per cui avevano indefessamente lavorato per mesi e mesi i politici incauti della coalzione filoamericana e filosionista "14 Marzo".

L'Emiro Al-Thani del Qatar prepara l'uscita di scena propria e del cugino Hamad bin Jassim!

Riceviamo con piacere e riportiamo la notizia di manovre interne alla corte del reazionario emriato petrolifero del Qatar, dove, in concomitanza con la debacle siriana (che ha garantito al sovrano di Doha la sorda ostilità tanto di Casa Saoud quanto delle cancellerie europee e della Stanza Ovale), sembra che il pingue Emiro Al-Thani stia organizzando la successione al trono del proprio primogenito ed erede diretto Principe Tamim.

Evidentemente ammaestrato dalle croniche difficoltà dei vicini Sauditi, che si ostinano a mantenere sul trono una stringa di senescenti 'principi' in attesa di avere esaurito la lista di prentendenti dei 'Sette Sudairi", Al-Thani vorrebbe vedere le redini del potere in mano al giovane ed energico Principe Tamim (née: 1980) quanto prima, anche per permettere alla sua casata di presentarsi con "una faccia pulita" al tavolo diplomatico per la soluzione della crisi siriana, cui l'attuale Emiro ha contribuito lanciando centinaia di milioni di dollari d'armi, esplosivi e rifornimenti ai più instabili e fanatici estremisti islamici del Globo.

Insieme all'Emiro Al-Thani dovrebbe lasciare le sue cariche anche il cugino Hamad bin Jassim, attualmente Premier e Ministro degli Esteri.

Il Principe Tamim, diplomatosi all'Accademia militare britannica di Sandhurst come i rampolli di tante monarchie arabe reazionarie, si é finora dilettato di sport, presiedendo il Comitato Olimpico qatariota, ingegnerando l'acquisto da parte del fondo d'investimento di famiglia del Paris-Saint-Germain e lobbizzando la FIFA per ottenere a Doha l'organizzazione dei campionati del mondo di calcio 2022.

Ignorante 'sceicco' wahabita convoca "Raduno Anti-Hezbollah" a Beirut! Risultato: ben CENTOCINQUANTA presenti!

Lo 'Sceicco' Mashnouk fa parte dello sconfortante sottobosco di rozzi, ignoranti e superficiali predicatori wahabiti che prosperano nell'estensione del Medio Oriente grazie agli emolumenti delle petro-monarchie reazionarie e filo-americane del Golfo, spandendo come veleno una interpretazione dell'Islam meschina, riduttiva (a dir poco) e violenta. Costui, ha avuto l'ardire, a Beirut, di convocare per la giornata di ieri nientemeno che una MANIFESTAZIONE ANTI-HEZBOLLAH, per mostrare il suo sostegno ai qaedisti takfiri in rotta in Siria e la sua disapprovazione (e quella dei suoi seguaci!) all'intervento della milizia di Resistenza sciita a fianco dei libanesi residenti in Siria nei villaggi di confine e a protezione dei luoghi sacri sciiti nel paese.

La foto di cui sopra mostra, all'apice dell'evento, il turn-out di pubblico che ha risposto alle ardenti parole del predicatore 'barbouze'...poco più di 120 persone, "forse" centocinquanta. Questo 'pienone', tranquillamente superato dall'afflusso medio di pubblico a un'esibizione dell'Orchestra "Amici del Liscio" o a quello della "Sagra degli gnocchi e della salamella" di Pognana Lario dà la dimostrazione di quanto seguito effettivo tali autonominatisi 'sceicchi' fondamentalisti possano effettivamente comandare. Senza i milioni di dollari degli Emiri corrotti non potrebbero nemmeno compersarsi un petardo con l'autofinanziamento.
Ben altro spettacolo, amiamo ricordarlo, di folla e di partecipazione, sono i raduni e le manifestazioni di Hezbollah; chissà come mai????

mercoledì 12 giugno 2013

Mentre Fabius lagna impotente gli Eserciti di Siria e Irak marciano all'unisono sui covi dei terroristi wahabiti!

Mentre a Parigi il sionista Laurent Fabius, che si é comprato lo scranno di Ministro degli Esteri coi denari fatti dai suoi antenati rigattieri e mercanti di croste, piagnucola impotente sulla 'necessità' di "fermare Assad prima che arrivi ad Aleppo", ottime notizie per gli avversari dell'imperialismo, dell'arroganza e dell'oppressione arrivano tanto dalla Siria, dove si espande e si approfondisce la manovra anti-terrorismo delle forze armate nazionali, ma anche dall'Irak dove, iniziata già alcune settimane fa, una vasta operazione militare lungo il confine occidentale sta stritolando una base e un covo takfiro dietro l'altro.

