sabato 22 giugno 2013

Ancora una volta la brutalità del regime wahabita di Riyadh colpisce mortalmente un giovane delle Province Orientali!

Continua senza segno di affievolimento o di rallentamento la brutale campagna di repressione della corrottissima corte reale di Riyadh contro la popolazione delle Province Orientali, a stragrande maggioranza sciita, che chiede riforme democratiche e giusitizia sociale (visto che la quasi totalità del greggio saudita viene estratto dai loro territori).

Ma la corte saudita é troppo impegnata ad affilare i coltelli per la prossima resa dei conti tra parenti-serpenti che si scatenerà alla morte di Re Abdallah, per fare caso alle condizioni del popolo, quindi, la violenza delle forze di polizia e dell'Esercito rimane l'unica forma di risposta alle legittime richieste dei sudditi (echeggiate da dimostrazioni ed episodi di malcontento anche in altre zone del Regno).

Il diciannovenne  Ali Hassan al-Mahroos, residente nel villaggio di Al-Toubi, nella Provincia di Qatif, é stato colpito da numerosi proiettili alla spalla e alla testa, che lo hanno ucciso sul colpo, durante un assalto in piena regola delle forze armate alle residenze private degli abitanti, che nei giorni precedenti avevano animato marce e raduni di protesta.

Un numero sconosciuto di residenti, inoltre, é stato rapito ed é letteralmente 'scomparso' nelle galere reali, dove i cittadini detenuti senza accuse formali sono ormai più di cinquantamila.

Nelle fila di Hamas cresce il risentimento verso i traditori di Assad e della Resistenza, si cerca di salvare il rapporto con Hezbollah!

Continuano le evoluzioni interne al Movimento musulmano di Resistenza Hamas che, dopo la 'sbandata' per il campo qatariota-wahabita presa da alcuni suoi dirigenti circa un paio d'anni fa, sembra (complice anche la palese sconfitta degli insorgenti takfiri in Siria, che si sono consumati invano contro l'Asse della Resistenza) comincia a contestare come azzardato il passo fatto da Mishaal, Marzouk, Haniyeh ed altri e vede rafforzarsi sempre più una 'opposizione interna' centrata intorno a Mahmoud Zahar e alla figura del martire Jaabari, già comandante delle Brigate Qassam, assassinato dai sionisti all'inizio dell'ultima fase di scontro tra l'entità sionista e Gaza, si sospetta con la cooperazione dei servizi segreti del Qatar.

Questa fazione pro-Resistenza sarebbe molto forte nei territori Palestinesi, mentre ovviamente i dirigenti traditori avrebbero la maggioranza dei quadri burocratici di Hamas fuori dalla Palestina ma, soprattutto, sarebbe maggioritaria tra i militanti delle Brigate Qassam, che hanno bisogno del sostegno tattico, logistico e addestrativo dell'Iran, che ultimamente é andato di preferenza alla Jihad Islamica Palestinese e alle sue Saraya Al-Quds e persino al marxista PFLP e alle sue Brigate Abu Ali Mustafa.

La parte di Hamas fedele alla Resistenza starebbe cercando di salvare in tutti i modi la sua relazione privilegiata con Hezbollah, inviando a Beirut prove che la guardia del corpo di Mishaal andata a combattere in Siria lo avrebbe fatto solo dopo essere stata espulsa dal Movimento e come adesso essa si troverebbe persino in stato di arresto nelle mani dei wahabiti di Al-Nusra.

Vittorie dell'Esercito siriano attorno ad Aleppo, a Palmyra e nei pressi di Idlib! I mercenari takfiri in rotta ovunque!

Nell'ambito delle operazioni militari che continuano ininterrotte nei dintorni di Aleppo e nella parte settentrionale della Siria vicino alla frontiera con la Turchia le forze dell'Esercito regolare hanno definitivamente ripulito dalla presenza di bande terroriste i dintorni della base aerea di Minnigh (Meng, in alcune traslitterazioni) che negli ultimi mesi più volte era stata bersagliata con razzi e mortai da parte di mercenari estremisti stranieri. Come al solito, il fatto che una zona risentisse del passaggio anche frequente di cellule terroristiche non voleva affatto dire che fosse 'controllata' dai takfiri ma che essi potevano avervi accesso di tanto in tanto.

