sabato 20 luglio 2013

La vomitevole arroganza sionista si prende gioco della Martire Rachel Corrie, ecco il "popolo eletto" che esercita le sue doti umane!

Ogni giorno, da tutta la fanfara dei media imperial-sionisti l'Umanità é tonitruata, rimbecillita, cervellolavata dalla infinita geremiade martirologica santificatrice delle "elette virtù" del popolo fra tutti eletto: ci fanno la serenata, i sionisti e i loro sicofanti, su quanto sensibili, puri, raffinati, umanitari e delicati siano loro, poverini, perseguitati per l'essere troppo buoni, convinti di dover "curare il mondo" (come essi stessi ripetono nelle loro canagliesche intemerate), che altrimenti come farebbe, povero mondo, privato della loro bontà tutta 'kosher'?

La vediamo all'opera, la bontà 'kosher', ogni giorno, in Cisgiordania, a Gaza, in ogni bomba sganciata contro bambini, in ogni mitragliata mandata contro le barche di pescatori, in ogni ulivo sradicato per far spazio a un praticello all'inglese da villetta vomitoborghese, in ogni sputo lanciato contro i crocefissi e in ogni tomba cristiana e musulmana vandalizzata, la vediamo all'opera, anche, in questa galleria di immagini soprastante, pubblicata di recente su internet, dove si vedono le SS con la Stella di David che festeggiano e si danno al buon tempo tra di loro chiamando in causa per vilipenderlo il nome di Rachel Corrie, la coraggiosa ragazza americana che ha dato la vita protestando contro le loro "umanitarie" demolizioni di case palestinesi.
Qua invece vediamo come l'hanno trattata i Palestinesi, Rachel Corrie, questi Palestinesi 'orribili' e 'disumani' che la cagnara sionista ci descrive ogni giorno in termini che nemmeno quell'anglofascista manicheo di Tolkien coi suoi orchi, descritti brutti perché cattivi e cattivi perché brutti; "loro", i Palestinesi, hanno raccolto il corpo straziato della ragazza venuta d'Oltreoceano per lottare con loro, l'hanno avvolta nella bandiera del suo paese, nota bene, la stessa bandiera che spesso bruciano, (ma quando la bruciano essi non esprimono odio per il POPOLO americano, ma per la sua leadership venduta a Sion). Lo hanno onorato come onorano i loro stessi martiri dei Battaglioni Qassam e della Jihad Islamica.

Chi era che doveva "CURARE IL MONDO"??????

Inghilterra, monarchia sionista: denunciare l'Apartheid del regime ebraico é ormai "psicoreato" anche per i Deputati!

Il deputato liberaldemocratico David Ward é stato sospeso "a divinis" dalla nonentità a capo dei Libdem d'Inghilterra (Nick Clegg, uno al cui confronto Attlee era un gigante della politica dalla personalità magnetica: "La macchina si fermò, nessuno e nulla ne scesero, era Nick Clegg") per il gravissimo reato orwelliano di aver 'osato' dire la verità su Israele, cioé che é un regime oppressivo nel quale si pratica la discriminazione etnica e vigono leggi razziali.

Ward, eletto nella circoscrzione di Bradford Est, era già stato più volte 'ripreso' e 'ammonito' per i suoi commenti puntuali e veritieri sul regime sionazista, e adesso sarà sospeso fino al 13 settembre. Le critiche di Ward verso Israele erano perfettalmente politiche, legittime e corrette e in nessun modo possono essere accusate della trita e frusta imputazione di 'antisemitismo', parola ormai resa insignificante e vuota dal costante ricorso cui vi fa la macchina della propaganda ebraica filoisraeliana.

I Libdem avevano già perso la deputata Barsonessa Jennifer Tonge, anche lei coraggiosa 'whistleblower' riguardo ai crimini e agli abusi sionisti, che ha preferito dimettersi dal partito piuttosto che restare in una struttura ormai sotto il pieno controllo della piovra sionista, come quasi tutto il resto della politica britannica, Regina e Casa di Windsor compresi...

Giovanni X Yazigi, Patriarca Ortodosso di Antiochia: "La Siria é la terra della Coesistenza e della Tolleranza!"