Nella Provincia di Idlib almeno cento terroristi sono stati eliminati tra Al-Najieh, Al-Jeftlak e Qatroun, villaggi nei dintorni di Jisr al-Shoughour, circa sessanta takfiri, feriti, sarebbero stati catturati e quindici 'tecniche' ricavate da jeep e pickup armati di mitragliatrici e cannoncini sono state distrutte o confiscate. Altro covo wahabita é andato distrutto vicino a Sermeen mentre un concentramento di mercenari stranieri presso un vicina cava di pietra é stato accerchiato e ridotto all'impotenza.

Contemporaneamente é stata confermata la notizia che almeno quattro brigate dell'Esercito regolare irakeno sono impegnate lungo la frontiera dell'Ovest con la Siria, nella 'calda' Provincia di Anbar nel tentativo di trovare e distruggere tutti i rifugi del terroristi takfiri e bloccare eventuali vie di fuga ai resti delle formazioni scompaginate e decimate dalle vittoriose offensive siriane di questi giorni.



Grido dall'allarme del rappresentante ONU in Sud-Sudan: "Il numero enorme dei profughi supera la nostra capacità di proteggerli!"

Quasi ogni volta che ci siamo  trovati a parlare del Sud-Sudan non abbiamo potuto fare a meno di far noare ai nostri lettori come esso corrisponda fin nei più minimi dettagli alla definizione di "stato fallito" essendo nient'altro che una raccolta casuale di province ex-sudanesi scelte non a partire da una (inesistente) identità comune, ma  a seconda del fatto che contenessero o meno petrolio e acqua, le due risorse che Washington e Tel Aviv volevano negare al Nord arabizzato e musulmano.

Dopo la recente strage di 24 persone presso Pibor, nel disgraziato distretto di Jonglei (da anni vittima di scontri etnici) e il vergognoso episodio del saccheggio compiuto dalle stesse 'truppe regolari' del Governo contro le strutture ONU, francesi e italiane l'inviata delle Nazioni Unite Hilde Johsnon ha dichiarato che 'con la sua capacotà logistica attuale il corpo di spedizione ONU non può più garantire la protezione di un numero di profughi civili che non fa alto che crescere, crescere, crescere sempre di più'.

Uno dei principali motivi di questo influsso di profughi che si rifugiano presso le strutture ONU é la presenza nello stato di Jonglei delle forze di David Yau Yau, il signore della guerra già in passato alleato del brigante Salva Kiir, poi divenuto suo acerrimo nemico.

La Marina iraniana vara la corvetta 'Bayandor' rimodernata e potenziata dal programma di autosufficienza militare!

Nella scorsa giornata di martedì 11 giugno, con una speciale cerimonia tenutasi nel porto meridionale di Bandar Khomeini, lo Stato Maggiore dell'IRIN al completo ha tenuto a battesimo la versione potenziata e modernizzata della corvetta 'Bayandor', padrini della cerimonia il Comandante Supremo della Marina, Contrammiraglio Habibullah Sayyari e il suo collega Comandandte dell'Artesh (Esercito), Maggior Generale Ataollah Salehi.

Il nuovo 'Bayandor' ha avuto rinnovati e potenziati i motori, il sistema di raffreddamento e le pompe del carburante e dell'olio, oltre ai sistemi di monitoraggio e controllo, specialmente quelli dei sistemi d'arma, che comprendono un pezzo d'artiglieria a tiro rapido ed alta precisione da 76mm, una batteria di cannoncini antiaerei da 40mm e un sistema missilistico SSM "Noor".

Nel suo discorso all'inaugurazione Sayyari ha dichiarato che il Bayandor sarà presto inserito nell'organico della 27esima o della 28esima flottiglia dell'IRIN che intraprenderanno nel prossimo futuro missioni nel Golfo di Aden o nella parte settentrionale dell'Oceano Indiano; attualmente la Marina di Teheran ha in mare la 26esima flottiglia che sta pattugliando le acque somale infestate da pirati e presto varcherà anche la acque del Mar Rosso.

martedì 11 giugno 2013

Mohamed Reza-Aref dice: "Ciao ciao!" alla corsa alla Presidenza dell'Iran!