Almeno sessanta terroristi stranieri sono stati abbattuti dall'Esercito tra le zone di  Sakhour e Suleiman al-Halabi; queste perdite si aggiungono ai quasi 1200 morti registrati tra le file takfire negli ultimi giorni di combattimento, specialmente intorno a Salah al-Din, zona in cui i terroristi hanno futilmente cercato di riprendere in mano un crocevia strategico per le comunicazioni e i trasporti di armi e rifornimenti sottrattogli dall'Esercito nei primi giorni di rinnovata offensiva. Ma non solamente nel Nord del paese le forze regolari stanno ottenendo vittorie e successi, come dimostra il video qui sopra, che testimonia la totale messa in sicurezza di Palmyra/Tadmur, la celebre città della Regina Zenobia con il suo enorme tesoro storico/archeologico, adesso definitivamente al sicuro dalla rozza violenza dei wahabiti; inoltre, attorno a Idlib, il leader takfiro Abdul Rahman Ayachi é stato abbattuto vicino a Maarat Noman insieme a quaranta suoi complici dell'organizzazione "Jund ar-Rahman".

venerdì 21 giugno 2013

La lobby sionista americana dopo aver coccolato per decenni l'autrice di "Color Purple" la 'scopre' ANTISEMITA!!!!!

La signora con gli occhiali ritratta in foto é la scrittrice statunitense Alice Walker, autrice di diversi volumi di narrativa e saggistica, tra cui il più popolare e conosciuto é certo "Il Colore Viola", romanzo generazionale sui neri d'America negli anni '30 e '40 adattato anche per il cinema.

Personalmente chi scrive non ama eccessivamente la narrativa della Signora Walker, che trova eccessivamente smielata, buonista, femministoide e "terribilmente anni '90" almeno quanto le camicione di flanella e i dischi dei Nirvana e dei Dinosaur Jr, ciò non toglie, comunque, che sia scritta con un certo talento legato in non piccola parte alla capacità della Walker di osservare la realtà e renderla con descrizioni semplici e coinvolgenti.

Recentemente la Walker ha dato alle stampe un volume di riflessioni intitolato "The Cushion in the Road" di cui un buon quarto é dedicato a pensieri e meditazioni sulla situazione della Palestina e sui collegamenti tra la lotta dei Palestinesi e quella dei neri negli Stati Uniti. Un argomento tutt'altro che banale specialmente quando si pensi che il primo africano americano che "rischiava" di diventare presidente Usa ben prima del "Cameriere dell'AIPAC" Obama venne letteralmente distrutto dal lobbysmo a Sei Punte che preferì mandare il maldestro Dukakis a farsi massacrare da Bush Sr. piuttosto che sostenere il Reverendo Jackson, amico della Causa Palestinese.

Puntualmente la cagnara sionista é saltata in piedi ad accusare la Walker di ANTISEMITISMO! evidentemente scordando che la carriera della stessa come "opinion leader" del liberalismo progressista americano venne lanciata dall'ebreissimo Howard Zinn e come la stessa sia stata a lungo sposata con un avvocato ebreo. Strano antisemitismo quello dellla Walker! Se poi a garantire l'infamante accusa basta osservare l'ovvio quando nel libro si afferma che "La politica israeliana degli insediamenti deriva dalla convinzione che il possesso costituisca i nove decimi del Diritto", frase che potrebbe venire iscritta a lettere d'oro nella bandiera del regime ebraico di occupazione della Palestina, lasciamo capire quanto fondate siano le pretese sioniste di bollare l'ennesimo intellettuale che non ragli a tempo nel coro del Sinedrio.


La ricompensa dei Traditori per Khaled Mishaal: mal sopportato al Cairo, mal tollerato ad Ankara!

Mentre parti sempre più consistenti di Hamas denunciano e si svincolano dalla linea pro-Ikhwan, pro-wahabita, pro-saudita e qatariota e anti-Assad, anti-Iran e anti-Hezbollah promossa nel corso dell'ultimo anno da una piccola quota degli alti dirigenti di Hamas il Segretario Generale del Movimento Khaled Mishaal, recentemente partito dal Cairo in direzione Ankara, sta imparando quanto precario e ingrato sia il ruolo del traditore, cui si é prestato nella speranza di fare incetta di prebende e vantaggi da parte dei ricchi emiri sunniti del petrolio.