"Ls Siria é il Paese della Coesistenza, della Tolleranza e dell'Amicizia e i Siriani costituiscono un'unica, grande famiglia", così si é espresso dalla Provincia di Tartous Giovanni Decimo Yazigi, il Patriarca Greco-Ortodosso di Antiochia, il cui insediamento nella Chiesa della Santa Croce a Damasco, circa cinque mesi fa, aveva costituito l'occasione per un importante avvicinamento tra i rappresentanti di tutte le confessioni e denominazioni cristiane del Levante siro-libanese e tra costoro e il Presidente Bashar Assad, deciso a difendere questi valori ereditati da suo Padre, quelli di una Siria multiconfessionale, multietnica, variegata e tollerante, fino al suo ultimo respiro.

Celebrando messa nel villaggio di Balmana, poco distante dall'importante città costiera, il Patriarca ha pregato per il ritorno della Pace e della Sicurezza in tutti gli angoli della Siria, affermando che: "Il Paese rimarrà ostile a ogni tentativo di destablilizzazione straniera e manterrà la sua natura cosmopolita nonostante i malvagi complotti che vengono orditi contro di esso anche in questo stesso momento".

Concetti simili erano stati espressi dal Patriarca anche nel corso della settimana appena conclusa, quando, visitando l'area di Al-Sawda e il villaggio di Dweir Taha egli aveva dichiarato che perseguire sul sentiero della coesistenza pacifica e della tolleranza era la via migliore per garantire alla Siria anche in futuro quel ruolo di primo piano nella Civilità e nella Storia del mondo, che più volte l'ha vista protagonista.

20mila pistole turche con silenziatore sequestrate a Port Said: Erdogan cerca di armare la Fratellanza Musulmana?

Ventimila pistole, non una, non dieci, non cento, ma ventimila armi da fuoco personali (principalmente pistole ma anche qualche mitra e fucile) sono state rinvenute nel porto egiziano di Port Said nei container di un cargo appena arrivato dalla Turchia. Con il paese ancora preda degli 'aftershock' della rimozione del Presidente Mursi da parte dell'Esercito e manifestazioni di protesta che non accennano a fermarsi da parte dei suoi sostenitori della Fratellanza Musulmana e del Partito di Libertà e Giustizia é facile pensare come tale scoperta abbia fatto alzare al massimo la vigilanza di tutti gli organi di polizia civile e militare d'Egitto, nel timore che forze esterne stiano cercando di 'armare' la mano dell'Ikhwan e spingera allo scontro con l'Esercito.

Il carico di contrabbando é saltato fuori dai container della compagnia di spedizioni "ACM er" e subito ha fatto tornare ai massimi la tensione tra Il Cairo ed Ankara dopo che nei giorni recenti il Presidente anatolico Erdogan aveva aspramente criticato l'operato dei generali egiziani parlando di "golpe" e di "Democrazia soffocata".

Immediatamente il Ministro degli Esteri Davutoglu, una volta artefice di un piano di politica estera che doveva "ammaliare" i paesi arabi con il successo dell'AKP e della sua dirigenza islamica 'illuminata' ha dichiarato che Ankara, all'oscuro di qualunque dettaglio sulla spedizione di armi, si attiverà quanto prima per fare luce sulla sua origine e sulla sua destinazione.

venerdì 19 luglio 2013

Inflitta la pena di morte agli estremisti takfiri catturati dalle forze armate libanesi!

Il Paese dei Cedri ha intenzione di troncare sul nascere ogni progetto saudita-sionista di destabilizzazione del paese per trasformarlo in una 'base avanzata' delle operazioni terroriste wahabite contro la Siria, ricorrendo anche in maniera massiccia alla pena di morte nei confronti di chiunque venga sorpreso in Libano a condurre attività paramilitari a favore dei gruppi armati takfiri che agiscono oltre il confine.

Lo hanno scoperto loro malgrado i membri di Al-Nusra che sono stati catturati con armi, munizioni, detonatori ed esplosivi  lo scorso mese di maggio e che, processati da una speciale corte della Procura militare sono stati riconosciuti colpevoli degli addebiti ai sensi degli articoli 72 e 335 della Legge Speciale del novembre 1958 (il primo momento in cui il Libano venne preso nelle convulsioni che lo avrebbero condotto, in futuro, a oltre 15 anni di sanguinosissima guerra civile).

I sei accusati sono stati tutti condannati alla pena capitale dopo essere stati riconosciuti rei dei crimini di banda armata, terrorismo, strage, rapimento, contrabbando di armi ed esplosivo.

A quindici giorni dalla fine del suo mandato il Presidente Ahmadinejad visita Bagdad e il Premier Al-Maliki!