Appena un gioeno dopo che aveva, berlusconianamente, promesso di creare "Un Milione di Posti di Lavoro" in caso di una sua elezione il candidato 'riformista' Mohamed Reza-Aref ha annunciato il proprio ritiro dalla competizione elettorale per la Presidenza della Repubblica Islamica.

Come avevamo correttamente previsto nel nostro precedente articolo il ritiro del candidato 'principlista' (= 'conservatore' nella parlance politica iraniana) Haddad-Adel ha scatenato una immediata reazione nel campo avverso, ora, in caso di ulteriori forfait da parte dei candidati rimasti in lizza si potrebbe parlare addirittura di vero e proprio 'effetto domino'.

Come ci si aspettava, Reza-Aref ha concesso il proprio ritiro in cambio di un formale impegno da parte del candidato riformista favorito dalla sua mossa, cioé Hassan Rohani, di venire chiamato a riempire la poltrona di Vicepresidente in caso di sua vittoria elettorale.

Khartoum pronta a escalare l'offensiva economica contro i briganti del Sud-Sudan: "A rischio tutti i nove trattati economici!"

Non c'é solo l'embargo degli oleodotti, già scattato nel corso del week-end, per diretto decreto del Presidente Omar Bashir, tra le armi che il Governo del Sudan può usare contro il regime di Juba e la sua stupida e provocatoria insistenza nel finanziare e aizzare le milizie di briganti attive in Darfur e Sud Kordofan, il Ministro dell'Informazione Abdul Bilal Osman ha annunciato che "tutti gli accordi economici col Sud" sono sul punto di venire cancellati.

Quindi non una (peraltro già caduta) ma ben nove sono le Spade di Damocle che ondeggiano minacciose sopra il ridicolo cappello da cowboy di Salva Kiir; il Sud-Sudan già nel suo stato attuale é un paese fallito dove il 15 per cento dei nati non riesce ad arrivare a compiere cinque anni, dove potrebbe precipitare la sua economia senza il sostegno di Khartoum non é dato saperlo.

Il capo dell'Intelligence sudanese, Mohamed Atta, ha confermato che, a prescindere dalle reazioni che possano arrivare da Sud, il blocco degli oleodotti proseguirà "almeno" per due mesi, quindi fino alla prima decade di agosto.

Il candidato Haddad-Adel annuncia il suo ritiro dalle Presidenziali per favorire la confluenza dei voti su Velayati!

In quello che potrebbe rivelarsi un importante punto di svolta nella competizione elettorale per la presidenza dell'Iran il candidato Gholam-Ali Haddad-Adel ha annunciato il suo ritiro dalla corsa, senza dubbio deciso per facilitare l'affermazione dell'Ex-ministro degli Esteri Ali Akbar Velayati, che così aumenta sensibilmente il proprio bacino di consensi.

Adel e Velayati fanno parte della fazione "principlista", che comprende i politici particolarmente ligi ai principi fondamentali della Repubblica Islamica, all'esempio dell'Ayatollah Khomeini e alla lettera della "Velayat-e-Fiqh". Altro esponente di questa corrente é il candidato Qalibaf; se ora anche lui seguisse l'esempio di Adel, Velayati vedrebbe le sue chance di una vittoria al primo turno aumentare esponenzialmente, visto che i candidati 'riformisti' sono ancora entrambe in gara e giocoforza dividerebbero il pool dei propri sostenitori.

Ma non é detto che proprio l'esempio di pragmatismo politico principlista non precipiti il ritiro di uno dei due candidati riformisti.

lunedì 10 giugno 2013

Dopo le vittorie nell'Ovest l'Esercito di Assad marcia verso Nord: obiettivo l'hinterland di Aleppo e i varchi di confine con la Turchia!

Come abbiamo annunciato già in precedenza l'Alto Comando siriano aveva le idee molto chiare ancora prima che il cappio venisse definitivamente tirato nei confronti degli ultimi superstiti di Qusayr riguardo a dove e come bisognasse colpire subito dopo aver finito di ridurre la 'sacca' al confine col Libano.

Conseguentemente a ciò, appena le operazioni si sono ridotte al minimo nella Provincia di Homs, i cingoli della Sesta Divisione Corazzata hanno cominciato a sferragliare in direzione Nord, accompagnati dalla ritimica marcia degli stivali di 6 brigate di fanteria motorizzata e meccanizzata e dai canti entusiasti di almeno 2400-2500 combattenti di Hezbollah, obiettivo: i dintorni di Aleppo.