Mentre si trovava nella capitale egiziana (il cui Presidente-pupazzo si é fatto notare recentemente per un servile stratagemma nei confronti della Siria di Assad che lo ha fatto sprofondare ulteriormente nei livelli di gradimento interno) la sicurezza locale lo ha dovuto scortare fuori dall'albergo in cui si trovava verso un'altra struttura per evitare che la prima delle due venisse accerchiata da manifestanti inferociti.

Adesso che si trova in Turchia Mishaal si sente mal tollerato da Erdogan che ha tutt'altre cose a cui pensare con le proteste a Istanbul e nel resto del paese tutt'altro che domate o sotto controllo. Mishaal faceva comodo come 'cagnolino da salotto' quando le cose sembravano 'andare bene' ma quando i vari fantocci di Washington e Tel Aviv devono affrontare i loro problemi la sua presenza risulta superflua e a stento tollerata.


Portacontainer diretta ad Aqaba si spacca in due nell'Oceano Indiano, a bordo armi per i terroristi in Siria?

"Un catastrofico cedimento strutturale" é quello subito nella giornata di ieri dalla portacontainer "MOL Comfort" della 'Mitsui OSK Lines' che, navigando nell'Oceano Indiano sulla rotta per Aqaba (Giordania) via Mar Rosso si é trovata letteralmente spaccata in due, con l'equipaggio costretto a evacuare; i due tronconi del vascello, ancora stipati all'inverosimile di container, stanno galleggiando liberamente sull'Oceano; la compagnia armatoriale sta valutando la possibilità di recuperarli anche se sembra probabile che presto uno o entrambe debbano iniziare a imbarcare acqua ed affondare.
Vi sono insistenti voci sul fatto che la nave diretta al paese mediorientale dove si registra una aumentata presenza di truppe americane per una esercitazione militare congiunta ('Eager Lion') potesse avere a bordo un quantitativo più o meno rilevante di armi e munizioni per i terroristi takfiri ancora in attività in Siria. L'incidente si aggiungerebbe alla serie di circostanze (vittorie dell'Esercito regolare, blocco delle frontiere, taglio delle comunicazioni) che ultimamente hanno impedito ai wahabiti stranieri di venire riforniti efficacemente.

giovedì 20 giugno 2013

Il Vice di Nasrallah: "Hezbollah non ha niente da nascondere o di cui vergognarsi! Hezbollah continua la sua battaglia di Resistenza!"

Lo Sceicco Naim Qassem, Vicesegretario generale di Hezbollah,celebrando il funerale di un martire al complesso Imam Hasan al-Askari ha toccato, nella sua orazione, il tasto della continuata presenza in Siria dei militanti della Resistenza libanese. Mentre alcuni outlet mediatici legati all'imperialismo occidentale e sionista cercano tuttora di accusare il movimento sciita di 'interferenza' con le attività terroriste dei gruppi di mercenari takfiri (ricorrendo anche a menzogne prontamente smentite) Hezbollah ritiene di stare soltanto facendo il suo dovere difendendo un cardine dell'Asse della Resistenza (la Siria baathista di Assad) dagli scherani della reazione wahabita e dai suoi marionettisti americani e sionisti.

Qassem ha dichiarato che non esiste differenza tra la mano sionista che nel 2006 ha colpito direttamente il Libano e la Resistenza col suo esercito e quella che oggi, con un 'esercito a noleggio' di rozzi e ignoranti estremisti stranieri avrebbe voluto trasformare la Siria in uno stato-vassallo amico di Tel Aviv e Washington e alleato di Saad Hariri e dei suoi politicanti corrotti e collegati con gli 'imam' wahabiti di Tripoli Siriaca e Bab al-Tabaneh.

Qassem ha detto: "Ancora una volta Hezbollah ha combattuto con onore, apertamente, senza nascondersi e senza nascondere il motivo profondo della sua presenza in Siria, chi vuole combattere il regime sionista, chi vuole aiutare i Palestinesi, dovrebbe chiudere le sue ambasciate con Tel Aviv, non con Damasco, dovrebbe consegnare fondi e armi a chi si oppone alla presenza sionista in Palestina, non darli a chi vuole solo insanguinare la Siria".



La "Diplomazia dei Gasdotti" premia l'Iran e sanziona il fallimento delle trame americane in Centro-Asia!

