giovedì 30 ottobre 2014

Abadi "fa l'indiano" e dice "No" all'acquisto degli 'Apache' di Obama!!

La consulenza e il sostegno di Mosca a Bagdad, di cui abbiamo parlato tante volte nelle ultime settimane non sono "gratis et amor Dei", ovviamente Putin si aspetta che l'Irak torni nella prevalente orbita del Cremlino, "Come prima, più di prima", anzi, visto che ai tempi della guerra contro l'Iran e dell'ambivalenza filofrancese, filotedesco-occidentale e soprattutto filoamericana di Saddam Hussein (che aveva anche il difetto di essere acerrimo nemico di Assad Padre) il paese mesopotamico era sì 'cliente' di Mosca ma non certo 'alleato', mentre ora l'Irak moderno a guida sciita é parte dell'Asse della Resistenza e si inserisce perfettamente nel blocco eurasiatico.

Quindi non deve per nulla stupire il "no", anzi, diremmo quasi il "njet" all'acquisto di 24 elicotteri da combattimento Hughes AH-64, i cosiddetti 'Apache', per cui il Congresso di Washington aveva già dato il nullaosta per l'esportazione. Il contratto, ovviamente, era stato firmato dalle nonentità politiche messe su dagli invasori americani nel periodo dell'occupazione post-2003, ma nemmeno i Governi di Nouri al-Maliki (magari pur desiderandolo), l'avevano mai rescisso.

Sfuma così la prospettiva di fornire 30 elicotteri da attacco (24 venduti e 6 in leasing) per la stratosferica cifra di 7 miiardi e 570 milioni di $. Un grave smacco per l'industria armiera Usa, che, pur tenuta su con fondi pubblici obliquamente riversati in compagnie in teoria 'private' non può sopravvivere senza stati vassalli a cui 'rifilare' il suo hardware dai costi esorbitanti.

Tanto per fare un esempio, con la stessa cifra che Bagdad avrebbe dovuto stanziare per un solo AH-64 Apache (circa 38.000.000 di $; il resto dei costi copre fornitura di pezzi di ricambio, addestramento dei tecnici e rifornimento di carburante, missili e munizioni) si possono comperare DODICI (sì, avete letto bene) Mi-35M russi.

L'industria delle armi a stelle e strisce é il paradiso dello spreco, della bustarella e della lievitazione inutile dei costi, i colonnelli e i generali delle commissioni di acquisizione in America sanno benissimo che più permettono alle compagnie di riempire i loro modelli di gadget costosissimi (e spesso di dubbia utilità) tanto più dette compagnie saranno loro 'grate' e li ricompenseranno con contratti a sei o a otto zeri come "dirigenti" o "consulenti" una volta che questi personaggi gallonati andranno in pensione dai loro posti governativi.




2 commenti:

  1. Stesso discorso per l'F-35: difettoso, carissimo e senza ricadute di rilievo per l'industria italiana. il SU-35 è molto più efficiente e maneggevole e costa 65$ mln contro i 200$ mln del catorcio americano!
    Federico

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    1. Giusto... i radar russi e cinesi lo vedono senza particolari problemi, ed è un aereo che fa troppo affidamento sulla guerra elettronica, molto pesante e poco agile e maneggevole, e in dogfight verrebbe abbattuto in dieci secondi anche da una versione vecchia del Flanker. Anche il costo dell'intero programma è scandaloso, il più alto nella storia americana e mondiale, per un aereo, tra l'altro, che deve le sue caratteristiche STOVL, dal fatto che la Lockheed Martin ha palesemente copiato la tecnologia del Yakovlev Yak-141 Freestyle, durante una "collaborazione" tra le due aziende, in cui la Yakovlev non guadagnò nulla, e la Lockheed Martin si ritirò dopo che gli vennero passati i piani di costruzione e la documentazione tecnica, informazioni che Lockheed poi utilizzò nel programma ASTOVL (Advanced Short Takeoff and Vertical Landing), che confluì poi nel programma confluì poi nel progetto JSF, l'F-35.

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