Secondo i primi rapporti ufficiali dell'Esercito siriano le avanguardie della 'task force' incaricata di rendere sicura la cintura perifierica della città sarebbero già entrate a  Kafar Hamra, Haryatan, Andan, Hayyan, Sheikh Maqsood Syria, Bustan Al-Basha, Bustan Al-Qasr e Al-Ameriya; finora grandi concentrazioni di forze terroriste sarebbero state segnalate presso Haryatan, Kfar Hamra e Al-Atrab e proprio in queste ore si starebbero concentrando le forze necessarie ad accerchiare e distruggere ognuno di questi caposaldi takfiri.

EXTRA! Le Brigate Qassam hanno scelto da che parte stare! "Non tradiremo l'alleanza con Hezbollah e Teheran!!"

Capita, a volte, nel gravoso compito di redarre e aggiornare questo blog giornalistico, l'occasione di essere pienamente ed entusiasticamente coinvolti dall'argomento di cui si sta scrivendo, desiderando con tutto il cuore di riuscire a tradurre in parole il fremito emotivo e la gioia che sentiamo attraversarci l'anima e la mente mentre ripensiamo al soggetto o all'argomento della notizia in essere.

Ecco, questo é uno di quei casi, visto che il fatto di cui stiamo dando notizia ha costituito per non breve tempo l'oggetto non dico delle nostre preghiere, ma certamente delle nostre speranze, anche se in certi momenti sembrava risiedere più che altro nel regno delle fantasie irrealizzate.

Adesso possiamo e dobbiamo dirlo: secondo quanto riportato  da Walid Awad e  Saad Elias sul quotidiano Al-Quds al-Arabi le brigate Qassam, ala militare del movimento Hamas, hanno deciso di fare di testa propria prendendo posizione a favore dell’alleanza con il libanese Hezbollah e l’Iran e denunciando quindi le scelte di Khaled Mishaal, Moussa Abu Marzouk, Ismail Haniyeh e altri che negli ultimi mesi si sono riposizionati su linee filo-saudite, filo-qatariote, filo-wahabite sostenendo a parole (e forse anche con supporti materiali) i terroristi mercenari scatenati contro la Siria.

Questo rivolgimento aveva portato i libanesi Hezbollah a dare l'ultimatum al personale di Hamas presente nel Paese dei Cedri, specialmente nella zona di Dahyieh, come avevamo puntualmente segnalato con un nostro articolo. Le Brigate Qassam, secondo l'articolo di 'Al-Quds' sarebbero state portate alla rottura con la leadership di Hamas dalla recente esperienza della 'Guerra degli Otto Giorni' quando l'intera capacità di risposta e rappresaglia contro Israele é stata dovuta al sostegno passato iraniano, siriano e di Hezbollah mentre poco o nulla ha contribuito ad aiutare i difensori di Gaza la recente 'amicizia' di Casa Saoud e dell'Emiro Al-Thani.

A benedire la scelta delle Brigate Qassam sarebbe uno dei più alti e prestigiosi dirigenti di Hamas nella Striscia, quel Mahmoud Zahar che del Movimento é stato uno dei fondatori; per dare alle parole il sostegno dei fatti una delegazione dell'ala militare di Hamas, guidata nientemeno che dal Comandante Marwan Issa si troverebbe attualmente a Teheran per rassicurare i dirigenti della Repubblica Islamica sulla solidità della scelta appena compiuta e garantire il rinnovo dei piani di armamento e addestramento dei propri militanti con equipaggiamenti iraniani.

domenica 9 giugno 2013

Strage di Takfiri in fuga sulla "Strada dell'Inferno", convoglio di oltre 200 veicoli accerchiato e distrutto dalle forze di Assad!

Come spesso succede, dopo la battaglia decisiva arriva il momento del massacro, quando gli armati sconfitti si danno alla fuga viene raggiunto quello che Karl von Clausewitz nel suo 'Vom Kriege' chiama "Il Punto Culminante della Vittoria", quando cioè ai generali vincenti si presenta l'occasione di infliggere perdite vulneranti alla forza nemica scompaginata e nel caos, in maniera che ai loro avversari non sia possibile recuperarla e riordinarla perché combatta ancora una volta.