Mirabile unità di segnali, intenti e programmi tra il Presidente uscente della Repubblica Islamica e il suo collega incombente: se Hassan Rohani recentemente ha esplicitato con un messaggio ufficiale che Teheran non ha alcuna intenzione di raffreddare, diminuire o addirittura ritirare il suo sostegno alla Siria, al Movimento Hezbollah e al Governo Libanese, il suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad é atterrato oggi a capo di una delegazione di alto livello a Bagdad, dove é stato inizialmente ricevuto dal Vicepresidente Khudayr al-Khuzai.

Ancora prima di partire Ahmadinejad ha definito come "Eccellenti e Strategici" i livelli di cooperazione raggiunti tra la Repubblica Islamica e lo stato mesopotamico raggiunti durante le sue due presidenze, augurandosi tuttavia che il suo successore Rohani sappia ulteriormente approfondirli e rafforzarli.

Emerso provato ma vittorioso dall'ordalia dell'invasione e della prolungata occupazione militare straniera l'Irak é riuscito, nonostante i progetti americani di 'balcanizzazione' del paese (studiati per compiacere Israele che vede come fumo negli occhi il persistere di stati nazionali forti in Medio Oriente), a emarginare e combattere le frange estremiste wahabite, ignoranti e settarie e a portare avanti politiche di crescita e sviluppo per tutti i suoi cittadini, rese possibili anche dalla collaborazione dell'Iran coi suoi alti livelli di know-how industriale e tecnologico.

giovedì 18 luglio 2013

Tra imbarazzi e tentennamenti Hamas cerca di ricucire i rapporti con l'Iran dopo il disastro di Mursi in Egitto!

Siamo molto lieti di poter segnalare ai nostri lettori questo news item indicatoci dall'amico e collaboratore Ali Reza Jalali, giovane giurista, analista e commentatore di fatti, trend e prospettive politiche e strategiche del Vicino e Medio Oriente.
 
In un'intervista del canale panarabo Al Mayadeen a un esponente di Hamas, l'esponente palestinese ha risposto ad alcune interessanti domande sulla situazione regionale e sui rapporti tra Hamas e l'Iran.

Il giornalista del canale panarabo ha chiesto se Hamas non avesse fatto male i conti, schierandosi col Qatar anziché con l'Iran. Il palestinese ha risposto dicendo che Hamas non ha nessuna intenzione di rompere con l'Iran e che gli esponenti della resistenza palestinese sono in contatto con gli iraniani e ci sono anche non pochi viaggi, ancora in questi mesi, di esponenti di Hamas a Tehran.

Su Hezbollah l'esponete di Hamas è stato ugualmente chiaro. Egli ha detto: "Non potremmo mai fare a meno di Hezbollah". Hamas ormai è isolato politicamente, il suo principale appoggio politico-diplomatico era il governo di Morsi e della Fratellanza musulmana in Egitto; con la loro defenestrazione Hamas, considerando anche il cambio al vertice in Qatar, è costretto, se vuole continuare ad avere un ruolo importante nelle dinamiche regionali, a riappacificarsi con l'Iran e Hezbollah. Sulla Siria sarà un po' più dura la riappacificazione, ma se stai con l'Iran e Hezbollah, e come se stessi anche con la Siria, ciò è chiaro.

Il cambio di strategia degli USA in Medio Oriente, ovvero la momentanea fine della luna di miele coi Fratelli musulmani, darà una forte sterzata agli eventi della regione, rimescolando le carte per l'ennesima volta nel giro di pochi anni. Le riflessioni di Mahdi D. Nazemroaya di qualche mese fa sono illuminanti sull'argomento. I leader di Hamas vengono tentati a scegliere tra il campo moderato e la Resistenza, e sempre più tra l’amministrazione o la resistenza attiva all’occupazione israeliana.

Attraverso ciò, una qualche forma di accomodamento tra Stati Uniti e Israele viene ricercata da Hamas. Gli obiettivi sono svincolare i palestinesi, in particolare Hamas, dal Blocco della Resistenza, al fine di presentare l’Iran e i suoi alleati come ripiegati nell’alleanza sciita per dominare i sunniti. Se si è abbastanza stupidi da cadere in questa trappola, si entra nell’”American fitna” (scisma) in pieno dispiegamento, mirando ad innescare una guerra regionale civile musulmana tra sciiti e sunniti.