Dietro tutte le guerre imperialiste degli ultimi 25 anni c'era il chiaro desiderio americano di trovare percorsi alternativi per il gas e il metano delle repubbliche centroasiatiche ex-sovietiche che doveva transitare fuori dalla sfera di influenza russa in maniera da marginalizzare il ruolo di Mosca nel mercato mondiale degli idrocarburi. Kosovo e Afghanistan forniscono gli esempi più lampanti di questa strategia a stelle e strisce, per questo suscita stupore e divertimento il fatto che, nel totale collasso della presenza e dell'influenza americana nell'Heartland eurasiatico, il maggior vincitore della "diplomazia dei gasdotti" sia proprio la Repubblica Islamica dell'Iran.

Il metanodotto che unirà l'Iran con Lahore, Pachistan, é pronto dalla sua parte iraniana e 500 milioni di dollari sono stati prestati da Teheran a Islamabad non appena il Governo di Zardari é riuscito a trovare il resto della cifira necessaria a costruire la sua parte di infrastruttura. Una volta che sarà pronta, l'allungarla verso India e Cina sarà quasi più facile a farsi che a dirsi.

Ricevendo 750 milioni di metri cubi di metano al giorno grazie alla strategica arteria il Pachistan potrà dire 'addio' ai quotidiani black-out che ancora affliggono le sue metropoli e che rallentano l'attività delle sue fabbriche e dei suoi opifici. Vedere lo stato che gli stranamore del Pentagono e della CIA volevano vedere asservito e aggiogato agli Usa "in saecula saeculorum" in virtù della presenza americana in Afghanistan e della 'guerra al terrorismo' che fa affari con la potenza regionale iraniana più in risalto che mai é uno dei molti segni di decadenza e di fallimento di tutte le politiche Usa nell'area.

Dopo Yakhont, S-300 e jet addestratori, Putin prepara nuove forniture militari per la Siria di Assad!

Come già ripetuto in passato Mosca non ha per nulla intenzione di fermare o rallentare il ritmo delle proprie esportazioni militari verso la Siria, anzi, proprio nel corso del recente vertice del G8 nordirlandese il Presidente Vladimir Putin, verificata la perdurante intenzione del blocco imperialista di escalare il sostegno ai mercenari terroristi attivi contro Assad avrebbe immediatamente ordinato a Mosca di elaborare un più intenso programma di assistenza militare a favore del suo storico alleato in maniera da negare qualunque cambiamento nei rapporti di forza tra le forze armate regolari e quel che resta delle bande takfire. Pare che nel nuovo "pacchetto" di aiuti militari per Assad siano inclusi i micidiali lanciarazzi multipli a 24 celle TOS-1 'Buratino', evoluzione del concetto del BM-21 (a sua volta aggiornamento degli storici 'Stalinorgel' che seminavano il panico tra le file della Wehrmacht), con l'organo lanciatore montato però su uno scafo di T-72 modificato in maniera da rendere l'arma ancora più flessibile e versatile. In grado di lanciare razzi dirompenti, incendiari e persino munizioni a risucchio d'ossigeno (che causano la più potente esplosione non-nucleare possibile oggidì su un campo di battaglia) i TOS-1 hanno debuttato nella Guerra Cecena, livellando senza pietà le posizioni dei terroristi di Al-Qaeda contro cui si erano consumate senza successo le costose 'offensive' di Eltsin e più tardi nel conflitto di agosto 2008 tra Russia e Georgia.

mercoledì 19 giugno 2013

Maxi-arsenale terrorista catturato dalle forze di Assad tra Banias e il confine libanese! Nuovo grave colpo per le bande takfire!!

L'Esercito del Presidente Assad durante un'operazione a vasto raggio nella Provincia di Tartous ha trovato, nella zona tra la cittadina di Banias e il confine con il Libano settentrionale, l'accesso a una camera sotterranea che, come la 'Grotta delle Meraviglie' di Aladino, si é rivelata letteralmente ripiena di rifornimenti, munizioni e armi abbandonati dalle bande mercenarie wahabite. Centinaia di armi automatiche individuali e di squadra, dozzine e dozzine di lanciarazzi e lanciamissili anticarro, migliaia di caricatori e nastri di munizioni sono così caduti in mano alle forze regolari siriane che hanno subito chiamato rinforzi da Banias e Al-Maydan per svuotare l'arsenale e condotto diverse retate nei dintorni per identificare i custodi dello stesso.