In questo caso, dopo la conquista dei centri di Dabaa e Buwada al-Sharqiyeh, all'Esercito Arabo Siriano si é presentata l'occasione di cogliere allo scoperto e stritolare una colonna di circa 200 automezzi dei militanti terroristi stranieri (in maggioranza 'tecniche' ricavate da pickup e fuoristrada rubati trasformati in veicoli armati) che stavano cercando di fuggire verso Nord.
Gli uomini di Assad non si sono fatti sfuggire l'occasione e si sono lanciati sul bersaglio come leoni su un gregge senza fermarsi fino a quando della colonna fuggiasca non é rimasto altro che una distesa di cadaveri e carcasse fumanti.

                                      ALLAH!    SOURIAH!!   BASHAR!!!   WA BASS!!!!

Tra le rancorose menzogne di 'Le Monde' e i trionfi dell'Esercito di Assad, quale futuro in Siria per Hezbollah??

"Le Monde" é lo straccio da stampa francese che meglio si avvicina, per la sua falsità, per la sua supina prostrazione all'hasbara filoisraeliana, per il suo progressismo liberaloide d'accatto che tanta presa fa sul Ceto Medio Semicolto d'Oltralpe alla sentina settica della "presse" italiana che é 'Repubblica'. Nella giornata di ieri i redattori di Le Monde sono riusciti a surclassare i colleghi-rivali a libro paga di De Benedetti (sionisti perfetti!) con un 'pezzo' maleodorante e verminoso intitolato sensazionalisticamente: "LA SIRIA CADE IN MANO A IRAN ED HEZBOLLAH!".

Di fronte a una simile 'asineria a mezzo stampa', lo confessiamo da subito, la tentazione di fare 'BUM!' con la bocca come i bambini delle elementari di fronte a frottole troppo grosse per venire credute, ci ha colto con forza dirompente. Ma, anziché sdegnarsi, invitiamo i nostri lettori a ragionare un attimo con noi. Chi abbia messo insieme un simile titolo (e articolo annesso) dimostra, in primo luogo, di non avere AFFATTO CAPITO la natura dello scontro attualmente in corso in Siria e il molteplice livello del confronto tra le forze in campo, che coiinvolge, dalla parte dell'Asse della Resistenza, non soltanto l'Esercito e l'Intelligence siriana ma anche Hezbollah, l'Iran tramite l'IRGC e la 'Niruye Qods', ma anche, oltre il confine orientale dell'Anbar, l'Irak di Maliki, e poi Mosca, Pechino, fino anche agli stati della Latinoamerica, sia pure solo dal punto di vista politico e diplomatico.

Oversemplificando rozzamente l'intervento Hezbollah in Siria come un tentativo "di prendere il controllo del paese" l'autore dello sciagurato articolo si scorda di considerare che Hezbollah non é solamente un partito politico o una milizia armata...Hezbollah é prima e soprattutto un MOVIMENTO SCIITA e le ragioni dell'intervento in Siria sono tanto religiose e di 'Weltanschauung' quanto politiche e militari, anzi, in certi rispetti addirittura la dimensione religiosa e ideale supera e anticipa ogni motivazione prosaica e pragmatica.

L'autore dell'articolo non pensa possibile che Hezbollah sia entrato in Siria per semplici ragioni ideali e quindi deve costruire una giustificazione politica (controllare la Siria) che spieghi la mossa ai suoi occhi miopi, non ricorda, egli, che Hezbollah non ha mai avuto paura di affrontare sfide ben più impegnative e pericolose (vedi la Resistenza contro l'occupazione sionista del Sud-Libano, vedi l'attacco sionista del 1996 oppure quello del 2006) solo per affermare nel reame dell'azione pratica quelli che prima erano "soltanto" precetti religiosi e motivazioni ideali.

Per il militante Hezbollah la difesa del sacrario di Sayyida Zeinab é tanto importante quanto il blocco del traffico di armi tra Qusayr ed Hermel o quanto spezzare i contatti tra i takfiri che infestano i dintorni di Zabadani e quelli rintanati ad Arsal. Chiunque avesse occhi per vedere e cervello per pensare non poteva che immaginare (con ragione) che il vero motivo della visita ufficiale del vice di Sergei Lavrov Mikhail Bogdanov a Beirut a fine aprile (durante la quale il numero 2 della diplomazia di Mosca passò esattamente IL DOPPIO DEL TEMPO con rappresentanti di Hezbollah di quanto non ne avesse speso coi vertici dello Stato libanese) fosse quello di concordare modi e tempi dell'intervento diretto dell'Esercito sciita libanese in Siria.