L’amministrazione Obama sta cercando di costruire e allineare un asse sunnita contro gli sciiti della regione. Si tratta della classica strategia del divide et impera che prevede che USA e Israele dominino la regione mentre i musulmani sono bloccati dal loro salasso interno. Gli sciiti sono sistematicamente vilipesi per gentile concessione della nuova guerra mediatica: Iran, Hezbollah, Bashar al-Assad (un Alawita sempre etichettato come sciita per favorire questo piano) e l’amministrazione di Nouri al-Maliqi in Iraq sono ritratti come i nuovi oppressori dei sunniti.

Al loro posto la Turchia, con la sua quasi defunta politica estera del neo-ottomanesimo, e l’Egitto sotto i Fratelli musulmani vengono presentati come i campioni dei sunniti. Non importa che in Egitto, Mohamed Morsi abbia continuato il blocco di Gaza per conto d’Israele o che la Turchia di Erdogan abbia perso la voce quando Israele ha iniziato a bombardare Gaza.

Più di cento carichi di beni essenziali arrivati ad Aleppo nonostante i tentativi di "assedio" dei terroristi takfiri!

Ancora una volta le forze governative siriane infliggono un grave scacco ai militanti estremisti wahabiti, pedine del complotto imperialista angloamericano e sionista contro l'autonomia, l'indipendenza e la libertà di Damasco e dei leali seguaci del Presidente Assad; nonostante tutti gli sforzi profusi dai gruppi mercenari takfiri nel tentativo di bloccare comunicazioni e rifornimenti nei confronti delle zone liberate della metropoli di Aleppo il Governatore della città Mohammad Walid Akkad ha dichiarato che solo in questi ultimi giorni ben cento camion carichi di ogni genere di alimenti, combustibili, medicinali e altri rifornimenti sono arrivati in città per fare fronte alle necessità della popolazione.

Già nella settimana scorsa il riattivarsi del famoso panificio di Hamadaniya aveva segnalato la ripresa della normalità per migliaia e migliaia di abitanti di Aleppo, che avevano sofferto a lungo per le attività criminali, i saccheggi e le violenze dei gruppi qaedisti fomentati da Turchia, Arabia Saudita, Qatar e altre potenze retrive e reazionarie.

Già dalla giornata di mercoledì le bombole di gas per uso domestico sono tornate disponibili al loro prezzo normale, fissato dal calmiere governativo, dopo un lungo periodo in cui a causa delle attività terroristiche il loro costo era lievitato fino al 400 per cento del normale e la loro disponibilità era divenuta, nel migliore dei casi, incerta.


Ad Aleppo catturate dozzine di mercenari turcomanni comandati dal leader estremista Roshan Gazakov!

Roshan Gazakov, estremista wahabita, fedele soldato (chi sa quanto consapevole) della strategia destabilizzatrice di CIA e Mossad, che vogliono incendiare il Medio Oriente e l'Asia Centrale a colpi di rozzo e ignorante settarismo takfiro, si era trasferito in Siria con tutta la famiglia: moglie e cinque figli, un bell'attestato di fiducia sulla "Splendide e Progressive Sorti" dell'insorgenza mercenaria che nei piani di Washington e Tel Aviv doveva sostituire l'illuminato e tollerante Governo del Clan Assad, da sempre rispettoso di tutte le fedi, le etnie e le confessioni, con uno pseudo-califfato wahabita dove stragi e persecuzioni religiose fossero all'ordine del giorno.

Tanta fiducia e sicumera gli é però valsa a poco quando pochi giorni fa il sobillatore centrasiatico é stato catturato ad Aleppo insieme a dozzine di seguaci durante un'operazione qualitativa delle forze armate nazionali siriane che ha portato alla distruzione della sua cellula terrorista e al sequestro di diversi quintali di armi, munizioni, equipaggiamenti ed esplosivi.

Secondo quanto riportato dalle autorità siriane al sito-web Jahineh Gazakov, che dal momento del suo arrivo in Siria aveva assulto il nom de guerre di Abu Abdollah sarebbe stato reclutato in patria dal network "Marateb", organizzazione takfira incaricata di convogliare verso la Siria estremisti sunniti di tutto il mondo. Dopo averlo portato in Turchia 'Marateb' lo avrebbe fatto addestrare a poca distanza dal confine siriano da esperti turchi, europei e americani che lo hanno istruito su come fabbricare esplosivi, innescare e collocare bombe.



Violenza nel Sinai fa un morto ad Al-Arish e otto feriti a Sud di Rafah!