Molto interessante il fatto che, senza alcun dubbio, come confermato da marchi e codici trovati sulle casse e sugli involucri delle armi più sofisticate, parecchie di esse venissero dal regime ebraico di occupazione, cosa che ancora una volta conferma come i mercenari takfiri combattano contro Assad la battaglia dell'imperialismo sionista. Documenti, mappe e file sono state rinvenute insieme alle armi e subito spediti a Damasco ai servizi di intelligence competenti.

Dopo la clamorosa sconfitta di Qusayr, che ha tranciato le vie di comunicazione e rifornimento delle bande mercenarie estremiste tra il Libano e la Siria, questo nuovo massiccio sequestro di hardware militare metterà ulteriormente in crisi diversi gruppi armati, fare mancare loro le armi e le munizioni é la via più sicura per metterli con le spalle al muro e impedire che possano incrudelire contro la popolazione civile siriana.

Hamas cerca di salvare i suoi rapporti con Hezbollah: "Non abbiamo uomini in armi presenti in Siria contro Assad!"

Secondo quanto riportato dal sito-web 'Al Monitor' nove giorni fa un meeting d'urgenza sarebbe stato organizzato tra i leader di Hamas in Libano e i capi di Hezbollah su esplicita richiesta dei primi, scopo dell'incontro sarebbe stato il tentativo di convincere il Movimento di Resistenza sciita che Hamas in quanto movimento non ha una presenza armata in Siria a favore dei terroristi e che membri dell'organizzazione che abbiano eventualmente partecipato agli attacchi contro il Governo e la popolazione locale lo abbiano fatto su base strettamente individuale senza alcuna sanzione ufficiale di Hamas.

La riunione avrebbe avuto successo visto che, dopo avere analizzato a lungo le prove e i documenti forniti da Hamas, Hezbollah avrebbe 'congelato' l'ultimatum recentemente emesso in merito all'abbandono del Libano e avrebbe fatto circolare un documento ai propri aderenti e simpatizzanti (che sarebbe arrivato anche nella redazione del quotidiano libanese 'Al-Akhbar') invitandoli a interrompere denunce e attacchi contro il movimento palestinese.

Di recente le Brigate Qassam avevano denunciato la linea pro-Ikhwan e anti-Assad adottata da certi dirigenti di Hamas, reiterando come l'aiuto siriano, iraniano e di Hezbollah aveva dato ad Hamas (e anche alla Jihad Islamica) le armi e l'addestramento per rispondere a tono all'aggressione sionista dello scorso novembre.

La propaganda takfira cerca di lanciare accuse speciose a Hezbollah che smentisce con le prove!

Poco dopo la diffusione del filmato dei militanti di Hezbollah che a Qusayr liberata dalle bande takfire innalzavano la bandiera dell'Imam Hussein sul minareto della Moschea di Hasan Al-Mujtaba (la più importante moschea sciita della cittadina) alcune fonti mediatiche schierate coi terroristi avevano iniziato insistentemente a ripetere che la stessa cosa fosse avvenuta anche sul minareto della Moschea di Omar Ibn Al-Khattab, luogo di culto sunnita.

Mano a mano che tali speciose accuse venivano ripetute, evidentemente con l'intenzione di fomentare la diffidenza e l'odio settario in un conflitto che, lo ricordiamo, nonostante tutti gli sforzi dei terroristi in merito, non ha nulla di religioso (i sunniti siriani sono schierati col Presidente Assad contro i terroristi takfiri stranieri come lo sono sempre stati da due anni a questa parte, sacerdoti sunniti che hanno denunciato la brutalità dei terroristi sono stati uccisi in attentati da questi ultimi) il reparto di comunicazioni di Hezbollah e la redazione del canale televisivo Al-Manar hanno diffuso una smentita corredata dalle immagini dei minareti delle due diverse moschee grazie alle quali si può notare come i militanti del Movimento siano saliti a celebrare la vittoria solo e soltanto su quello della Moschea sciita.

martedì 18 giugno 2013

Mosca ripete: "Nessuna speranza per i desideri obamiani di una No Fly Zone sulla Siria!!"

Nella stessa giornata in cui il Presidente Siriano Bashar Assad ha dichiarato ufficialmente che i paesi occidentali "pagheranno un grave prezzo" se dovessero dar seguito alle loro intenzioni dichiarate di fornire aiuti militari ai gruppi di terroristi mercenari ancora presenti e attivi su suolo siriano, da Mosca é arrivata l'ennesima precisazione su come non sia intenzione di Vladimir Putin e di nessuno dei suoi collaboratori lasciare il benché minimo spiraglio di possibilità alle ipotesi americane di 'intervento' sotto qualunque nomenclatura giustificatoria contro Damasco e il suo legittimo Governo.