Ovviamente Hezbollah non pensa, una volta aiutati i militari locali a ottenere gli obiettivi immediati di distruzione dei terroristi takfiri, di levare completamente le tende dalla Siria, rimarrà, ma rimarrà a fare quello che sa fare meglio, costituire una rete integrata di militanza sciita tra i villaggi di confine e gli altri centri dove si concentra la minoranza religiosa in Siria in maniera che la capacità complessiva del paese di resistere a nuove aggressioni sia migliorata e potenziata ma NON per improbabili 'colpi di stato' ma semplicemente nel quadro del necessario rafforzamento di uno snodo dell'Asse della Resistenza che il complotto internazionale NATO-sionista-wahabita ha comunque messo a dura prova.

Esattamente come in Libano dopo avere cacciato israhell dal Sud Hezbollah non si é per niente rivolta contro le istituzioni politiche dello Stato, ma anzi, le ha rafforzate col suo prestigio e la sua autorevolezza, così in Siria non pensa MINIMAMENTE di spodestare Assad ma, se mai, di rendere il suo futuro come leader della Siria più saldo e sicuro, il tutto, sia pure con l'incredulità di 'Le Monde' e dei suoi imbrattacarte hasbarofili, per motivi di dedizione religiosa e di spinta ideale.


Il coraggioso Sceicco sunnita Hammoud dichiara: "I Takfiri sono traditori del vero Islam e una minaccia per tutti i Musulmani!"

L'Imam della Moschera di Al-Quds di Sidone, il venerabile Sceicco Maher Hammoud, da poco scampato ai sicari che volevano ucciderlo per incrementare la tensione presente in Libano tra sunniti e sciiti ha parlato a lungo e confidenzialmente con una troupe del canale televisivo 'Al-Manar', denunciando i tentativi di sedizione cui assiste quotidianamente nel paese ma dicendosi fiducioso che, con un atteggiamento fatto di coraggio, sincerità e dedizione alla Verità si possa ancora fare molto per il bene della nazione musulmana, nel Paese dei Cedri ma anche altrove.

 Hammoud ai microfoni dell'emittente si é detto 'certo' che le pallottole che l'altra settimana gli sono state esplose contro venissero da grilletti takfiri, una corrente che non ha avuto esitazioni a definire 'degenere' che vorrebbe uniformare la ricchezza e la varietà dell'esperienza musulmana sulla Terra a un 'minimo denominatore' incredibilmente dogmatico, sterile e brutale, che nulla ha che fare col Vero Islam.

Lo Sceicco si é anche intrattenuto in considerazioni sulla situazione siriana chiarendo che, per quanti errori abbia commesso e per quante colpe abbia potuto rendersi reo il Governo attualmente in carica esso comunque é rappresentanza del popolo di Siria mentre i mercenari takfiri venuti dall'estero per lottare contro Assad non abbiano alcun diritto a esprimersi sulle questioni interne siriane.

"Adesso Basta!" stufo ed esasperato il Governo del Sudan chiude i rubinetti degli oleodotti a Salva Kiir! Sarà per sempre??

Ancora una volta il Governo del Sudan, costretto dalla maniera sfacciata con cui il dittatore di Juba Salva Kiir continua a sostenere movimenti di guerriglieri e briganti attivi nella zona del Sud Kordofan e del Darfur,deve ricorrere a una manovra estrema per portare la cleptocrazia del Sud a più ragionevoli consigli, chiudendo gli oleodotti al transito del greggio (quel greggio che, prima dell'iniqua spartizione caldeggiata da Usa e Israele era totale proprietà di Khartoum).

La decisione non arriva all'improvviso, ancora pochi giorni fa il Presidente Omar Bashir aveva avvertito il collega di essere sul punto di intervenire in tal senso, ma la promessa dell'azione non é bastata a ricondurre Juba alla ragione, vedremo ora, senza più proventi petroliferi a rifornire le tasche sue e dei suoi sicofanti, a finanziare le sue orge e i suoi festini, se il ridicolo 'cowboy' del Sud-Sudan inizierà ad agire in maniera assennata.

L'agenzia ufficiale SUNA ha comunicato: "Il Governo, Presidente Bashir in testa, non permetterà che il denaro ottenuto per mezzo degli oleodotti che attraversano il paese venga poi speso dal Sud-Sudan per minare e distruggere ulteriormente il Sudan del Nord; il Presidente Bashir ha chiamato poi la gioventù del paese a prepararsi per una Sacra Guerra di Difesa della Patria caldeggiando l'apertura delle caserme a quei civili che vogliano addestrarsi nell'uso delle armi per costituire un Esercito popolare, fin dalla giornata di oggi".