Mentre con difficoltà l'Egitto tenta di uscire dal periodo di caos seguito alla deposizione militare del Presidente-eletto Mohammed Mursi e ad evitare una spaccatura violenta del paese tra sostenitori dell'Ikhwan e suoi oppositori bisogna certo dire che i clan beduini del Sinai non hanno certo apprezzato gli sforzi delle autorità militari di reprimere ulteriormente il contrabbando di beni tramite tunnel sotterranei diretti a Gaza.

Se ne é avuta prova anche nella giornata di ieri quando due diversi incidenti riguardanti gli attacchi di uomini armati ai posti di blocco e alle strutture militari di Rafah e Al-Arish hanno lasciato sul terreno un morto (ad Al-Arish) e ben otto feriti (vicino alla Striscia di Gaza), tutti tra i ranghi dei governativi.

Il morto era una sentinella che si trovava fuori da una caserma di guardia quando é stato raggiunto da un colpo d'arma da fuoco al collo; i feriti invece sono rimasti coinvolti in un'esplosione seguita al lancio di granate a razzo contro il checkpoint che stavano presidiando.

mercoledì 17 luglio 2013

Il Presidente iraniano in pectore rassicura la Siria e ride delle minacce sioniste: "Netanyahu non ci può intimidire!"

Pochi giorni separano il candidato vincente delle elezioni presidenziali iraniane Hassan Rohani dal prendere formalmente il ruolo di leader della potente nazione persiana, succedendo a Mahmoud Ahmadinejad, ma già tutto il mondo guarda all'uomo, alle sue prime dichiarazioni, per capire che genere di presidenza sarà la sua. Già molto si é potuto intuire finora: ad esempio che, sulle questioni cardinali della politica estera della Repubblica Islamica, Rohani non farà dietrofront, inversioni di marcia o concessioni di qualunque genere al fronte imperialista.

Nella giornata di ieri, parlando coi cronisti di varie testate nazionali e regionali, Rohani ha rassicurato il proprio collega Bashir al-Assad riguardo alla continuità e alla sincerità del sostegno che l'Iran continuerà ad esprimere verso la Siria: "Con l'aiuto di tutte le forze del Bene e della Pace la Grande e Resistente Repubblica Araba di Siria saprà emergere integra e rafforzata dalla presente crisi". Rohani ha detto che Damasco e Teheran hanno davanti a sé un grande futuro di rinnovata e approfondita cooperazione sociale, scientifica, diplomatica ed economica e di lotta fianco a fianco contro i complotti imperialisti; in particolare quelli del regime di Tel Aviv.

Passando poi a parlare dell'illegittima entità sionista Rohani ha rivelato che l'ultimo "round" di minacce da parte di Benji Netanyahu riguardo a possibili attacchi militari contro l'Iran "lo ha fatto molto ridere", specificando che "Netanyahu non é in grado di minacciare nessuno, tantomeno la Repubblica Islamica, che ha i mezzi e la volontà per portare a termine risposte profonde e devastanti contro qualunque minaccia militare straniera".

Gli sciacalli takfiri hanno un nuovo bersaglio per la loro violenza settaria: gli Houthi sciiti dello Yemen!

Migrando a sciami nefasti come le locuste i vigliacchi militanti takfiri nutriti di superficialità e ignoranza, manipolati occultamente dalle centrali imperialiste che decidono di inviarli nei paesi che intendono destabilizzare per i loro interessi egemonici hanno ricevuto l'ordine di trasferirsi a migliaia dalla Siria e dall'Irak (teatri dove le loro fortune sono state risolutamente bloccate dall'azione congiunta dell'Asse della Resistenza) verso un nuovo teatro.

Quello dello Yemen.

Qui l'obiettivo del loro cieco odio settario, che offende e mutila il vero spirito dell'Islam sunnita, saranno i membri dell'importante comunità sciita (Houthi) del paese, stanziata per la maggior parte nord-occidentale del paese, specie nei governatorati di Sa'adah, Amran, Al-Jawf, Hajjah, Sanaa e Al-Mahwit.

La Repubblica Islamica Iraniana costruirà cinque raffinerie di petrolio tra Irak e Pachistan!

Ali Reza Nikzad Rahbar, protavoce del Ministero iraniano per il Petrolio, ha dichiarato in una recente intervista con la stampa che il Governo della Repubblica Islamica ha già siglato diversi accordi con l'Irak e con il Pachistan per costruire in quei paesi "diverse raffinerie". In Irak sono già stati stilati piani per installare il primo impianto di raffinazione a Nahrain, a Sud di Bagdad, per una capacità di 140mila barili raffinabili al giorno, mentre la seconda raffineria, più piccola, potrà trattarne 70mila e verrà installata a Kuya.