"La crisi in Siria può essere risolta soltanto tramite la pratica dell'imparzialità, non é possibile, come pretenderebbe di fare l'Occidente, condannare chi si difende e appoggiare e persino sostenere con armi la parte che fa uso di violenza terroristica e che finora ha siglato praticamente tutti gli episodi più atroci del conflitto". La nota del Ministero degli Esteri russo fa anche notare come i tentativi americani e francesi di accollare al Governo siriano l'uso di armi chimiche, quando é chiaro che finora solo i gruppi terroristi ne hanno fatto uso.

Mosca inoltre ha criticato aspramente la decisione egiziana ("Intempestiva, inspiegabile, controproducente") di interrompere le relazioni diplomatiche con Damasco, cosa che esclude a priori la possibilità che il Cairo possa giocare un ruolo positivo e propositivo nella soluzione politico-diplomatica della situazione.

Mursi fa il gioco di Israele mentre Tel Aviv trama per togliere all'Egitto le acque del Nilo!!

Mentre le reazioni internazionali alla sciocca, superficiale e avventata decisione del Presidente egiziano Mohammed Mursi di interrompere le relazioni diplomatiche con la Siria stanno intaccando sempre più il residuo prestigio internazionale del Cairo a guida Ikhwan (ormai ridotto ai minimi termini) gli osservatori esperti di cose africane e mediorientali non possono fare a meno di notare che, mentre il capo di Stato del Cairo si rende da sé stesso burattino degli interessi americani e sionisti l'internazionale a Sei Punte continua imperterrita nei suoi piani contro l'Egitto, decisa più che mai a colpire il Paese delle Piramidi tramite la sua indispensabile arteria idrica: il Nilo.

Il quotidiano Al-Akhbar ha rivelato in una recente edizione che dietro il 'faraonico' progetto etiope per una diga sul Nilo Azzurro vi sarebbero finanziatori sionisti, che porterebbero scientemente avanti il progetto datato 1956 stilato dallo Stato Maggiore di Tel Aviv per 'strozzare' a Sud l'Egitto deviando il più possibile le acque del Nilo in maniera da assetare il grande paese arabo. Bisogna ricordare che la quasi totalità degli ottanta milioni di Egiziani vivono della fascia di cinque Km a destra e a sinistra dalle coste fluviali, lasciando il resto del paese pressoché disabitato.

"Palaestina Felix" ha già denunciato l'attivismo sionista nei paesi dell'Africa Nera particolarmente indifesi di fronte alel manovre della piovra finanziaria a Sei Punte, come ad esempio nella miserrima cleptocrazia Sud-Sudanese che ha già 'svenduto' le proprie ricchezze idriche a un pool di compagnie sioniste tra cui primeggia. guardacaso, nientemeno che la Israel Military Industries. Sion si prepara alla guerra dell'acqua, sapranno i popoli africani bloccarne i diabolici piani? Non se continueranno a scegliere come propri governanti burattini come Mursi!!

lunedì 17 giugno 2013

Rohani gela il campo imperialista con la sua prima conferenza-stampa: "La Repubblica Islamica é salda, le sanzioni illegali, la Siria non si tocca!"

Se il buon giorno si vede dal mattino la prima 'uscita' pubblica del Neopresidente della Repubblica Islamica dell'Iran ha fatto molto per smorzare gli 'entusiasmi' di quegli osservatori occidentali che per superficialità, ignoranza o ipocrisia volevano un Rohani 'morbido' per non dire 'collaborativo' con Usa e regime di occupazione ebraico, pronto a mercanteggiare sul programma nucleare, ad abbandonare Assad, a prostrarsi di fronte all'ingerenza arrogante del campo imperialista occidentale e sionista.

Nella corso della sua prima conferenza-stampa, tenutasi oggi nella capitale iraniana Teheran, Rohani ha esordito dichiarando che la massiccia partecipazione del popolo iraniano alle elezioni dimostra la forza e l'integrità della Repubblica Islamica.

"Le sanzioni imposte al popolo dell'Iran sono arbitrarie e ingiuste, l'unico beneficiario di questi provvedimenti è l'illegittima entità sionista che occupa la Palestina",.