Il terzo e il quarto impianto dovrebbero venire eretti rispettivamente a Nassiriya e ad Amara ed essere anche più grandi di quello di Nahrain, ma su di essi vi sono meno dettagli stabiliti. Per quanto riguarda la parte pachistana del progetto si parla per ora di una raffineria da impiantare nel porto di Gwadar. Questo progetto segue l'accordo per il metanodotto Irano-Pachistano, altro segno tangibile del progresso e dello sviluppo delle relazioni economiche tra Teheran e Islamabad.

Possedere proprie raffinerie indipendenti dalle multinazionali occidentali del petrolio consentirà a Irak e Pachistan di procurarsi da sé la benzina e i derivati petroliferi necessari al loro fabbisogno senza doverli comprare dai paesi imperialisti, spezzando il circolo vizioso della dipendenza dall'Occidente.

martedì 16 luglio 2013

Le truppe di Assad catturano un altro laboratorio di veleni preparati dagli assassini takfiri!

L'Esercito Arabo Siriano, ormai inarrestabile nel suo processo di distruzione delle ultime sacche terroristiche rimaste nel paese dopo due anni di combattimento spietato in cui le forze governative hanno dapprima contenuto, quindi messo all'angolo le schiere di mercenari estremisti pagati da Usa, Turchia, Qatar, Riyadh e Israele, ha portato a termine un'operazione nei pressi di Al-Manashir durante la quale é stato scoperto e smantellato un laboratorio chimico che preparava veleni per i takfiri assassini.

Tra i componenenti per armi tossiche sono stati trovati contenitori di cloro caustico i cui marchi di fabbrica ne indicavano l'origine saudita; il cloro é stato tra i primi agenti chimici a essere usato come arma nella Prima Guerra Mondiale. Nel laboratorio erano presenti centinaia di involucri di granate per mortaio, pronti a venire riempiti con il composto letale.

Altre vittorie per le armi siriane si sono registrate a Felleh, vicino ad Al-Houlah, e a Deir Ezzor, dove l'Esercito ha distrutto un nucleo terrorista vicino a Kabaib nel corso della 'ripulitura' dell'arteria di comunicazione tra Damasco e la città dell'Est. La lotta per garantire la sicurezza di strade e autostrade é fondamentale nella strategia siriana.

Ennesimo imbarazzo per Tel Aviv: un altro drone sionazista si "perde" e deve venire distrutto a distanza!

I vantati prodotti dell'industria bellica sionista funzionano soltanto quando vengono impegnati contro bersagli inermi incapaci di reagire come la popolazione civile di Gaza, fatta di donne, vecchi, bambini...come ha già più volte dimostrato Hezbollah, contro avversari in grado di rispondere a tono i 'rambo' di Tel Aviv perdono molta se non tutta la loro burbanza e la stessa cosa, puntualmente, capita anche alle loro macchine da guerra.

Lo ha dimostrato ancora una volta un drone senza pilota 'Hermes 450', inviato da Tel Aviv a spiare il confine con l'Egitto, che a un certo punto ha smesso di rispondere ai comandi impartiti a distanza e ha iniziato a puntare decisamente verso l'Egitto.

Piuttosto che farlo cadere in mano ai militari del Cairo gli operatori sionisti hanno preferito distruggerlo facendo esplodere una carica detonante collocata apposta a bordo della carlinga, sperando che i rottami cadessero per la maggior parte al di qua del confine.


Gli eroici cittadini del Barhein danno l'ultimatum al tiranno Al-Khalifa: "Tra 30 giorni il tuo regime sarà parte del passato!"

Con una costanza, una dedizione, una fede che allargano e riscaldano il cuore i leader del movimento Barheini per la Democrazia, da due anni in lotta con la più retriva, meschina e vigliacca dinastia del Golfo Persico hanno annunciato la loro convinzione che l'obiettivo della cacciata del tiranno Al-Khalifa e dell'instaurazione di una vera ed effettiva Democrazia nell'Isola delle Perle sia quanto mai vicino.

Per raggiungere questo obettivo il Movimento barheini per la Rivoluzione ha dichiarato una mobilitazione straordinaria che toccherà il suo apice a un mese da adesso; secondo le previsioni dei dirigenti il tiranno sunnita di Manama potrebbe abbandonare l'isola tra il 14 e il 15 di agosto.

Nonostante la continua repressione portata avanti coi mezzi più disumani e brutali (truppe straniere, mercenari wahabiti, arresti arbitrari, torture, gas tossici) il popolo del Barhein continua, a 28 mesi dalla prima sollevazione, a scendere in piazza e manifestare: ancora ieri il cinquantacinquenne  Saeed Abdullah Marzouq, di Diraz, é morto soffocato dal gas letale usato contro i manifestanti dagli sgherri del regime.

lunedì 15 luglio 2013

Armate siriane avanzano anche sulla costa serrando sempre più all'angolo i terroristi wahabiti: ucciso un altro capo di Al Nusra!

Una violenta offensiva delle forze armate nazionali siriane contro i qaedisti di Al-Nusra e delle altre formazioni takfire di mercenari stranieri presenti nelle zone costiere del paese é risultata nella rapida avanzata delle formazioni blindate siriane che hanno rapidamente cacciato da alcuni centri abitati i banditi che vi avevano trovato rifugio dopo la loro fuga disperata dalla Provincia di Homs, tornata sotto il più completo controllo governativo dopo le grandi battaglie di Qusayr e Talkalakh.

Fra i nemici caduti si é contato anche il cadavere di 'Abu Amr Abdallah', un irakeno di Fallujah, noto leader di formazioni estremiste colpevoli di stragi e crimini orrendi tanto in Mesopotamia quanto in seguito in Siria. Anche i suoi complici erano tutti stranieri: sauditi, somali, irakeni, libici ed egiziani, a dimostrazione di come la cosiddetta 'insorgenza' non abbia nulla a che fare con una 'ribellione' del popolo ma sia risultato di un complotto imperialista straniero.Insieme al leader terrorista sono state scoperte e distrutte diverse santabarbare, compreso un deposito di razzi e diverse automobili rubate usate per trasportare munizioni, in particolare nei villaggi di 'Al Qasatel', 'Al Bayda' e 'Jab al Ahmar', tutti nella Provincia di Latakia.

L'Esercito libanese blocca un carico di armi ed esplosivo destinato agli estremisti takfiri ancora presenti nel Paese!

Il Comando dell'Esercito libanese ha annunciato che nella giornata di ieri una pattuglia che aveva istituito un posto di blocco nella zona di Arsal é riuscita a bloccare un furgone carico di armi leggere, munizioni, esplosivi, granate e detonatori a distanza, oltre a un certo numero di uniformi e giubbotti antiproiettile.

Una serie di arresti sono stati immediatamente effettuati nei confronti dei responsabili diretti del trasporto del carico e delle persone immadiatamente menzionate da loro come mandanti del cargo; le autorità competenti stanno portando avanti i procedimenti a loro carico e stanno ampliando via via il raggio delle indagii per arrivare in cima al sistema di contrabbando delle armi nel Paese dei Cedri.

Con ogni probabilità le armi erano dirette a gruppi di estremisti sunniti rimasti attivi nel paese dopo i recenti scontri di Saida intorno alla Moschea di Bilal Rabban e la sconfitta dei seguaci di Ahmed Assir, tuttora scomparso e presunto morto.

Allarme ONU: "Oltre duecento morti nell'ultima strage etnica in Sud-Sudan, dove il caos ormai regna sovrano!"

Il coordinatore della missione ONU in Sud-Sudan Tony Lanzer ha dichiarato che almeno duecento persone sono morte nel corso degli ultimi due giorni attorno al centro di Manyabol, nella Provincia di Jonglei, Sud-Sudan, dove nonostante tutti gli sforzi prodotti, ormai da oltre un anno infuriano gli scontri armati tra gruppi etnici differenti (principalmente Murle e Lou Nuer) nella totale impotenza dei ridicoli 'apparati statali' della cleptocrazia di Salva Kiir di mettervi fine o quantomento di stabilire una tregua perdurante.

Chiedendo ai capi delle fazioni in lotta un periodo di armistizio per poter intervenire a favore della popolazione civile Lanzer ha cominciato a organizzare un ponte aereo per l'evacuazione dei feriti più gravi verso la capitale provinciale Bor, dove i medici dell'ONG francese 'Medecins Sans Frontieres' si stanno prodigando a sostenere e integrare le capacità dell'ospedale locale di prestare soccorso ai bisognosi.

domenica 14 luglio 2013

Le speciose accuse di Hariri e soci non fanno che avvicinare sempre più l'Armee Libanaise ad Hezbollah!