Per quanto riguarda la situazione Siriana, Rohani ha notato che il popolo siriano deve essere l'unico e il solo responsabile per il suo futuro, notando che la posizione iraniana è risolutamente contraria al terrorismo in Siria e a qualsiasi ingerenza occidentale e imperialista negli affari interni di Damasco.

«Il popolo iraniano è preoccupato per interferenza straniera negli affari siriano», ha detto, sottolineando che l'attuale governo siriano è l'unico dotato di legittimità di mandato.

La decisione di Mursi sulla Siria 'scoppia in mano' al Presidente egiziano: affonda ancora il suo rateo di gradimento!

Il quotidiano cairota 'Al-Ahram' rivela che la decisione del Presidente Mursi di interrompere ufficialmente ogni relazione diplomatica con la Siria di Assad (mentre contemporaneamente rimane aperta e attiva l'ambasciata egiziana a Tel Aviv) é stata presa in maniera 'corsara' dal capo di Stato egiziano che, interrogati a proposito i burocrati più esperti della sua amministrazione, aveva ottenuto da loro pareri uniformemente negativi in merito.

Anche la scelta di annunciare tale importante sviluppo della sua politica estera a un evento strettamente 'di partito' (un rally della Fratellanza Musulmana) é stata presa per minimizzare i contraccolpi e il 'flak' che un'annuncio tanto controverso avrebbe potuto suscitare se dichiarato davanti a una platea non completamente "addomesticata".

Ma il 'flak' é arrivato lo stesso, fitto e devastante visto che, dagli ultimi sondaggi effettuati proprio in queste ore, a causa di questa sua decisione settaria, l'indice di approvazione presidenziale (già crollato nell'ultimo anno dal 57 al 28 per cento) avrebbe subito un nuovo 'bradisismo' che lo ha avvicinato alla soglia minima del 20 per cento.

Praticamente ogni cinque egiziani solo uno approverebbe le scelte recenti di Mohamed Mursi.

La Siria di Assad restituisce 70 terroristi morti all'Arabia Saudita: "Eccovi indietro la vostra spazzatura!"

Un volo dalla Siria ha raggiungo nelle ultime ore l'aeroporto King Fahd di Riyadh, in Arabia Saudita, a bordo c'erano settanta bare d'alluminio ciascuna contenente i resti mortali di un terrorista takfiro ucciso dalle forze regolari siriane nel corso delle ultime offensive che hanno dato importanti vittorie al Presidente Assad e al suo Esercito.

Si calcola che attualmente siano circa 8000 i cittadini sauditi presenti in Siria come mercenari terroristi; fra essi la maggior parte erano carcerati appositamente liberati dal Governo di Riyadh per venire inviati a destabilizzare il Governo di Damasco.

Ad aiutare i terroristi sauditi a raggiungere la Siria, sarebbe stato il Governo di Amman, con l'assenso del timoroso reuccio ascemita, troppo miope per capire che, qualora mai ai takfiri di Riyadh fosse riuscito di abbattere il Presidente Assad il piccolo reame beduino giordano sarebbe diventato immediatamente il loro prossimo bersaglio.

Aria di golpe in Arabia Saudita? Il vetusto re Abdullah fa mettere agli arresti domiciliari l'Ex-viiceministro della Difesa!!

Il vecchio e malato Re saudita Abdullah non é del tutto rimbambito (o non lo sono i suoi 'caretaker') visto che, con un colpo di coda che ha sorpreso molti osservatori delle vicende interne alla corte di Riyadh, ha costretto agli arresti domiciliari l'Ex-viceministro della Difesa Principe Khaled bin Sultan e messo sotto inchiesta circa un centinaio di funzionari del suo ex-ministero, ufficiali delle forze armate e l'Ex-governatore provinciale Mohammed bin Fahad, attualmente negli Usa.

Per tutti l'accusa sarebbe quella di avere in tempi recenti tramato un colpo di stato ai suoi danni; fonti saudite bene informate dichiarano che anche un Ex-ministro della Difesa potrebbe essere stato coinvolto nel complotto. Ricordiamo come Khaled bin Sultan venne 'giubilato' per decreto a fine aprile scorso, sostituito dal Principe Fahd Abdullah, già Comandante della Marina.

Tutte queste notizie fanno presagire sempre di più che il processo di successione alla morte di Re Abdullah sarà tutt'altro che tranquillo e potrebbe vedere il ricorso alla forza militare.

domenica 16 giugno 2013

I progressi attorno ad Aleppo e vicino alla frontiera turca non impediscono nuove operazioni militari nel resto della Siria!!

Nonostante lo sforzo principale delle forze armate siriane sia in questi giorni concentrato nelle fasce periferiche dell'area metropolitana di Aleppo e più oltre a Nord, in direzione della frontiera con la Turchia, questo non significa che nelle altre province del paese l'attività anti-terroristica sia ferma o sia diminuita, anzi, la capacità dell'Esercito di Assad di ingaggiare contemporaneamente i mercenari wahabiti su più fronti é un importante aspetto della sua superiorità operativa e strategica.

Attorno a Raqqa nell'estremo Est del paese un accurato bombardamento aereo ha totalmente distrutto il Quartier Generale del gruppo takfiro "Hay’a Shari’a" mentre nella provincia di Tartous il capo del cosiddetto "Battaglione della Costa" é stato arrestato coi suoi seguaci coi quali cercava di abbandonare frettolosamente il paese per tornare in Libano.

A Zaqbadani, in Provincia di Damasco, un terrorista suicida é stato fermato prima di poter raggiungere con il suo ordigno esplosivo la capitale, dove aveva intenzione di farsi saltare per aria come meschina 'vendetta' contro i successi dell'Esercito regolare. Vicino a Banias un altro terrorista suicida, vistosi circondato dagli uomini del Governo non ha avuto altra scelta che far detonare la sua carica, riuscendo solamente a uccidersi.

I cani abbaiano, la carovana passa, il nanerottolo Mohamed Mursi si atteggia a gigante!

"I cani abbaiano, la carovana passa" é uno dei nostri proverbi orientali preferiti, e ancora una volta ne verifichiamo la saggezza profonda e attuale sentendo con quale astio ringhioso il nanerottolo Mohamed Mursi si ritrovi a latrare dal Cairo, ben consapevole di non avere nessun'altra possibilità d'azione nei confronti di una situazione, quella siriana, avviata verso una soluzione decisiva che lui, povera traballante 'figurehead' dell'Ikhwan svendutasi alla CIA ed Al-Qaeda, non ha nessuna speranza di poter influenzare.

Recentemente Mursi ha detto di avere intenzione di chiudere l'ambasciata egiziana a Damasco (quando chiuderà quella a Tel Aviv? Ancora una volta l'Ikhwan dimostra di non riuscire a recidere i legami con israhell) e avrebbe, nel colmo del delirio di onnipotenza, "ordinato" a Hezbollah di 'lasciare la Siria'; ovviamente Hezbollah se ne fa tanto degli 'ordini di Mohamed Mursi e continua a contribuire alla lotta anti-terrorista e anti-takfira delle forze nazionali siriane.

Secondo un recente sondaggio Zogby l'attuale Presidente egiziano avrebbe un tasso di approvazione popolare inferiore al 30 per cento, con un crollo di oltre 27 punti dal momento della sua elezione.

Ahmadinejad e Khamenei si congratulano con Rohani per la sua vittoria elettorale!

"Ho sempre creduto nella vasta e infinita capacità della nazione iraniana di raggiungere la grandezza, gran parte di questa capacità risiede nella sua prontezza a riconoscere e premiare diversi interessi e inclinazioni". Con queste parole degne di un grande statista Mahmoud Ahmadinejad ha accompagnato le congratulazioni inviate da settimo Presidente uscente della Repubblica Islamica Iraniana al candidato risultato vincitore delle elezioni presidenziali tenutesi ieri, Hassan Rohani.

L'eredità di grandezza e di successi in campo internazionale e interno che Ahmadinejad lascia a Rohani non sarà facilmente emulabile eppure, fidando sull'aiuto del Consiglio degli Esperti e della Guida Suprema, il nuovo Presidente dovrà portare avanti la politica iraniana necessariamente nel solco tracciato dal suo grande predecessore.

Anche l'Ayatollah Ali Khamenei, così come tutti i contendenti della competizione elettorale, hanno espresso le loro congratulazioni a Rohani augurandogli il massimo successo nel suo quadriennio presidenziale. L'Ayatollah Khamenei ha indicato come, di fronte alla campagna di fango e menzogne scatenata nelle settimane precedenti dai lacché dell'arroganza imperialista, il popolo iraniano, presentandosi a votare in percentuali impossibili da raggiungersi in qualsivoglia paese occidentale, abbia dato prova di maturità e compostezza.