Le accuse preposterose e infondate lanciate recentemente da Saad Hariri e dai suoi stolti partigiani filo-sionisti e filo-saouditi/wahabiti riguardo una supposta "premeditazione" degli scontri di Sidone da parte delle forze armate nazionali che, secondo l'insincera narrativa del "14 Marzo" avrebbero attaccato i militanti takfiri di Ahmed Assir su 'ordine' o su istigazione di Hezbollah sono state colpite sotto la linea di galleggiamento e prontamente affondate dal Generale Khawaji e dal Ministro Ghosn che producendo quattro diversi video rinvenuti tra il materiale elettronico della moschea/covo di Bilal Rabban hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio come gli scontri di Saida non solo siano stati iniziati dai militanti takfiri, ma ordinati in prima persona dal rozzo e ignorante 'sceicco' Assir.

Come gli stolti delle tragedie greche, vittime della propria stessa 'Hybris', Hariri e soci stanno inverando con la loro condotta settaria ed estremista la minaccia che pretendevano di denunciare: di fronte al cieco odio delle forze politiche antinazionali che vorrebbero ridurre il Libano nuovamente a una colonia sionista e americana gli alti ufficiali dell'Armee, anche quelli non politicamente schierati, si stanno rendendo conto che l'unico modo di evitare di finire camerieri di Washington e Tel Aviv sia quello di stringere i ranghi con Hezbollah e con le forze politiche che sostengono la Resistenza e i valori di indipendenza e autonomia del Paese dei Cedri.

Il Ministro degli Esteri Irakeno: "Nessun carico di armi sugli aerei iraniani diretti in Siria!" Smentita la fasulla propaganda takfira!

Il Ministro degli Esteri Irakeno Hoshyar Zebari ha dichiarato che il suo Governo, nonostante ripetute e improvvise ispezioni su tutti i generi di velivolo che transitavano sulla rotta Iran-Siria attraversando lo spazio aereo di Bagdad, non é mai in nessuna occasione arrivato a trovare tracce di armi o munizioni mandati dalla Repubblica Islamica a Damasco, smentendo così uno dei caposaldi della propaganda imperialista e takfira che vorrebbe giustificare le proprie smanie interventiste in Siria accusando l'Iran di rifornire di armi il suo alleato arabo.

Zebari ha chiarito che i controlli sono scattati "a macchia di leopardo" su tutti i voli Iran-Siria da settembre 2012 in poi, e hanno riscontrato il trasporto solo di beni commerciali ammessi o, al massimo, di pacchetti di aiuto umanitario come cibo, medicinali e altre provviste. Nell'ottobre 2012 le autorità irakene fecero atterrare con un pretesto un aereo iraniano che non doveva nemmeno fare scalo nel paese e controllarono pure quello, di nuovo senza riuscire a scoprire alcunché di vietato a bordo di esso.

Nell'aprile 2013, persino, arrivarono a controllare OGNI SINGOLO AEREO IN TRANSITO per ben TRE GIORNI consecutivi, di nuovo senza trovare alcun rifornimento di tipo bellico o militare.

"Che fate, me menate?" Il takfiro Qaradawi 'accompagnato' a calci e pugni dai gorilla dell'Emiro sul jet che lo ha esiliato dal Qatar!

Picchiato, legato e caricato con la forza su un aereo come un pacco postale, questa é stata la scena dell'espulsione di Youssef Al Qaradhawi, predicatore estremista di origine egiziana, esiliato dal Qatar per ordine esplicito del nuovo Emiro Tamim che non ha avuto clemenza nonostante lo stretto rapporto che legava il chierico sunnita a suo padre e a suo zio, che lo avevano ospitato, regaliato del passaporto qatariota, permettendogli l'accesso ai microfono di Al-Jazeera a suo piacimento, rifornendolo copiosamente di contante.

L'ospitalità offerta al predicatore wahabita faceva parte dell'aggressiva politica estera di Doha, che voleva, sostenendo le istanze islamiste più estreme, rifornendo i combattenti takfiri prima in Libia e poi in Siria, mediare tra Hamas e Israele sottraendo il primo all'influenza Iraniana, riuscire a superare 'a destra' l'Arabia Saudita come paese arabo più amico degli Usa e di Tel Aviv. Qaradawi adesso si trova in Egitto, in un ospedale per ricevere le cure dovute alle percosse avute al momento dell'espulsione dal Qatar.

Qualche tempo fa rammentavamo ai nostri lettori che a farsi burattini dei vari 'Mangiafuoco' imperialisti si rischia sempre, una volta esaurita la propria utilità, di venire scartati e gettati nel camino ad ardere, quello che vediamo non fa che confermare la nostra posizione.